Orphan Black – Recensione 2×10 – By Means Which Have Never Yet Been Tryed

 

Mi è stato riservato l’onore (e onere) di recensire il season finale della seconda stagione di Orphan Black, che, lo dico subito così ci leviamo dall’impiccio, ho trovato veramente straordinaria.

E non era compito facile, dopo una prima stagione acclamata da tutti e una storia non facile da portare avanti per la sua oggettiva complessità.

Questa seconda stagione è riuscita ad ingarbugliare ancora di più la matassa, senza diventare incomprensibile, ad aggiungere nuove eccezionali interpretazioni della Maslany (Tony, Rachel) e, last but not least, a concludere veramente col botto: non so voi, ma le ultime due scene mi hanno veramente tolto il respiro ed ho fissato lo schermo nero pensando “Non riuscirò mai ad aspettare un anno!”. E non mi capita con molte serie.

Ma veniamo a questo decimo episodio, che si apre con la resa incondizionata di Sarah al Dyad, ultimo tentativo per cercare di salvare la piccola Kira. Ho adorato Sarah e il suo sentimento materno che prevale su tutto, anche sul suo istinto di sopravvivenza e libertà.

Nel frattempo, Miss S. e Cal cercano un’altra via dall’esterno per proteggere la loro famiglia e lo fanno scendendo a patti con l’infiltrato nei piani alti del DYAD, la algida Dottoressa Marian Bowles (la sempre bellissima Michelle Forbes).

Primo, ottimo e inaspettato colpo di scena: la donna sembrava aver votato la propria vita all’istituto e, dopo le minacce al Dottor Leekie e a Rachel, mi ero convinta che sarebbe stata uno dei grandi cattivi della prossima stagione, perfetto sostituto del viscido Leekie, che come nemico non mi aveva mai convinto più di tanto.

Invece la Bowles sta facendo il doppio gioco, dà l’impressione di voler aiutare Sarah, prima facendola fuggire con la figlia dal DYAD e poi rivelandole il terribile segreto riguardo al Progetto Castor. Ma chi è veramente Marian Bowles? Sembra essere davvero potente e non teme nessuno, ma chi sono i suoi superiori? Sta davvero aiutando Sarah o la sta manipolando per ottenere qualcosa da lei? Questa domanda le porteremo con noi fino alla terza stagione.

A proposito di doppio gioco e posizioni ambigue, non posso tralasciare la fantastica Miss S., uno dei personaggi più enigmatici di tutta la serie.

Io e i miei colleghi crusher vorremmo uno spin off tutto dedicato a lei, che racconta come la giovane Shioban sia stata coinvolta nella guerra dei cloni e come abbia conosciuto tutta la verità.

Nonostante Shioban sia ambigua e totalmente inaffidabile, non si può non amarla, lei e il suo irresistibile british accent, il suo thermos di tè e il suo esserci sempre e comunque per Sarah, Kira e Felix.

Ho veramente apprezzato anche il lavoro fatto con il personaggio di Cal: in una serie così prepotentemente femminile e femminista, introdurre la figura del padre di Kira poteva essere molto pericoloso, c’era il rischio che finisse confinato in un angolo a guardarsi in giro spaesato senza capirci nulla di quello che gli accadeva intorno.

Cal non è stato così neanche all’inizio, quando era all’oscuro di tutto. È sempre stato un personaggio forte, intelligente e interessante, un punto di forza per Sarah e tutti, come Kira, ci siamo subito affezionati a lui.

In quest’ultimo episodio Cal scende in campo in prima persona, al fianco di Miss S., e rischia tutto per la sua famiglia.

Mi è piaciuto molto più di quell’insipido pesce lesso di Paul (che si azzarda pure a fare il geloso!!), nuovo alleato (o pedina?) di Siobhan. Speravo di non doverlo più vedere, ma dubito sarà così.

Per quanto riguarda le sestre, questo è stato l’episodio della reunion: vedere tutti i cloni insieme che danzano felici nella stessa stanza mi ha fatto pensare (di nuovo) a quanto sia incredibilmente brava la Maslany. Ci ha regalato dei bellissimi personaggi, tutti così diversi e ben caratterizzati, che non ci rendiamo neanche conto che hanno gli stessi lineamenti e lo stesso sorriso!!

Ovviamente Rachel non è stata invitata al pigiama party: lei è l’outsider, la scienziata crudele che vuole fare esperimenti sulle sue sorelle, o forse solo la bambina fragile e abbandonata che non si sente amata abbastanza. La Maslany è riuscita a dare uno spessore anche a Rachel, che poteva essere molto più monolitica nella sua sete di conoscenza e di vendetta. Questa Rachel invece è, sotto sotto, debole ed insicura, ma anche disposta a fare scelte difficili per raggiungere i suoi obiettivi. Non troppo diversa dalle sue sorelle, insomma.

Non nascondo di avere una predilezione particolare per Helena e penso che la sua storyline sia anche quella più interessante, soprattutto ora che sappiamo del Progetto Castor.

Veniamo a questa bomba, sganciata un secondo prima dei titoli di coda: esistono anche cloni uomini. Voi come avete preso questa scioccante rivelazione?

Io l’ho trovata una complicazione veramente geniale, l’esistenza di un progetto parallelo di copie umane maschili.

Nella terza stagione tutto sarà raddoppiato e sono curiosa di capire se la fuga d’amore di uno dei cloni uomini con la ragazza che porta in grembo i bambini di Helena sia casuale o parte di un piano molto più ampio.

Mentre alla fine della prima stagione brancolavamo nel buio, questa seconda stagione, puntata per puntata, ha lentamente svelato diversi misteri (come è nato il progetto dei cloni, chi l’ha attuato, cosa sia il DUAD) e ci lascia con una terribile domanda: perché sono stati creati cloni uomini e donne?

Oltretutto, come ben sappiamo, le cloni femmine sono sterili.

Personalmente promuovo la stagione, il finale, gli attori e non vedo l’ora che cominci la terza.

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