L’antitesi dell’amore non è l’odio ma la paura. Quando cominciamo a temere qualcuno che amiamo, quasi contemporaneamente smettiamo di fidarci e anche il legame viene meno. Questo settimo episodio di OUaT ci racconta proprio questo: come la paura possa spezzare i legami.
Lo fa attraverso la storia della Snow Queen, che vediamo prima da bambina e poi da ragazza. Ingrid è spaventata dai suoi poteri e rimane nascosta, nonostante le sue sorelle la preghino di andare ad un ballo, di star tranquilla perché loro l’aiuteranno a controllare i suoi doni. Ma lei non accetta, è terrorizzata dall’idea di far male a qualcuno e con spirito di sacrificio decide di andar via (come farà in seguito anche Elsa). Tuttavia, prima di lasciarla andare le tre sorelle fanno un ultimo tentativo e vanno da Rumple a chiedergli se ha un rimedio che possa privare Ingrid dei suoi poteri. Lo stregone dona loro un paio di guanti ed un’urna capace di contenere Ingrid, qualora i suoi poteri andassero fuori controllo. Rinfrancata, la Snow Queen si gode la giornata ma il malefico duca di Weselton, che aveva corteggiato sua sorella, prova a irretirla. Proprio Helga interviene prima che Ingrid faccia del male al Duca, che tuttavia continua a provocarla, facendo sì che Ingrid geli – per sbaglio – la sorella, uccidendola. Helga si disintegra completamente e quando Gerta – la terza sorella – sopraggiunge guarda a Ingrid come ad un mostro e decide di intrappolarla nell’urna, salvo poi andare dai Troll per far cancellare le memorie delle altre sorelle dalle menti altrui.
La situazione a Storybrooke non è poi così diversa per la verità. La Snow Queen infatti mette in guardia Emma, la avverte che nessuno può amarla finché non la comprendono e ad alimentare la sua insicurezza ci pensa proprio Mary Margaret, sua madre. Prima – ad una riunione tra mamme – non le dà Neal, osservandola spaventata solo perché ha fatto un attimo bollire il latte nel biberon; e dopo, quando Emma, spaventata, perde il controllo dei suoi poteri la rimprovera aspramente perché rischia di far cadere un lampione su di loro (ferendo Charming). La nostra salvatrice si ritrova da sola, temuta, proprio come pronosticato da Ingrid.
Ma apriamo un attimo una parentesi perché in realtà l’unica a temerla davvero è, come detto, Biancaneve. David infatti non fa che esserle di supporto, coinvolgendola sempre, ed anche Henry, pur rinsaldando il suo rapporto con Regina, continua a tenere molto alla sua madre naturale. Inutile dire che Hook non la guardi con timore nemmeno per un secondo. Anzi, cerca di trattenerla e nei suoi occhi c’è solo preoccupazione; una bellissima prova di recitazione per Colin O’Donaghue che con poco riesce a dare spessore al personaggio e ai suoi sentimenti.
Andando avanti scopriamo che Ingrid vuole fare un patto con Rumple, gli rivela qual è il segreto per poter usare i suoi poteri in modo da poter lasciare Storybrooke e in cambio gli chiede di restituirle i tre nastri che ha scambiato con lui quando, nel passato, gli ha dato i guanti e l’urna. L’espressione di Gold ci pare molto sospetta. Infatti quello che dovrà fare per attuare i suoi piani sembra addirittura farlo contento e il mio cuore di shipper preoccupata mi fa supporre che debba agire contro il nostro bel capitano (del resto che ci sia animosità tra loro è risaputo). Non so, a me non viene in mente nient’altro che potrebbe farlo gongolare a quel modo, a voi?
Intanto possono gongolare tutte le OutlawQueen shipper, visto che finalmente Robin Hood si è reso conto che esiste il divorzio e che l’amore non funziona con l’interruttore; quindi prende Regina e le dà uno di quei bei baci da film, che uno finalmente può esclamare “Era Ora”. Grande aiuto viene anche da Will Scarlet, l’uomo dall’accento infuocato, che si conferma il vero criminale gentiluomo dal cuore di panna; vedere lui è sempre una gioia. Abbiamo anche una Regina sempre più matura e meritevole del suo happy ending tra l’altro. Anche se notiamo che l’operazione Mangusta va un po’ a rilento, soprattutto perché Henry si lascia schiavizzare dal nonno che lo mette a fare pulizie come nulla fosse. Ma il principio di sfruttamento minorile non è contemplato in questo telefilm? Ad ogni modo, noi ci speriamo ancora di scoprire chi è l’autore del libro e forse ce la faremo prima o poi.
Nel complesso è una bellissima puntata, particolarmente introspettiva e che ci fa ritrovare un’Emma spaesata, smarrita, molto più vicina ai presunti Villain redenti (Regina o Hook) che ai suoi genitori, così ostentatamente buoni. Sembra quasi di ritrovare la nostra salvatrice così com’era sull’Isola di Peter Pan, smarrita, una bimba smarrita che vaga da sola sul suo maggiolone perché crede che il suo amore potrebbe distruggere i suoi cari. Lo stesso timore ha animato Elsa che però è stata guarita da Anna (anche se io continuo a pensare che a metterla nell’urna sia stata proprio la cara sorellina); e ovviamente anche la Snow Queen, che tuttavia è stata indurita dalle esperienze ed ora desidera circondarsi solo di persone come lei, così che nessuno possa chiamarla mostro. Mi viene da domandarmi in realtà come mai non si sia scelto di mettere nel quartetto anche Regina, in fondo anche lei ha i poteri… certo li ha imparati, non li possiede dalla nascita, eppure a suo modo è diversa e certo potrebbe capire Ingrid molto più di Elsa o Emma. Forse è vero che la nostra regina del ghiaccio ha la passione per le bionde? Magari ne verremo a capo.
La prossima puntata durerà ben due ore… non so voi, ma io ho già messo su i popcorn, voglio vedere dove vanno a parare adesso e soprattutto voglio vedere come farà Hook a salvare Emma dai suoi demoni (perché lo sappiamo tutti che ci penserà lui; Mary Margaret intanto può fare comunella con le altre casalinghe disperate). Godetevi il promo del prossimo episodio.
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Per me, al di là della questione ship o non ship, l’unica persona in grado di aiutare Emma a controllare i suoi poteri è Regina. Non dimentichiamoci che sono state loro due insieme a sistemare giusto un paio di cosette!
Hook è inutile tanto quanto Hood, anzi no, Hood è proprio da togliere di mezzo!