Nell’episodio di Once Upon a Time che vi andiamo a recensire c’è il Nautilus con tanto di Capitano Nemo versione Kojak, e voi direte, come me d’altronde, ci mancava solo Nemo a rendere ancora più devastante questa stagione. Ma tant’è e quindi si va a cominciare.
La cosa che mi infastidisce di più è il fatto che dopo così tanto tempo passato insieme ci possano essere situazioni idiote come quella fra Henry e Hook, o meglio, fra Henry e Evil Queen prima e Hook dopo. Come può essere credibile, agli occhi dell’appassionato della serie, il fatto che la Evil Queen possa far breccia in Henry più di un coltello caldo nel burro? Se appare mia madre versione “cattiva senza speranza” la prima cosa che fai, dopo anni e anni di cattivi, di Peter Pan, di Oscuri, di Tremotino è mandarla a qual paese o perlomeno farle blaterare quelle 4 scemenze in salsa malefica e salutarla educatamente (è pur sempre la mamma).
Invece nel mondo di Storybrooke può apparire il tuo più mortale nemico e metterti il dubbio, cioè la persona che più ti è nemica, che vuole solo il male per te e la tua famiglia, riesce ad instillarti un dubbio. Ma stiamo scherzando o cosa? Avrei capito se fosse apparsa travestita da Jasmine, da Cappuccetto Rosso, da impiegato delle poste. Allora sì, avrei capito l’inganno, compreso Henry. Così non ci siamo.
Si potrebbe obiettare: “Sì certo, però la Evil Queen non ha fatto altro che metterlo di fronte ad una scelta sbagliata di Hook” . Vero anche quello, ma il mio primo pensiero, se davvero so di poter contare su Hook, non sarebbe certo quello di assalirlo, ma al contrario avrei cercato di capire le ragioni di quella scelta, che non scordiamoci, sarebbe l’unica al momento in grado di salvare Emma dal crudele destino di Salvatrice.
Le forbici delle Parche (e non mi soffermo troppo su questo oggetto per mantenere un livello di insulti medio), possono mandare in rovina tutto, ma salvare Emma, un po’ come Agrabah è svanita perché il suo Salvatore, Aladdin, ha reciso il suo destino. Emma la conosciamo. Pronta ad ogni sacrificio, persino a diventare l’Oscuro, per salvare l’amore della sua vita e la sua famiglia. Questo suo essere sempre pronta all’estremo, fatto dimostrato da almeno 5 stagioni a questa parte, rende la storiella delle forbici una mera cavolata.
Hook ha già accettato di amarla senza condizioni sapendo che Emma è fatta così. Introdurre l’idea che la voglia salvare senza che lei adempia al suo dovere significa mandare a Putt**e l’idea stessa che abbiamo di Emma. Insomma, ragioniamo. Fin dalla prima stagione abbiamo potuto vedere con quanta pervicacia inseguisse le persone che doveva rintracciare, abbiamo visto con quanta forza abbia difeso Henry e la comunità di Storybrooke e non vi aggiungo altro perché so che sto parlando con esperti della serie.
L’unica cosa che davvero posso salvare da questo bailamme di sconcertanti idiozie è sempre lei: Evil Queen. Certo, a volte il suo personaggio è usato un po’ a cavolo, ma nella sostanza solo lei e in parte Tremotino, cioè gli unici rimasti fedeli a loro stessi, riescono a salvare dal tracollo l’episodio. Perfino la scena in cui la Evil bacia Tremotino è, pur non capendone la necessità, una boccata d’aria fresca in mezzo alla muffa di una stagione che sta diventando insopportabile.
Lei è colei che un po’ destabilizza gli equilibri, che ci fa fare un passo indietro nei mitici anni in cui la Dark gigioneggiava da par suo nelle vie di Storybrooke e nel mondo delle fate. In fondo che male c’è ad avere un male e un bene così perfettamente diviso? La Evil mette in atto ciò che ci aspettiamo da un animo contorto e maligno, ma allo stesso tempo sappiamo già che ha delle debolezze: orgogliosa perché rifiuta l’aiuto di Tremotino e inoltre è incapace di far del male al proprio figlio, a Henry (ma non doveva essere 100% Very wicked?) . Insomma, sono le sue debolezze, il suo puntino bianco a far sì che la Regina cattiva sia forse la migliore idea di tutta la sesta stagione.
Troppo poco però per salvare un episodio che ha costruito una vicenda partendo dal passato e aggiungendo ulteriori pezzi a un mosaico che ci domandiamo per quanto tempo fornirà tessere agli autori prima di collassare su se stesso per le troppe crepe.
Sul finire della puntata però ho visto una luce di speranza, qualcosa che mi ha fatto quasi sorridere. Lo sguardo di Regina che dopo sei stagioni ancora vuole il cuore di Snow. Cioè, ci risiamo? Un altro giochetto al massacro fra storie mai raccontate insipide e personaggi aggiunti a valanga per coprire la povertà di idee di questa serie? Ma come detto prima, pur nella sua scontatezza, un ritorno alle origini è una flebile luce di speranza in cui io e credo molti estimatori di questa serie confidiamo.
Un saluto alla pagina amica SwanQueen Italia.
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Passo e chiudo.