Dalle colonne del celebre quotidiano statunitense, sulla piattaforma di Amazon Prime Video arriva Modern Love, serie antologica che racconta tutte le asperità e le dolcezze dell’amore moderno. Senza però offrire molto altro.
A fine ottobre Amazon Prime Video ha rilasciato Modern Love, serie TV antologica di otto puntate incentrata su un tema sul quale c’è ancora molto da dire. L’amore, infatti, è il filo conduttore che lega ogni episodio all’altro, ciascuno riguardante una vicenda raccontata nella rubrica del New York Times dal titolo omonimo.
L’amore moderno raccontato dalla serie è l’amore dei nostri tempi, più libero, più aperto, più disordinato di come è stato – ed è ancora – descritto in altri contesti. Ma non per questo è meno esposto ai fraintendimenti, alle incompatibilità, alle reticenze, ai sottintesi e ai sotterfugi che caratterizzano qualsiasi relazione umana.
In ogni racconto incontriamo una storia che ci conduce oltre le apparenze di ogni vita e ci consente di esplorare le vicende umane più variegate: la malattia psichiatrica, la gravidanza, il tradimento, la perdita. Ogni puntata offre uno spaccato sulla potenza dell’amore e sull’amore in potenza, su ciò che l’amore è e ciò che potrebbe essere. L’ordinario è la cifra distintiva di ogni storia: l’amore interviene per trasfigurare l’ordinario in straordinario, colorando di senso ogni vissuto raccontato.
L’amore da solo non basta
È forse proprio questo a rendere la serie, per quanto ben curata e per certi versi originale, qualitativamente debole. La rappresentazione del sentimento e delle sue sfaccettature occupa un posto predominante, e nonostante questo la resa complessiva risulta insufficiente. Ogni storia è ben articolata e coerente, ma affrontata con enfasi talvolta eccessiva, se non disturbante, e una vera e propria mancanza di profondità, requisito essenziale se si vuole provare a parlare di amore.
Neanche il finale, sul quale convergono tutte le storie e i personaggi che abbiamo incontrato nel corso della serie, restituisce una compiutezza soddisfacente. Il messaggio che traspare e che certamente costituisce la cifra distintiva del racconto è infatti vago e quasi scontato, già visto in molte altre opere (televisive e non solo). I racconti che incontriamo in ogni puntata sono vicende di vita realmente accadute e un approccio tanto superficiale non è stato in grado di rendere loro giustizia: davvero un peccato.
Un’occasione sprecata?
Il risultato è un prodotto gradevole, dolce al punto da risultare stucchevole e senza riflessioni contingenti e collaterali da offrire. Sorge il dubbio che queste lacune possano essere state provocate dalla durata delle puntate, ciascuna di trenta minuti. Forse, spalmando i racconti su un tempo più lungo, il risultato sarebbe stato diverso? Difficile dirlo, considerando anche che il ritmo intrinseco delle vicende risulta poco incalzante e le tempistiche appaiono molto dilatate, come se, al contrario, questi trenta minuti fossero stati riempiti con fatica.
In definitiva, quindi, si poteva fare di più. Considerando che il cast (tra cui figurano Anne Hathaway, Andrew Scott e Tina Fey) offre interpretazioni convincenti e la caratterizzazione dei personaggi è ben articolata, la musica e la fotografia sono eccellenti e le storie narrate sono interessanti, amareggia constatare come bastasse davvero un pizzico di profondità in più per rendere la serie scintillante così come ci è stata presentata.
Potremmo dire che Modern Love sia la soluzione ideale per trascorrere un paio di pomeriggi d’inverno placidamente accomodati sul divano. Ma per sapere cos’è l’amore, passato, presente o futuro che sia, conviene andare a cercare altrove.
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