N.B: Questa settimana, per il secondo episodio di Outlander, Castle Leoch, Serial Crush vi propone un’analisi realizzata da una non lettrice dei libri da cui la serie è tratta. Molti sono i fan della saga che si sono avvicinati con entusiasmo alla serie tv, da loro tanto attesa, ma tanti altri sono gli estranei alla saga e quindi ci sembrava interessante proporre una visione “alienata dai libri”. Quindi, perdonatemi se mi sono sfuggiti dettagli importanti o se la mia visione non è troppo “ampia”.
“Conoscevo alcune cose riguardo questo periodo: la politica, le persone, i vestiti. Perfino le loro usanze e il loro modo di parlare mi erano familiari. Ma erano conoscenze di seconda mano, apprese da libri, musei, quadri. Era come essere atterrati in un mondo alieno visto unicamente attraverso il telescopio. E poi iniziai a chiedermi se forse, la vita in questo mondo alieno, non fosse poi così diversa.”
“Castle Leoch” riprende i fili della narrazione esattamente da dove li aveva lasciati, ossia all’arrivo a Castle Leoch. Claire viene catapultata in un mondo totalmente diverso da quello da cui proviene, che lei stessa definisce alieno ma che non fatica a rendersi conto non essere poi tanto diverso dal suo. Se pur in modo minore, rispetto al pilot, sono le sue parole che ci guidano all’interno della storia e l’episodio, se pur statico e a tratti prevedibile – qualcuno ha veramente creduto che Claire riuscisse ad andarsene? – svolge la funzione di introdurci in questo nuovo mondo nel 1743, quando la Scozia era da poco entrata a far parte della Gran Bretagna, e proprio come lo scorso episodio, ci ha introdotti nel vero mondo di appartenenza della protagonista. Ma se in “Sassenach” l’attenzione si è principalmente focalizzata sulla protagonista, Claire, stavolta viene posta la lente di ingrandimento sugli altri personaggi e ce ne vengono presentati di nuovi.
Claire Beauchamp fa la conoscenza degli abitanti di Castle Leoch, sede del
Clan MacKenzie, a partire da
Mrs. Fitzgibbons (Annette Badland), o Mrs.Fitz, colei che si occupa delle cucine e della tenuta del castello e che svolge un po’ il ruolo di mamma chioccia ed infatti prende subito sotto la sua ala la ragazza venuta dal futuro. Per prima cosa la rende presentabile vestendola come si deve, secondo i canoni del tempo, e togliendole quella tunica bianca ormai stracciata. Il susseguirsi di questa scena è alquanto simbolico, in quanto segna la trasformazione di Claire, che adesso per sopravvivere deve adattarsi alla nuova era in cui è approdata. Successivamente è la volta del
Lord Colum MacKenzie (Gary Lewis), dal quale viene convocata e che vuole sapere tutto sulla nuova arrivata. Catapultata in un mondo che non le appartiene, Claire dovrà subito destreggiarsi tra pericoli e minacce e imparare come sopravvivere e a non fidarsi di nessuno. La soluzione più consona è quella di mentire e così si spaccia per una vedova la cui famiglia ha origini francesi, ma essere inglese in territorio scozzese non l’aiuta, come le fa notare Jaime. A sospettare che nasconda qualcosa, oltre a Lord Colum, è il fratello
Dougal (Graham McTavish), che assolutamente non è convinto che dica il vero e la fa pedinare. Durante l’udienza con lord Colum le viene promesso che dopo 5 giorni sarebbe potuta tornare a Inverness, ma il continuo sospettare di lei rende questa opzione sempre più improbabile. Sono le sue origini inglesi e francesi a fare di lei una sospetta spia e le serve poco condurre un basso profilo e cercare di non dare nell’occhio. Tuttavia, in una terra sconosciuta e piena di pericoli, riesce a farsi un’amica,
Gellie Duncan (Lotte Verbeek), abitante del villaggio e ritenuta una strega. Le due entrano subito in sintonia e Gellie la aiuterà guidandola in questo mondo sconosciuto e soprattutto a capire il gaelico. Intere scene sono girate in gaelico, e volutamente non sono stati inseriti sottotitoli, proprio per accentuare il fatto che la storia è raccontata dalla prospettiva di Claire, e noi ci sentiamo esattamente come lei, estranei a quel mondo e a quel linguaggio. Una mossa astuta.
