Outcast – 1×02 – (I Remember) When She Loved Me

Outcast

Se nella prima puntata avevamo avuto qualche dubbio, arrivati alla seconda possiamo tranquillamente dire che Kyle Barnes è il  vincitore a mani basse dell’appellativo MaiUnaGioia, uno dei personaggi più tristi che sia mai stato creato, anche più di Jorah Mormont di Game of Thrones. Picchiato brutalmente dalla madre posseduta, rimasto orfano perché per difendersi dai pestaggi quotidiani la manda in coma, mollato dalla moglie, non può vedere la figlia, disprezzato dalla comunità di Rome e, come se non bastasse, non è nemmeno lontanamente vicino a capire quello che sta succedendo con i demoni. Dobbiamo fare qualcosa, scrivere una mega lettera di protesta a Kirkman, neanche in una serie tv si trattano così le persone, ma soprattutto perché non posso stare 44 minuti con la vista appannata dalla lacrime, mi rimangono gli occhi gonfi e di sabato non è mai bello.

Outcast

Polemiche dettate dalla mia estrema sensibilità a parte, questo show mi convince sempre di più. Come si intuisce dal titolo, la puntata è incentrata sul rapporto tra Kyle e la madre. Nei flashback vediamo come la vita di Kyle fosse perfetta prima della possessione, ma soprattutto, e secondo me questo è l’elemento più importante, che la possessione avviene all’improvviso, non ci sono, almeno per il momento, segnali che l’annunciano e questo vuol dire, almeno potenzialmente, che tutti possono essere posseduti senza che qualcuno se ne accorga.

Outcast

L’ottima interpretazione di Patrick Fugit riesce a coinvolgere anche noi nella spirale di disperazione e sofferenza del protagonista. Nei flashback, la fotografia ha il compito di mostrare il trauma subito da Kyle, mettendo in contrasto con una luce chiara i momenti belli e con una più scura quelli orribili, ricreando le atmosfere cupe e claustrofobiche disegnate da Azaceta nel fumetto, dal quale già si discosta. Come abbiamo visto con The Walking Dead, Kirkman non ama riprodurre fedelmente il fumetto, scatenando spesso perplessità e polemiche dei fan della serie cartacea. Nel caso di Outcast, invece, è stata la scelta migliore. La scena in cui Kyle porta a casa la madre ci fa comprendere la dimensione di tutta la frustrazione del protagonista nei confronti di un passato ingiusto e di un presente che, sempre più, sembra sfuggirgli dalle mani.

Outcast

Non solo il protagonista è caratterizzato meglio del fumetto, anche gli altri personaggi lo sono. Il Reverendo Anderson, portato magnificamente sullo schermo da Philip Glenister, è molto più incisivo del suo alter ego cartaceo e, lasciatemelo dire, meno male. L’ultima cosa di cui ha bisogno la serie è di un religioso insicuro, ciecamente fedele al suo credo che non si accorge di quello che sta realmente succedendo. No, Anderson, con una mente acuta, pur restando molto credente, riesce sempre a capire la situazione e a dire e a fare la cosa giusta. Un vero sostegno psicologico per Kyle, che senza di lui si perderebbe ancora di più nel mondo in cui si è auto relegato.

Outcast

Ma una presenza forte sulla scena ce l’hanno anche gli abitanti di Rome, a cui bastano pochi sguardi per infittire il senso di mistero che abbraccia la cittadina. Prima su tutte Mildred (Grace Zabriskie) che sembra disprezzare, più degli altri, Kyle. E poi c’è lui, il mistero per eccellenza, l’uomo vestito di nero, il cui nome ancora non è stato svelato perciò non vi dirò nulla se non che è interpretato in modo sublime da Brent Spiner, il mitico Data di Star Trek: The Next Generation. E’ grazie a lui che nel finale, insieme a Sarah Barnes (Elle Trapkin), la madre di Kyle, scopriamo l’informazione più agghiacciante dell’intero episodio, Sarah è in grado di percepire tutto quello che le sta intorno, capisce perfettamente la situazione che si sta creando intorno al figlio, probabilmente conosce anche il motivo di tutto ciò, ma non può fare nulla perché è prigioniera del suo corpo e sfoga tutta la sua frustrazione in una singola lacrima.

Outcast

Con questa seconda puntata, Outcast, conferma le cose belle che si sono viste nel pilot e dimostra di essere in grado di prendere il meglio del fumetto e di perfezionarlo.

Come sempre vi invito a lasciare un commento con i vostri pensieri e a passare alla pagina Outcast – Italia.

VN:F [1.9.22_1171]
Rating: 0.0/10 (0 votes cast)
VN:F [1.9.22_1171]
Rating: 0 (from 0 votes)

About Serendipity

Per descrivermi basterebbe dire che sono un'accozzaglia di immaginazione, sogni e passioni. Archeologa con mille interessi come la lettura, il cinema, il basket, la danza e la fotografia. Sono cresciuta a pane e serie tv. In tempi non sospetti ero già un'addicted di telefilm come Stargate SG1, Streghe, Buffy-l'ammazzavampiri, Xena:la principessa guerriera, Hercules, Sex and the city... fino ad arrivare ad oggi dove riconosco i giorni della settimana solo in base alla puntate che devo vedere.

Check Also

got game of trhone

Game Of Thrones – Recensione 6×08 – No One

Quando si vede Game Of Thrones, bisogna partire sempre dal presupposto che tutto è possibile ...

Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.
This work by Serial Crush Staff is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.5 Italia.