Person of Interest – Recensione 3×02 – Nothing to hide

La vita ai tempi di Internet. O meglio, come Internet, ed in particolare i social network, hanno cambiato – rovinato? – le nostre vite.

E’ questo il tema del secondo episodio della terza stagione di Person of Interest. Un tema di grande attualità (vedi lo scandalo WikiLeaks o il caso Snowden) che Nolan e Plagman hanno affrontato, al solito, con estrema bravura e oggettività. 

La “person of interest” della settimana è Wayne Kruger, imprenditore di Internet, fondatore di una società chiamata Lifetrace, che apparentemente aiuta le persone a rintracciare vecchi amici o parenti, ma che in realtà raccoglie qualsiasi tipo di informazione personale, rendendola accessibile, o peggio rivendendola, a chiunque sia interessato. Kruger è uno che crede nel potere della tecnologia, che però viene rovinato proprio dalla stessa e da quella che Finch chiama una class-action contro di lui.

Per quasi tutto l’episodio crediamo che l’uomo dietro la caduta del broker, quello che ha deciso di rovinargli prima la vita e poi ucciderlo, è un padre in cerca di vendetta, distrutto dalla morte della figlia, uccisa da uno stalker che aveva trovato informazioni su di lei proprio sul sito di Kruger (e che il sito, nonostante le sollecitazioni da parte della famiglia, non aveva provveduto a cancellare). Nel finale, però, con il tipico colpo di scena in stile PoI, capiamo che il padre della ragazza è solo una piccola parte di qualcosa di molto più grande, a cui però non sappiamo ancora dare un nome: chi è l’uomo che uccide Kruger?

Una cosa è sicura: c’è un altro villain in città. Un’organizzazione pronta a vendicare chi ha subito ingiustizie a causa di Internet e di persone come Kruger? Può darsi. Il finale, comunque, lascia intendere che un’altra trama orizzontale è pronta ad intrecciarsi con le tante altre già presenti nello show e soprattutto, considerato l’argomento, con Finch e la Mascìn.

Non succede molto altro in questo episodio, a cui molto spazio è dato, appunto, al caso settimanale.

Carter, disperata e inconsapevole, continua la sua crociata contro l’HR, che continua a sua volta a starle dietro. Scommetto che abbiamo pensato tutti che il suo nuovo partner, il novellino, fosse in realtà una talpa della mafia, ma per ora sembra solo un giovane agente alle prime armi.

In un episodio non particolarmente entusiasmante, non mancano comunque le scene divertenti, che fanno calare la tensione e regalano qualche sorriso: protagonista ancora una volta Shaw, che continuo a non adorare, soprattutto perché sta prendendo il posto di Reese nei duetti comici con Finch e io preferisco di gran lunga Caviezel.

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Sul personaggio interpretato dalla Shahi, comunque, ribadisco l’impressione iniziale: la parte della buzzicona fa ridere le prime due volte, alla terza ha già stufato.

Insomma, un episodio che aggiunge un nuovo enorme punto interrogativo e che rende il puzzle ancora più intricato. Ma Person of Interest è così e ci piace per questo.

In attesa di capirne di più, qualche giorno fa parte del cast è stato al Paley Fest a NYC, trovate le foto qui.

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msfrancesca

About msfrancesca

Classe 1988. Napoletana ma sogna di andare a vivere in Cornovaglia. Studia Lingue e Letterature Europee, quando non è impegnata a guardare serie TV. Odia descriversi.