La questione relativa ad Hyperion Heights si chiude finalmente dopo 20 episodi quasi tutti da bocciare, non tanto per colpa loro, ma per colpa del peso che si trascinano dietro dalle 6 stagioni precedenti. Ci aspettano 2 episodi conclusivi nei quali un vero malvagio si parerà davanti ai nostri eroi.
Lo sforzo di fantasia.
Ho sempre sostenuto che questa stagione di Once Upon a Time non fosse necessaria e ne sono assolutamente convinto pure ora. Si poteva e doveva fare molto meglio, a cominciare dal farne uno spin-off e non un continuo, cosa che almeno sulla carta avrebbe suscitato un minimo di curiosità in più anche in un pubblico notoriamente pigro come quello americano.
Kitsis, in una recente intervista, ha confermato che questi ultimi episodi saranno come montagne russe, la storia ci sembrerà andare da una parte e invece va dall’altra (semplifico). Ma caro Kitsis, tu dimentichi che hai alle spalle 7 stagioni e, a meno di farmeli ritrovare sull’astronave di Alien o dentro This is Us, ogni mossa sarà sempre e comunque inutilmente prevedibile e scontata.
Meraviglia davvero che un autore geniale come lui possa pensare davvero che far arrivare il Tremotino cattivo dal regno dei desideri possa sorprendere lo spettatore, mi rifiuto di pensare che sia così limitato da immaginare una cosa simile. Di Tremotino esistono ormai almeno una decina di ricette: Il buono, il cattivo, il mezzo buono e cattivo, il cattivo per interesse, quello per amore, il buono a comando, il cattivo ricattato e non vado oltre.
Pur amando Robert Carlyle come attore, il quale – sono certo – darà ancora una volta un’ottima prova anche in questo finale di stagione, non posso che manifestare tutta la mia delusione per questi ultimi episodi che, dato l’incipit, si presentano davvero miseri.
Non sarà sufficiente resuscitare i personaggi o richiamare con la trombetta gli esuli per rendere il finale gradito allo scrivente, che ha seguito questa settima stagione nella pia illusione che davvero ci fosse uno strappo nel tessuto narrativo. Dopo questo episodio, per me arriva la conferma definitiva che la serie è finita con la stagione 6, perfetta nella sua accogliente e corale conclusione.
Parliamo dell’episodio.
Dalla redazione mi dicono che devo parlare dell’episodio e allora diamoci dentro. La riunione di streghe porta Tilly a prendere coscienza del suo potere di maga, una conoscenza che avviene dopo aver appreso da Gothel che il poliziotto Rogers/Hook è suo padre. Scena anche carina da molti punti di vista che mette davanti non tanto il male quanto l’odio covato da Gothel verso tutti gli uomini rei di aver sterminato la sua famiglia.
Gothel non ha mai avuto lo spessore della vera cattiva. Non ha mai nemmeno sfiorato il carisma di una Regina delle prime stagioni o di una Zelena o meglio di un Tremotino dei tempi migliori. La pesante maledizione di Hyperion Heights, che ci ha tenuto (insomma) con il fiato sospeso, viene alla fine tolta da una semplice telefonata di Henry ad Henry.
No, non guardatemi così. Niente formulette, niente bambolette voodoo, niente magia, ma solo un numero di telefono, che come in Matrix, risucchia l’Henry adulto dentro la sua vera identità, così come accade nel famoso film appena citato nel quale i protagonisti della resistenza si risvegliano dall’inganno per ritrovarsi nel mondo reale.
Il trucco dunque sta proprio nel far convivere contemporaneamente i due Henry, ma spostato nel tempo quello di Hyperion che è già adulto e nello stesso tempo lasciare l’Henry di Storybrooke più o meno nella stessa epoca in cui è finita la stagione 6, alle soglie della scelta del college.
Proprio il suo essere adulto è il motivo per il quale egli pensa di non appartenere al mondo delle fiabe. Non è la magia che gli impedisce di capire, ma solo il fatto di essere un adulto razionale. L’unico modo per fargli riacquistare la memoria è proprio fare una semplice telefonata al se stesso adolescente che in questo momento a Storybrooke sta per ritirare il suo diploma, il vero Henry che crede nelle favole, nella magia e nel lieto fine.
Tutto quindi ci riconduce non all’amore fra Cinderella ed Henry, ma al vero e unico forte amore che è in grado di spezzare ogni incantesimo, e cioè quello per la madre Regina Mills. Ci sarebbero alcune cose da ridire su alcune questioni di logica temporale fra l’Henry ormai adulto che parte per visitare i regni incantati e l’Henry che si diploma, e anche sul legame forse ancora più forte fra Henry ed Emma, la vera madre… non dimentichiamolo. Ma chi se ne frega di queste piccole sciocchezze, di queste quisquilie di poco conto, quando venti episodi li liquidi con una chiamata e Gothel ridotta a fare da albero in cui i cani alzeranno la gambetta?
Tremotino c’est plus Facilier
Martufello, prendi appunti… Finito in modo indecoroso il lungo percorso di Hyperion Heights, cosa si inventano? Nulla. Infatti tolgono dalla naftalina il Tremotino del regno dei desideri (escamotage per far resuscitare anche altri morti illustri dei quali sinceramente potevamo farne a meno) e lo catapultano nella realtà di Weaver/Gold. Una scelta alquanto ruffiana per chiudere definitivamente il capitolo Once Upon a Time (speriamo).
Il Tremotino del regno dei desideri non ha però le limitazioni in senso positivo di Mr Gold. Lui è l’essenza stessa del male, il signore Oscuro con la O maiuscola. Niente punti deboli, niente Belle da resuscitare, niente figli per cui sacrificarsi, pura malvagità distillata.
Sarà quindi come vedere un film con tutti i nostri protagonisti impegnati per circa un ora e mezza a contrastare questa nuova/vecchia minaccia. Forse quello che vedremo era la sceneggiatura proposta da Kitsis e Horowitz per un film finale di Once Upon a Time nel caso fosse stata cancellata la serie alla stagione 6? Non lo sapremo mai.
Di sicuro il mio animo è contrastato nel sapere che Once Upon a Time chiude. Da una parte non posso che dispiacermi per una serie TV che ha davvero portato una ventata di novità positiva e ha reso iconici alcuni personaggi come poche altre serie sono state capaci di fare. Dall’altra parte sono sollevato nel sapere che l’agonia narrativa e il coma nel quale era caduta sono finalmente finiti. Era come un malato terminale attaccato alle macchine e questo mi faceva un po’ piangere il cuore.
Una rosa stupenda per 5 stagioni (diciamo 4) i cui petali caduti sono stati riattaccati con il nastro adesivo per le successive stagioni. Ma la magia si era già persa e niente la poteva restituire.
Passo e chiudo