Orphan Black – Recensione 2×06 – To Hound Nature In Her Wanderings

"Orphan Black" Ep 206 Day 7 Photo: Jan Thijs 2013

“We’re stronger together”

Questa frase è simbolica per questa stagione di Orphan Black. Se ci dimentichiamo un attimo che tutti i cloni, personaggi differenti fra di loro per carattere, modi e apparenze, sono interpretati dalla splendida Tatiana, è la prima cosa che salta subito all’occhio. Questa unione fra tutti i personaggi è il motore dello show in questo momento. I cloni agiscono uniti (levando l’apatica Rachel per ora) e tutti i personaggi secondari stanno facendo i salti mortali per capire cosa sta succedendo, cercando una soluzione per non morire per mano di qualche misteriosa associazione/setta o per via di qualche malattia incurabile.

Siamo al giro di boa di questa seconda stagione di Orphan Black e la sua forza, a parte l’incredibile ondata di rivelazioni, trame, momenti divertenti, è proprio questa sorellanza che si è creata fra tutti i personaggi per combattere il male comune. Quello che ci chiediamo infatti è: chi è il male ? Chi c’è dietro tutto questo? E le risposte cominciano pian piano ad arrivare.

Riguardo alleanze e amicizie strane, Helena è quella che regala le migliori gioie. Il clone più creepy e a tratti anche più affascinante, dietro le sue psicosi si nasconde una normale ragazza che ha bisogno solo di compagnia. Con Sarah riesce a divertirsi durante le indagini, fra camping e road trip esilaranti. E questa settimana si becca pure una bella cotta per un ragazzo in un bar (aka Patrick J. Adams, famoso per Suits), provoca una rissa all’interno del suddetto bar e alla fine, per via di una sorta di maternità ritrovata, decide di ritornare dai Prolethians per avere i “suoi bambini”. Essendo la gemella di Sarah, ha la certezza di poterli avere.

Durante l’escalation di Helena, Sarah si mette seriamente a lavoro, scoprendo cosa accadeva nella clinica di Cold River, luogo malefico dove venivano fatti i peggiori esperimenti sui bambini. Ma per non farci rimanere a bocca asciutta, arriva a trovare persino dove è nascosto il professore Ethan Duncan, vittima della demenza senile dopo essere rimasto 20 anni nascosto in una casetta in compagnia di una ventina di uccellini in gabbia, per nascondersi dal professore Leekie che passa ad essere il vero cattivo della situazione. Questa cosa cambia le carte in tavola, perché fin ad ora credevamo che lui fosse quello dalla parte dei nostri cloni. Senza scordare che per qualche anomalia genetica, ogni clone rischia di morire per una misteriosa malattia polmonare che potrebbe colpire tutti (Cosima ne è già vittima), Kira compresa. Ah, da notare bene che la nostra amata Siobhan sapeva tutto dall’inizio e riesce anche a convincere Paul a stringere una nuova alleanza. Se è per il bene comune di tutti i cloni o per qualche altra ragione personale non ci è dato saperlo, possiamo solo tirare a indovinare.

L’ultima è Alison, in rehab, con cui ritroviamo in buon caro e vecchio Vic (the dick). Devo dire che ci ero cascato vedendolo calmo e pacato pregare per la non violenza e il mantra (ricordando i cari bei tempi della prima stagione, dove ne ha passate di tutti i colori). Ma si rileva solo una facciata perché ora fa la spia per Angie, forse il personaggio più fastidioso in questo momento, che vuole scoprire a tutti i costi cosa sta succedendo, ma vederla comparire solo sullo schermo mi fa venire veramente l’orticaria.

Al contrario si potrebbe fare benissimo uno spin off sulle avventure di Felix e Artie assieme. Micidiali e divertenti e nello stesso tempo, grazie alle informazioni lasciate da Maggie Chen stanno cominciando pure loro a unire i vari pezzi di questo complicatissimo puzzle. Potrebbero essere i nuovi protagonisti di una serie alternativa di True Detective.

Per concludere beccatevi il promo della prossima puntata e ricordatevi di passare da Orphαn Blαck Teαm ϟOrphan Black Italy e dalla nostra pagina Facebook!

Wilfred

Quando nel 2007 ho scoperto che per vedere le ultime due stagioni di OZ dovevo usare i sub in inglese, è stato l'inizio della fine.

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