Nonostante la lunga pausa per via dei festeggiamenti del Thanksgiving Day, devo ammettere in tutta onestà di non aver sentito la mancanza di Once Upon a Time tra le millanta serie TV che seguo.
La prima parte di stagione già andata in onda ha dimostrato debolezza narrativa, scopiazzo mal riuscito di quanto già visto in precedenza e pessima scelta in quanto a casting che non ha fatto altro che peggiorare la già precaria situazione di una settima stagione di cui nessuno sentiva il bisogno.
Sebbene le lacune e le mancanze siano massicce, dobbiamo spezzare una lancia a favore dei villain di turno che sanno il fatto loro e danno un po’ di brio e personalità allo scialbo mondo di fiabe di questo nuovo ciclo di eroi maledetti.
In genere, il telespettatore medio non dovrebbe essere portato a provare empatia per i cattivi di turno e a tifare per loro, ma lo scarso carisma di una Cinderella che si lagna e lamenta continuamente, l’apatia di un Henry adulto che ha ereditato ben poco da mamma Emma Swan e una chimica tra la coppia principale così debole da non far nascere nessun sentimento di shipping indiavolato, come invece era accaduto in passato, non aiuta di certo a patteggiare per i cosiddetti buoni.
One Little Tear pone il focus su Rapunzel che scopriamo essere nient’altro che Lady Tremaine. Una rivelazione che ci lascia forse perplessi ma non di certo stupiti, visto che il sospetto circa la sua vera identità si era fatto più insistente dopo Eloise Gardner.
La giovane Rapunzel è una giovane sventurata che si trova a dover stringere un diabolico patto con la strega Gothel per poter salvare la vita alle sue figliolette.
Rinchiusa in una torre in una foresta di rovi cosi intricata che nessuno la scovi, dopo sei lunghi anni la nostra eroina riesce a fuggire dalla prigionia grazie ai suoi leggendari lunghi capelli.
Il ritorno a casa è però amarissimo, degna trovata di una delle peggiori telenovelas sudamericane: il marito Marcus si è presto rassegnato ad averla persa – alla faccia del I will always find you dei nostri Charming – preferendo consolarsi tra le braccia di un’altra, una certa Cecilia, la quale si rivela essere nientepopodimeno che la madre di quella piattola di Cinderella.
Alla situazione, già ampiamente assurda di per sé, viene aggiunta un’altra buona dose di trash e di WTF: Drizella infatti non riconosce più Rapunzel come madre, preferendo invece la nuova moglie del padre.
Quella del veleno è parsa anche a me, fin dal principio, un’ottima idea. Anche se io non avrei avvelenato solo il cuore di quel bigamo di Marcus, ma lo avrei proprio fatto fuori.
Caput. Dasvidania.
Interessante, dopotutto, il cambiamento che ha subito la storia di Cinderella, anche se avremmo fatto volentieri a meno della sua incommensurabile lagna. Insomma, lo schiaffo morale se lo prende mamma Cecilia, ma io avrei preferito di gran lunga schiaffeggiare la faccia petulante della figlia.
Capiamo così perché Lady Tremaine sia più legata affettivamente alla sua Sleeping Beauty Anastasia piuttosto che a Drizella. Non mi sento di colpevolizzare in toto la donna, sebbene molte delle sue azioni e scelte siano da biasimare. Il suo modus operandi è comprensibile, anche se non condivisibile. Le circostanze nelle quali si è dovuta barcamenare l’hanno portata a forgiare una corazza di cattiveria e determinazione, necessaria per andare avanti e raggiungere i suoi scopi. Noncurante delle conseguenze per le sua nipotina, Lady Tremaine riesce a risvegliare la sua amata Anastasia. Per il momento quella marmocchia petulante e saccente è fuori dai giochi, ma non credo ci resterà troppo a lungo.
