In Peaky Blinders siamo in periodo di Pasqua; se ricordate bene, questa non è la prima volta che nella serie succede qualcosa di cruciale durante il periodo pasquale perché già nella seconda stagione i Peaky Blinders hanno dovuto fronteggiare un problema di notevoli dimensioni durante la Pasqua ebraica (con un immenso Tom Hardy che, diciamocelo, ci manca moltissimo ma che per fortuna rivedremo nel prossimo episodio).
Le tematiche religiose sono sempre state presenti in Peaky Blinders in maniera più o meno evidente, ma questa stagione ed in particolare questo episodio sono caratterizzati da un fortissimo simbolismo religioso che non fa altro che rendere la puntata più straziante. Ad esempio il cervo nella simbologia cristiana e pittorica rappresenta la purezza, il candore dell’anima e, allo stesso tempo, la ricerca di Dio. Cervo che ad inizio puntata viene cacciato ed ucciso, ma con dolore e con rispetto (rispetto che Tommy non riversa ai suoi nemici). Ma uccidere un cervo porta sfortuna ed ecco ancora che sacro e profano si mescolano e si fondono, la superstizione torna a fare da grande burattinaio. La ricerca di Dio e della religione si manifesta sotto il Sacramento della Confessione con il quale Polly cerca di alleggerire la propria coscienza e con l’atto di dolore che Tommy è costretto a recitare per un peccato che non si pente di aver commesso, sostituendo il prete con Dio. Peaky Blinders è colmo di queste magnifiche contrapposizioni che rendono la visione ancora più ricca di sottosignificati.
Episode Four è un episodio pregno di redenzione. Tommy, John, Arthus, Polly e perfino il defunto Arthur Senior, cercano assoluzione per i loro peccati, cercano una strada per il futuro migliore che possa garantire alle loro famiglie una speranza di vita più tranquilla. La terza stagione parla prevalentemente di questo, delle fatiche che sono costretti a compiere per riuscire a mantenere le promesse fatte. Perfino John, che fino alla scorsa puntata si era sempre dimostrato quello più venale e attaccato alla vita da gangster, stavolta cede verso la prospettiva di un futuro migliore. La Pasqua in Peaky Blinder è intesa anche come resurrezione della speranza.
Ed è tramite Polly che riusciamo ad avere un’accenno di speranza, che comunque viene demolito nel corso della puntata. La donna, che ha visto e compiuto atti del tutto deplorevoli, sente l’esigenza di togliersi un fardello dalla coscienza, perché va bene uccidere, va bene uccidere senza rimorso, ma un Prete rimane pur sempre un Prete. Polly, la donna dai magnifici contrasti, che ancora una volta usa il cognome Shelby per ottenere quello che vuole (una confessione), nonostante sia proprio quel cognome la causa della sua coscienza sporca. Vuole un’assoluzione per i fardelli che si porta dietro per essere diventata una Shelby (Elizabeth Grey è il suo vero nome), ed è fortemente ironico tanto quanto grottesco che usi il suo cognome come pas par tout di qualcosa che vorrebbe togliersi di dosso. Oltretutto, la voce nella testa che la spinge a compiere determinate azioni, non è altro che l’eco della voce di Tommy.
Le donne continuano a prevalere sugli uomini, in questo episodio così fortemente femminista. A partire dallo sciopero delle donne alla ricerca di pari diritti al lavoro, passando per la loro uscita di scena mentre camminano a braccetto, le donne di Peaky Blinders riescono sempre a darci bellissime soddisfazioni. Colei che stavolta riesce a spiazzare tutti è l’enigmatica Linda, che finalmente è riuscita a mettere le carte in tavola. Tommy capisce che per arrivare ad Arthur deve passare attraverso lei, altra donna al comando delle operazioni. Lei che con i suoi sogni e la sua determinazione si dimostra essere la prima in grado di negare qualcosa a Tommy (la possibilità di fumare, che diventa simbolica del non poter fare come gli pare).
Ed è proprio grazie ad una di queste donne che non deve chiedere nulla, solo prendere, che arriviamo a parlare della più bella interpretazione che Cillian Murphy ha donato alla serie tv. La Duchessa è destinata ad essere un personaggio di passaggio, ma si sta rivelando cruciale per l’introspezione di Tommy. Attraverso lei Tommy mette in discussione se stesso, trovandosi irrimediabilmente in bilico tra il desiderio e la paura manifestatesi durante un attacco di follia della Duchessa. Quell’incontro tra i due non è altro che un modo per scoprire qualcosa sulla grande rapina che a breve avremo modo di vedere, un lavoro, come lo definisce lui stesso, ma che si porta dietro il retrogusto di qualcosa di diverso. Mai di adesso ho trovato così tante similitudini tra Tommy e Jax di Sons of Anarchy, così come ho provato l’amaro che generalmente provavo ogni volta in cui Jax dava sfogo ai suoi demoni interiori tra le braccia di altre donne.
Nella seconda parte dell’episodio, culminata con il pestaggio di Tommy, Cillian ha dato sfoggia della sua innegabile e coinvolgente bravura nel dare vita ad un Tommy tormentato e disperato, costretto a compiere atti che gli fanno provare ribrezzo per se stesso. Ma la promessa fatta nella premiere, quella di non dimenticare nulla, è ancora valida ed ecco che la mette in atto coinvolgendo i sovietici e mettendoli al corrente del piano.
Altro episodio stupendo ma che tuttavia non demolisce ancora la mia speranza che Grace sia ancora viva. Inoltre il ritorno di Alfie è previsto per la prossima puntata, che Grace sia legata a questo grande attesissimo ritorno? Presto lo scopriremo!
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