Dopo un episodio molto positivo, Once Upon a Time tiene botta anche in questa puntata. Niente che possa farci gridare al miracolo, ma perlomeno la tematica si è focalizzata sui veri protagonisti almeno per gran parte dell’episodio.
L’amore dopo la maledizione di Regina è difficile e complicato, ma nonostante tutto, seppur al lumicino, esso vive dentro i nostri Charming ed è bello quando malgrado le avversità si continua a dare e ricevere amore. Certo, alla lunga tutto questo potrà deteriorarsi e perdere anche quell’aura di romanticismo, ma di certo non potrà essere sconfitto.
Anche l’idea dello specchio, il luogo dove uscire è complicato, è una buona trovata. In fondo cos’è lo specchio se non un riflesso contrario di ciò che siamo? Regina e la Evil Queen sono proprio questo: uno specchio nel quale il bene e il male si sono staccati provocando qualcosa che le leggi della natura non potranno sopportare a lungo. Un equilibrio è stato rotto e lo dice abbastanza chiaramente il Dragone (a proposito, Toriyama ringrazia per la copiatura del drago Shenron) alle due mamme di Henry. Presto o tardi l’equilibrio andrà ripristinato o le conseguenze saranno nefaste.
Eppure la Evil ha una debolezza, qualcuno che ancora ha spazio nel suo animo nero. Henry continua ad essere la sua ossessione. Vorrebbe in qualche modo che lui comprendesse la mostruosità di certe scelte, capire cosa si prova quando si devono prendere delle decisioni che all’apparenza sembrano malvagie ma che sono quasi obbligate.
Henry finalmente esce dal suo guscio e diventa una persona matura. Basta vestiti da mezzo sfigato, basta atteggiamenti da bambino piagnucoloso e vittima degli eventi. Henry diventa adulto e lo fa nel modo più positivo che si possa pensare: mettendo la Evil di fronte alla proprie debolezze, alle proprie miserie, alla propria solitudine. Noi sappiamo che dette da altri, da Emma, dalla stessa Regina, quelle parole non avrebbero avuto il fragore che hanno avuto dette da Henry, che rappresenta per la Evil Queen l’unica persona a cui davvero tiene.
In tutto questo va fatta una considerazione: la famiglia viene ora agitata davanti al cattivo, come simbolo di unione, di forza e amore. Ma come? Fino a due puntate fa Hook non era degno della famiglia ed Henry lo stava odiando, Emma non rivelava i suoi incubi per paura che la famiglia non fosse capace di sopportarli. Quindi ci si chiede di quale famiglia Henry stia parlando.
Forse la maledizione della Evil Queen alla fine ha finito per saldare invece che dividere? Proviamo a pensarla in questo modo e proviamo ad immaginare che finalmente la stagione si concentri più sui suoi protagonisti che non sui mille personaggi, a volte inutili, che si sono alternati nelle ultime stagioni.
Tremotino invece continua per la sua strada e non sembra preoccuparsi troppo del come ottenere le cose che gli servono per tenere Belle in suo potere ed eliminare chi ostacola il suo cammino. Come al solito il nostro buon Oscuro è il personaggio che non tradisce le attese. In ogni stagione, se notate bene, ha un suo obiettivo e lo persegue mentre tutto intorno a lui si agita, si evolve. Egli è, anche quando ama, presente a se stesso e alla sua natura. Belle vorrebbe ribellarsi a questa situazione ma il personaggio è, passatemi il termine, “inutile”. Belle non ha come personaggio l’imponenza di Tremotino e malgrado si tenti in tutti i modi di darle una qualche dignità, resta sempre e soltanto l’oggetto dell’amore dell’Oscuro a cui però manca quella forza e quella drammaticità che lo rendano minimamente credibile.
Persino l’alleanza con Zelena, naufraga miseramente, eppure dovrebbe essere lei a dettare le condizioni all’Oscuro. Il figlio che porta in grembo è il suo: è come aver una pistola puntata alla sua tempia, una bomba a orologeria dalla quale Tremotino non potrà sfuggire.
Continua a farmi abbastanza senso questa perversa alleanza, anche sessuale a quanto sembra, con la Evil Queen. Provo un senso di leggera nausea nelle scene in cui si baciano, non so se anche voi avete la stessa sensazione. Probabilmente è un effetto voluto dagli showrunner e in questo devo dire che, almeno per quanto mi riguarda, ci sono riusciti benissimo.
Ci stiamo avviando verso un sentiero abbastanza complicato. La famiglia però torna al centro dell’attenzione e ciò che ne ricaviamo nel complesso è una buona sensazione, si respira come nello scorso episodio un’aria nuova che però fa chiaro riferimento alle origini della serie.
Coraggio Kitsis e Horowitz, continuate così e l’orlo del precipizio dove avete fatto cadere la serie negli ultimi tempi sarà solo un cattivo ricordo.
Un saluto alla pagina amica SwanQueen Italia.
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Passo e chiudo.