Once Upon A Time – Recensione 6×19 – The Black Fairy

Proprio vero che quando la storia lo richiede, quando ci si trova davanti ad un episodio cruciale, Once Upon a Time riprende vigore e si offre a noi con una freschezza quasi inusuale ormai. In attesa dell’inutile (parere personale) episodio musicale, la storia di Fata Corvetta piace e tanto.

La fatine buone… se, magari.

La nostra cinerea fatina è un po’ l’emblema di quanto si va dicendo da tempo sui cattivi delle favole presenti nello show: i cattivi non sono mai troppo cattivi e i buoni non sono mai troppo buoni. Sono le scelte della vita che ti portano a diventare cattivo, diventare Rumplestiltskin, diventare Zelena o perfino Regina Mills. L’elenco sarebbe lungo e se siete arrivati fin qui e state leggendo la recensione significa che non ho bisogno di proseguire il lungo elenco.

La mia faccia alla notizia dell’episodio musicale.

Ho provato allora a immedesimarmi in Fata Corvetta per capire se anche io come lei avrei alla fine scelto l’oscurità per salvare mio figlio da un destino tragico come quello del Salvatore, destinato a battersi fino alla morte con la grande malvagità dalla mezzaluna. Credo che io o tutti noi davanti a un destino così crudele avremmo fatto le stesse scelte di Corvetta, senza badare troppo alle conseguenze.

Regina vuole salvare Henry affidandolo alle cure di Zelena.

Lei è vittima di quello che persino gli dei dell’olimpo temevano sopra ogni altra cosa: il fato, il destino crudele che ti regala la gioia di un maschio e allo stesso tempo lo lega a una condanna quasi certa. Ma lei non è disposta a cedere, non vuole arrendersi al fatto che suo figlio sarà il Salvatore nella lotta finale fra bene e male. Perfino dargli un nome sarebbe stato un modo per identificare il suo percorso e proprio per questo lei evita accuratamente di farlo, lasciando che siano altri ad occuparsene.

Metteteci una musica di Ennio Morricone e il gioco è fatto.

Le fatine non fanno una bella figura in tutto questo e anzi per certi versi si dimostrano cattive tanto quanto la nostra fatina oscura, e trovo la cosa abbastanza incomprensibile visto che per altri e per molto meno la fata Turchina si è messa in gioco per rendere il destino segnato meno crudele. Qui non trova di meglio che aprire un portale e spedirci Corvetta e la sua oscurità ormai resa palese dalla comparsa della mezzaluna sul polso.

Le scelte insomma segnano il destino di Tremotino al punto da renderlo vittima degli eventi ancora prima di diventare l’Oscuro e questo in parte spiega il motivo per cui in sorte gli sia toccato l’opposto esatto di ciò per cui era stato predestinato, in una sorta di gioco perverso nel quale alla fine il fato ne esce comunque vincitore lasciando sul campo solo vittime che reclamano un futuro diverso.

Si può diventare oscuri per salvare il proprio bambino? Certo. Chi non lo farebbe?

Le 3 fate nel loro antro, intente a rubarsi cuori, aprire portali e tagliare destini mi sono sembrate molto simili alle 3 parche della mitologia greca (oggi sono in fissa con l’Olimpo). Chi tesse, chi dispensa destino e chi taglia, d’altronde erano anche note proprio come Fatae, la variante sta nel fatto che l’ultima non taglia il filo della vita ma solo quella del destino. Una trovata che devo dire ho trovato geniale perché assomma in sé tutta una serie di convenzioni che si incastrano perfettamente nella logica di questa serie TV.

Turchina mi è sempre stata sullo stomaco, ma dopo l’episodio le cose sono peggiorate.

Così non ci meraviglia che alla fine l’Oscuro accetti di stare almeno per adesso dalla parte della mammina. Come non farlo davanti a una donna che ha accettato il peso dell’oscurità per un gesto d’amore nei suoi confronti? Anche noi adesso guardiamo fata Corvetta con occhi diversi e un po’ ci sentiamo partecipi della sua oscurità, della sua scelta estrema di strappare il figlio alla battaglia finale. L’Oscuro accetta mettendo delle condizioni, in primis il cuore di Gideon e la sua immunità e quella di Belle.

L’antro delle Fate o la caverna delle 3 Parche?

Si respira già da qualche episodio aria di saluti e di chiusura definitiva e permettetemi di segnalare il breve discorso fra Regina e Zelena oramai privata della magia, a cui viene affidato il destino della piccola Robin e di Henry, che dovranno ricominciare nel mondo normale la loro vita se per caso il male dovesse vincere. Purtroppo anche il destino favorevole potrebbe portare delle conseguenze sul mondo delle fiabe, e sapere Henry lontano da tutto questo è di grande conforto per Regina. Il suo rapporto con la sorella è davvero commovente e se esiste un personaggio che vorrei vedere nell’eventuale rilancio della serie è certamente Zelena con o senza poteri.

Passo e chiudo.

About Linox23

Nato nell'universo alternativo di Fringe diversi secoli fa. Mio padre alternativo mi ha iniziato alla visione delle serie tv fin dal 1975 con Kojak. Da quel momento le serie TV sono entrate nella mia vita. Top 5: Castle, Fringe, X files, Game of Thrones, Once upon a time. Hobby: Archeologia, misteri, cinema, anime e manga, lettura e scrittura.

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