Tra tutti questi nuovi personaggi c’è spazio anche per far luce su quelli che già conosciamo. Le scene che coinvolgono Claire e Jaime fungono da finestra sul passato dell’intrigante scozzese e a farci conoscere meglio anche Black Jack Randall. Quella fra Randall e Jaime è una rivalità che affonda nel passato, precisamente risale a 4 anni prima, quando Black Jack minacciò la vita della sorella, Jenny Fraser, di fronte ai suoi occhi e la sua, torturandolo e lasciando i segni indelebili presenti sul suo corpo. Jaime Fraser è un fuorilegge, sulla sua testa c’è una taglia, ed è ricercato per omicidio anche se è innocente. Tutto ciò è sempre legato ai trascorsi con Black Jack, che fece di Jaime un prigioniero. Egli riuscì a fuggire ma nel trambusto della fuga qualcuno sparò un colpo d’arma da fuoco che colpì una Giubba Rossa e da qual momento Jaime è stato accusato del misfatto. Questa è la storia che racconta a Claire, ma siamo veramente sicuri che non ci sia sotto dell’altro? Di tutto ciò sono a conoscenza i suoi zii, Colum e Dougal, e da adesso Claire, di cui si fida ciecamente. La storia del giovane scozzese ci viene illustrata tramite le confidenze a Claire e dei veri e propri flashback che si mescolano ai flashforward di Claire, che ci vengono mostrati mentre si addentra nelle zone del castello che pochi giorni prima aveva visitato con il marito Frank. L’utilizzo di tali flashforward è ottimo in quanto permette al pubblico di provare le stesse sensazioni della protagonista, ossia la stranezza e la bizzarria della situazione in cui si trova. Inoltre, i flashback di Jaime ci mettono a diretto contatto con il villain, Black Jack Randall, con la sua crudeltà e meschinità.
Jaime si fa ulteriormente conoscere dando sfoggio del suo coraggio e forte senso dell’onore quando si offre volontario di incassare la punizione corporale al posto di una ragazza accusata di condotta troppo libertina. Per la ragazza essere picchiata di fronte a tutti i suoi conoscenti sarebbe stato un disonore troppo grande e Jaime non può semplicemente permetterlo. Durante tale barbarie, gli sguardi di sottecchi ed enigmatici dello zio Dougal fanno sottintendere, o meglio sospettare, che ci sia sotto dell’altro. Non serve dire che Claire si precipita a curarlo per l’ennesima volta e in tale occasione si dicono addio in vista della sua partenza.
L’episodio ci aiuta a capire ancora meglio il personaggio di Claire, astuta e in gamba, non rappresenta il classico stereotipo della fanciulla in pericolo che attende di essere salvata dal bellissimo scozzese di turno, anzi. È una donna forte, basti vedere come non esiti a scontrarsi con Dougal e, a fine episodio, con il lord di Castle Leoch, ma nonostante tutto è messa a dura prova dalla situazione in cui si trova. Si chiede cosa starà facendo il marito, se la sta cercando, e la dimostrazione di tutto ciò è il crollo emotivo che ha con Jaime mettendosi a piangere tra le sue braccia. Una delle forze motrice dello show, e fondamentalmente a cui esso ruota attorno, è proprio il rapporto tra Jaime, le lacrime sgorgano e non può far altro che piangere tra le sue braccia. Il loro rapporto fin da subito dimostra essere qualcosa di speciale e profondo; lui si dice disposto a proteggerla a tutti i costi e si fida di lei tanto da rivelarle particolari importanti della sua vita. La tensione e la chimica che c’è fra i due è resa estremamente bene dagli sguardi rubati e dal contatto fisico ed è merito anche dell’intesa fra Caitriona Balfe e Sam Heughan. Ma
Outlander non è solo la narrazione di una grande storia d’amore, ed è interessante il filone narrativo riguardante complotti politici e i giochi di potere che sembra affiorare in questa puntata, con particolare riferimento alla storia che coinvolge Scozia e Gran Bretagna e che fa da sfondo alla serie. Chiaramente, Claire non riuscirà a lasciare Castle Leoch ma vi rimarrà prigioniera. Per Lord Colum sono ancora troppe le cose da chiarire sul suo conto e lui non può certo permettersi di farsi sfuggire una sospetta spia. Le sue conoscenze in campo medico e le doti da guaritrice la renderanno prigioniera di lord Colum, che con la scusa di rimpiazzare il posto vacante di guaritrice del castello, la intrappola fino a data da destinarsi.
Volendo trovare un elemento negativo, lo si potrebbe individuare nella staticità e la debole dinamica dell’episodio, in quanto fondamentalmente non accade niente e soprattutto niente che nessuno si aspettasse. Ma questo è un po’ l’elemento dolceamaro che tocca alle serie tv tratte da libri, o meglio saghe che per ingranare davvero ci mettono un po’ data la necessità di introdurre bene la storia. La stessa cosa è più o meno capitata con Game of Thrones, la cui prima stagione si svolse molto lenta e in tanti non sono riusciti a superare tale scoglio. È necessario, quindi, armarsi di pazienza perché gli ingredienti per la riuscita di una buona ricetta telefilmica ci sono, basti pensare che Outlander è già stato rinnovato per una seconda stagione!
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Outlander - Recensione 1x02 - Castle Leoch , 9.4 out of 10 based on 5 ratings