Dopo quasi un anno di spasmodica attesa, torna questo piccolo e poetico capolavoro horror della Showtime. Avevamo lasciato i nostri personaggi lacerati dai propri demoni e dal proprio passato, ognuno diretto in una direzione diversa dagli altri e così li ritroviamo: Ethan è in America scortato dall’ispettore Rusk, Mr. Murray è a Zanzibar per seppellire il fidato Sembene, John Clare è al Polo, il dottor Frankenstain è deciso a distruggere Lily e Vanessa si è auto confinata in casa, incapace di reagire alla sofferenza.
“The Day Tennyson Died”, sotto l’apparente lentezza che spesso accompagna questo show, è in realtà un turbinio di avvenimenti che non possono lasciare indifferenti e che culmina negli ultimi grandiosi e non proprio inaspettati minuti, che ripagano di un’attesa lunga due anni. Con quest’episodio facciamo il giro del mondo assieme ai nostri protagonisti: Londra, Zanzibar, Polo e New Mexico, per poi ripiombare nella cupa e violenta capitale inglese, dove ineluttabilmente convergono tutti i mali.
Ethan Chandler è diretto verso il patibolo e attraversa i polverosi e ariosi scenari americani insieme al suo carceriere, l’inarrestabile e ligio tutore della legge Rusk. Ma i problemi per l’uomo non sono solo questi: alle calcagna ha sia Hecate, la bella strega figlia di Madame Kalì, che il proprio padre, il quale non si è ancora rassegnato alla sua fuga e manda perciò un manipolo di uomini a recuperarlo.
Mr. Malcom Murray non se la passa meglio: lì in Africa, dove riflette sulla perdita di tutte le persone a lui care (eccezion fatta per l’amata Vanessa), l’uomo viene aggredito da dei malfattori e provvidenzialmente salvato dall’indiano Kaetenay (Wes Studi), che gli propone un’alleanza per salvare il proprio figlio spirituale Ethan e gli svela il suo destino e cioè combattere le forze del male sino alla fine della propria vita.
Dall’altra parte del mondo, invece, John Clare riflette sul proprio e altrui destino di sofferenza e, tormentato da visioni della propria “vita passata”, decide di fare ritorno in patria.
E in quel dell’uggiosa Londra il dottor Frankenstein, atterrito e tormentato dall’aver creato degli esseri miracolosamente “sopravvissuti” alla morte, riceve la provvidenziale visita del suo vecchio amico e collega Jekyll, che gli promette di aiutarlo a cambiare – o, in alternativa, uccidere – Lily. L’ingresso di questo ennesimo grande personaggio letterario non può che aumentare l’hype per questa promettente terza stagione: quando vedremo Mr. Hyde? Si rivelerà un osso duro per i nostri, magari alleandosi con Lily e Dorian Gray?
Vanessa, intanto, trova un inaspettato salvatore nell’estroso Ferdinand Lyle, che la convince a farsi visitare dalla dottoressa Seward (Patti LuPone), identica alla defunta mentore della giovane (Joan Clayton, la cut-wife vista nella 2×03). Per la giovane le cose sembrano andare progressivamente meglio grazie ai consigli della dottoressa, al supporto di Lyle e all’incontro con lo zoologo Alexander Sweet, che sembra a lei interessato, ricambiato. Ma i guai per per la forte Miss Ives non sono certo terminati e la fine dell’episodio ce lo conferma. Un oscuro nemico sta per uscire dall’ombra in cui si era confinato da tempo: Dracula. L’essere, artefice della mutazione della povera Mina, è attratto da Vanessa sin dalla prima stagione e ora ha un alleato nello schivo segretario della sua terapista, Renfield, anch’egli non privo di un lato oscuro.
Insomma, questo Penny Dreadful di John Logan ricomincia con buone premesse, l’introduzione di quattro personaggi molto interessanti (Dracula, Renfield, Jekyll e la dottoressa Seward), dialoghi profondi e poetici, attori in parte e talentuosi e scenari suggestivi. Tutte ottime premesse per una terza grandiosa stagione che promette di rielaborare ancora in maniera innovativa dei grandi classici della letteratura orrorifica ottocentesca.
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