Chi invece barcamena nel buio è Rumple/Gold/Weaver alla ricerca della sua Belle perduta. Scoperti gli innumerevoli fascicoli sugli abitanti di Hyperion Heights da parte di Hook/Rogers, Weaver si è visto costretto a vuotare il sacco e a coinvolgerlo nella sua missione. Il rapporto tra i due è forse uno dei pochi elementi che si possono apprezzare davvero, così come gli stessi personaggi.
Gothel rimane ancora un cattivo da decifrare, non essendo ancora ben chiari i motivi di questa nuova maledizione e, più in generale, cosa voglia davvero da tutta la comitiva fiabesca. Le sue energie sono concentrate nella ricerca del Guardiano, un’entità pura e incorruttibile, disposta a sacrificarsi per gli altri.
Qualche pezzo inizia a tornare al suo posto e la noia si affievolisce di un po’ con The Eighth Witch.
Torniamo indietro nel tempo, precisamente al giorno della nascita di quella marmocchia petulante di Lucy. La grande festa alla corte di Francia perché c’è nel regno una lagna in più viene presto interrotta dall’arrivo di Drizella che lancia la profezia.
Poi salto in avanti di otto anni, nel giorno del compleanno della piattola.
Nelle poche ore che intercorrono prima che la maledizione venga scagliata, scopriamo la graditissima presenza di Zelena e Robin. E ritrovare la redenta strega dell’Ovest anche nel mondo reale non può che farci sperare che le sorti di questa strascicata settima stagione si possano risollevare con la 7B.
A Gothel e Drizella sono serviti ben otto anni per mettere a punto il loro diabolico piano, scomodando addirittura la Congrega delle Otto Streghe. Chi siano queste megere ancora non ci è dato saperlo, ma per lo meno daranno una valida ragione a Cinderella/Jacinda per fare ciò che sa fare meglio: lagnarsi e frignare a giorni alterni.
Anastasia è dotata di grande potere da cui deriva una grande responsabilità ma il dubbio che possa non essere lei il famigerato Guardiano si fa sempre più insistente.
Probabilmente questa fantomatica entità purissima altissima levissima deve essere ancora introdotta, quindi Anastasia è solo una potentissima strega e magari un membro della Congrega; forse il Guardiano è quella tritaminchia di Cinderella oppure quel babbeo di Henry, ma spero vivamente di sbagliarmi perché sono pronta a saltare sul primo volo utile per gli USA e mettere a ferro e fuoco gli studi della ABC.
Ho trovato più chimica nella singola scena tra Robin e Alice che in tutto il percorso d’amore che ci hanno propinato gli autori di Cinderella ed Henry. La ship è già nata ed è pronta per solcare i mari dell’One True Love.
Toccanti e strazianti le scene tra Hook e sua figlia, pronti al sacrificio l’uno per l’altra ma impossibilitati alla reunion per via della maledizione del cuore. Commovente è stato soprattutto il suo donare l’elefante, che ha creato Rumple per lui e sua figlia, a quell’ingrata lamentosa di Cinderella. Un nobile sacrificio che speriamo venga ricompensato.
Interessanti anche la scena con Rumple e ancora più interessante sarà scoprire come ha fatto a ritornare ad essere il Signore Oscuro. Forse un gesto d’altruismo perché nell’animo siamo lontani dal suo vecchio alter ego.
Molti interrogativi, poche risposte, poca curiosità se non per i veterani che continuano a mandare avanti una barca che purtroppo fa acqua da tutte le parti.
Concordo con quanto scritto.
Gli autori avrebbero dovuto incentrarsi su altre storie per far funzionare la settima stagione di OUAT.
Ci sono così tante fiabe ancora inesplorate da raccontare. Avrebbero dovuto cambiare la linea principale invece di copiarla e soprattutto cancellare la famiglia degli azzurri e progenie.
L’unica cosa che salva un po’ la situazione e che mi mette un poco di curiosità sono i personaggi: Robin, Alice, Rumple e Hook.