Person of Interest – Recensione 4×10 – The Cold War

Dopo quasi un mese di pausa ha inizio la Trilogy di Person of Interest annunciata a circa 1 settimana dall’arrivo del primo episodio di questo terzetto.

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“The Cold War” è un episodio, oserei dire, atipico per Person of Interest.
Il suo ruolo è probabilmente doppio, sia di traghettarci verso questa “guerra fredda” fra le due macchine sia di parlarci del passato di Greer, portandoci indietro fino al 1973.
Tra flashback e presente, la puntata risulta incredibilmente densa non tanto nei contenuti, essendo assolutamente monotematica, ma quanto proprio per un ritmo che quasi non permette allo spettatore di fermarsi a respirare; nel giro di dieci minuti si passa a trattare due numeri diversi, entrambi prontamente risolti grazie all’intervento di Samaritan. Un inizio che ha quasi un effetto straniamento, anche se quello che ci viene mostrato non riesce ad ammaliare lo spettatore, come altre volte è riuscito a fare Person of Interest.
Quelle che forse sono un po’ mancate sono state le emozioni, ma in realtà è un pochino complesso capire di cosa pecchi esattamente questo episodio; fatto sta che non si risulta immersi nella narrazione come quasi sempre accade in Person of Interest, ma almeno personalmente mi sembrava di vedere qualcosa che non riusciva a trasmettermi sensazioni particolari, se non la curiosità per un susseguirsi di eventi senza freni, smorzati soltanto da dei flashback, che però non riescono ad incuriosire più di tanto.
Il problema qual è?
Sicuramente non il suo protagonista, l’antagonista Greer, bensì il momento che viene scelto e come ci viene raccontato: vediamo qui un Greer, giovane agente dell’MI6 durante la guerra fredda, sulle tracce di un membro del KGB.

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Il flashback manca di mordente, e soprattutto non rivela qualcosa di nuovo allo spettatore, sono tutte cose di lui che più o meno sapevamo, certo non nei dettagli come ad esempio il fatto che il suo capo fosse un traditore che lavorava anche per il KGB, però forse per una volta di questi flashback se ne poteva fare a meno, soprattutto quando ci interrompe in due faldoni la scena centrale dell’episodio, ossia la discussione fra le due Macchine.

E l’atipicità di questo episodio sta proprio in questo, per una volta i flashback non affascinano e non se ne sente la necessità, soprattutto perché alla fine non si riesce a comprendere come Greer da quel momento sia diventato una persona che ritiene che sia meglio mettere tutta l’umanità sotto il controllo di una macchina.
Ma forse non è in fondo contestabile, infatti come il flashback su Finch l’anno scorso, anche questo potrebbe proseguire per più di un episodio.
Il dialogo fra le due divinità è il cuore di questa intensa puntata, sebbene non brillante. Samaritan parla tramite un bambino, probabilmente simbolo metaforico del fatto che è una creatura appena nata e che prospererà probabilmente in quello che sembra disegnarsi sempre di più come il suo futuro. Lo scambio fra le due è la vera scena al cardiopalma, in cui lo spettatore resta ipnotizzato allo schermo a seguire questo frenetico scambio di battute, scritto magistralmente.
I nostri purtroppo sembrano sempre più sconfitti ed impotenti, ma è davvero così? Ricordiamoci del finale di Pretenders in cui Finch e la Macchina riescono a fare una mossa in anticipo contro Samaritan.

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Sul colpo di scena finale, per ora, non è possibile esattamente comprenderne il significato e per questo attenderemo il prossimo episodio per capirne gli sviluppi.
Difficile comunque giudicare quest’episodio in sé, dato che fa parte di una Trilogy, e potrò trarre effettivamente le conclusioni soltanto nella recensione completa di questi tre episodi.
Il trailer della prossima puntata è già online e dire che quello è già da infarto è dire poco. Per commentarlo e per tenervi aggiornati su Person of Interest in questi periodi morti, che la CBS ci regala gentilmente sempre nei momenti più sbagliati, vi ricordiamo di visitare la pagina di Person Of Interest ≈Italia Fans≈ alla quale faccio gli auguri di Buon Natale e un felice anno nuovo, insieme a tutti i 1315 membri. E visto che questa è la mia ultima recensione prima del 6 gennaio, ne approfitto per fare gli auguri di un Buon Natale e di un felice anno nuovo ad ogni singolo lettore di Serial Crush.

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