“Come allungare il brodo ed essere felici”. Con questa ricetta miracolosa (secondo loro), si è tentato di risollevare gli ascolti e rinnovare questa serie TV che invece, stancamente e deludentemente si avvia al dimenticatoio senza troppi rimpianti se non per le prime 3/4 stagioni.
Il peso di un nome.
Mai come in questa stagione di Once Upon a Time ho fatto fatica con i nomi. C’è una girandola di nomi doppi, tripli addirittura che si inseguono e si confondono. Un modo forse per farci perdere di vista la povertà di una trama e di un intreccio che ha ormai segnato il passo e che aveva bisogno solo di finire nel cassetto dei ricordi o nei cofanetti DVD con scritto: “Serie Completa”.
Se questa serie TV si fosse chiamata: “La magia ha un prezzo”, e fosse stata staccata da Once upon Time e dalla sua perversa logica, io credo che sarebbe stata la miglior scelta possibile. Infatti pur con pesanti critiche da fare, questa stagione in certi aspetti (pochi purtroppo), ha degli spunti interessanti che però perdono di brillantezza se diluiti dentro la brodaglia ormai vecchia di sette stagioni.
Per esempio la parte investigativa a mio avviso è forse più riuscita di tutta la stagione e io avrei insistito molto su questo aspetto “Giallo” e meno sulla bamboccia e sulle operazioni “mangusta” et simili delle quali davvero non ne possiamo più.
Un taglio più adulto che rendesse la serie gradita a tutti quei sedicenni che avevano seguito la prima stagione e che ora a più di vent’anni non possono ancora vedere scene come quelle del mondo delle fiabe con Alice e la figlia di Robin a caccia di Elfi giganti o la suddetta operazione segreta fra Lucy e Regina.
Doveva essere il momento di scelte radicali, di terapia intensiva per mettere davanti allo spettatore una stagione cazzuta, adulta che dimostrasse di essere cresciuta con i suoi spettatori, maturata e pronta soddisfare un target diverso di persone.
In questi due episodi si è però capito come tutto ciò sia davvero impossibile finché si ragiona all’interno di una serie TV ormai morta. Devo dire che l’episodio 13 molto centrato sulla parte inquisitoria con queste strane morti e questa ambientazione abbastanza dark, mi era quasi piaciuto, così come il tentativo, purtroppo fallito di portare la parte magica e fiabesca su un livello diverso.Ho detto purtroppo perché alla fine si finisce sempre per mischiare il tutto alle solite cose trite e strausate di Once upon a time.
Il binomio Mondo delle Fiabe/Realtà non funziona più.
Una cosa che probabilmente avrebbe dato una scossa vera e non la menata di Henry Mills e Lucy, sarebbe stato l’addio definitivo al mondo delle fiabe, cioè a quella parte melensa, insopportabile che lega il mondo di Hyperion Heights al mondo delle fiabe.
L’inutilità di farci vedere la parte fiabesca nell’economia di una stagione che avrebbe potuto benissimo farne a meno è ai miei occhi troppo evidente. Perché non utilizzare i personaggi delle fiabe alle prese con il mondo attuale senza salti temporali, senza catene che li avvinghiano alla dimensione ormai pesantemente sfruttata della fiaba?
Nessuno vuole distaccare Cenerentola, Hook, Tremotino e gli altri da ciò che sono, ma semplicemente farli interagire in una dimensione nuova che non debba per forza reggersi sempre sull’ennesima rilettura pesante e sinceramente fastidiosa di quelle 4/5 storie che alla fine fanno da cardine a quasi tutto Once Upon a Time.
La magia ha un prezzo giusto? Ottimo chi la usa nel mondo moderno sa che deve pagarne le conseguenze e da questo aspetto io sarei partito per la stagione 7 dando addio definitivo al vecchio modo di scrivere la serie TV. Mai come in queste ultime puntate ho sentito pesante il divario fra ciò che si sviluppa in epoca moderna e ciò che dovrebbe fare da legame nel mondo delle Fiabe. Tutto sa di stantio, di rugginoso e l’ingranaggio narrativo, già pesante nella stagione 6, si blocca o quasi in questa stagione 6.
L’episodio 13 ha portato a galla una storia legata ad Hook che potremo da ora nominare “Mainagioia” e che presa nella sua essenza è stata bella, edificante, ma se la mettiamo dentro Once upon a time gran parte di quanto detto si perde e si diluisce davanti a cose che almeno personalmente trovo insopportabili.
Esempio? Tremotino in gabbia con Hook che gli chiede come liberare la figlia dalla torre. Quante volte i vari personaggi si sono alternati davanti a quella gabbia? Tante vero? Vedere i personaggi cristallizzati nei loro ruoli e messi dentro scene forzate che sfiorano il comico se non il ridicolo fa male.
Il bacio del vero amore e altri orrori
La pervicace convinzione che il prodotto con pochi ritocchi potesse essere gradito l’avevano solo 3 persone: ABC, Kitsis e Horowitz. La riproposizione degli stereotipi che hanno reso famosa la serie con delle varianti che ho trovato deprimenti per non usare altri termini.
Il bacio del vero amore può far finire l’incantesimo ma Henry è avvelenato e potrebbe morire non appena lo riceve. Avete mai letto stupidaggine cosmica più grande? Cioè non fraintendete, se fossimo alla stagione 1 episodio 1, potrei anche accettare la cosa, ma ragazzi stagione 7 e ancora me la menate con sta storiella del baciuzzo per salvare il mondo e del velenino che uccide Henry? Suvvia ora si capisce perché rispetto allo scorso anno la serie ha perso altri 3 punti.
Nell’episodio 14, Tilly prova ad essere più personaggio di quello che era stato finora e per fortuna sua e nostra, la puntata è stata ben amalgamata fra passato e presente tanto da poter essere quasi una boccata d’aria fresca dopo l’episodio 13, invero pesante e difficile.
Devo ammettere che come personaggio Tilly è fra i meglio riusciti di tutta questa stagione. Ha profondità e quell’aura di pazzia che io adoro in certi caratteri e che ne caso di Tilly ci sta benissimo. Inutili e pesanti invece Lucy, Facilier/Samdi e tutta quella parte poco legata all’investigazione.
Tirando le somme posso dire che malgrado tutte le critiche che merita questa settima stagione, gli episodi in questione hanno comunque fornito una discreta prova con mia preferenza per il 14 e per come Hook, Tilly, Robin hanno reso il tutto meno scontato e trito.
Passo e chiudo.
Sono d’accordo. I personaggi meglio riusciti sono Alice (fantastica l’attrice), Hook e Robin. Tutti gli altri sono abbastanza inutili.
Sarebbe stato bello se avessero incentrato l’intera serie su questi personaggi, magari sì con una chiave più matura e strong.