Hanna Baker è morta.
Non temete, non è il solito spoiler che precede la visione dell’episodio, ma è proprio da questo evento che ha inizio la nostra storia.
“13 Reasons Why” è l’ultima nata in casa Netflix e ha debuttato venerdì 31 marzo con tutti i tredici episodi di cui si compone. Tratta dal best seller di Jay Asher (tradotto in italiano con “Tredici”), il soggetto doveva inizialmente essere sviluppato in un film. Di fatti, intorno al 2011, gli Universal Studios acquistarono i diritti cinematografici ma i progetti andarono ben presto in fumo. Nonostante l’intenzione di affidare il ruolo di Hanna Baker a Selena Gomez, il film non fu mai prodotto, ma bensì il soggetto venne riadattato solo nel 2015: l’anno in cui il best seller di Asher si è affacciato sul mondo delle serie tv.
La stessa Selena Gomez figura tra i produttori esecutivi, assieme a Steve Golin, Tom McCarthy, Kristel Laiblin, Diana Son e Michael Sugar, ma il ruolo di Hanna Baker è stato affidato a Katherine Langford, al suo primo ruolo importante. Scelta che, alla luce del primo episodio, io trovo super azzeccata.
Sebbene abbia visto solo il pilot di questa serie (su cui nutro aspettative esorbitanti, avendo adorato il libro), la Langford ha vestito perfettamente i panni di Hanna Baker, raffigurandola nell’esatta maniera in cui l’avevo immaginata leggendo. Fresca, ironica, tormentata, pungente, espressiva.
Una bella ragazza, senza ombra di dubbio, ma come lei stessa dice oltre l’apparenza c’è di più. Ed è da questo punto che dobbiamo partire.
Il nostro pilot si apre con l’inquadratura sull’armadietto di Hanna, decorato da post-it e foto che la ritraggono. Perciò viene quasi spontaneo chiedersi: come mai una ragazza così ben voluta ha deciso di togliersi la vita?
Ed è qui che salta subito all’occhio il mondo fatto di apparenze e falso perbenismo; lo notiamo dallo squallido selfie di due ragazze, accompagnato dall’hashtag #ionondimentico. Oppure dall’eccessivo interessamento degli insegnanti, giusto per seguire la logica del “chiudere le stalle quando ormai i buoi sono fuggiti”. Hanna è morta, anzi meglio si è tolta la vita di sua spontanea volontà… oppure non è così? Justin Foley, il primo motivo sei proprio tu.
Ad accompagnarci in questo viaggio verso la verità sarà Clay Jessen (Dylan Minnette), lo sfortunato protagonista del thriller di Asher. Sì, perché tutto sembra tranquillo – o quasi – fin quando il giovane Clay trova un pacco sullo zerbino di casa, di ritorno da scuola. Lo apre e al suo interno, assieme ad una mappa della città, vi sono sette cassette numerate su ogni lato con dello smalto blu. Solo tredici lati sono stati contrassegnati ed essi corrispondono ai tredici motivi che hanno spinto Hanna Baker al suicidio.
Fin qui non c’è nessuno spoiler, perciò state tranquilli! Se non avete letto il libro, o visto il pilot, questo articolo vuole solo incoraggiarvi a fare entrambe le cose!
Non voglio anticiparvi niente, se non lo stupore che mi ha colto nel notare quanto sia fresca e dinamica la narrazione degli eventi, a differenza di come questi vengono trattati dal libro. Ho apprezzato tantissimo le somiglianze viste finora, il rapporto “flashback” tra Hanna e Clay e i suoi tormenti, espletati nelle frasi che vogliono ricreare la narrazione simultanea che si ha nella versione cartacea. Così facendo, mentre Clay ascolta con sgomento la voce di Hanna, vediamo in diretta le sue reazioni e abbiamo un prezioso accesso anche ai suoi pensieri, oltre che ai ricordi. Quelli saranno fondamentali per noi per tracciare il percorso dell’amicizia tra lui ed Hanna, la sua cotta adolescenziale.
Un altro elemento a favore della trasposizione in video è la partecipata presenza dei genitori. Essendo la versione cartacea narrata dal punto di vista di Clay, molte domande sono rimaste in sospeso. Domande a cui la serie si propone di dare risposta.
E perciò troviamo nel cast la bellissima Kate Walsh (famosa interprete di Addison Montgomery in “Grey’s Anatomy” e “Private Practice”) nei panni della madre di Hanna, Olivia Baker. Ad affiancarla ci sono Brian D’Arcy James, nel ruolo di Andy Baker (padre di Hanna) e Amy Hargreaves aka Lainie Jensen, madre di Clay. Io vi consiglio di tenere d’occhio questo personaggio perché, sebbene sia apparsa poco nel libro, la sua presenza avrà un forte impatto emotivo su Clay.
Sono veramente contenta che nella produzione abbiano dato spazio anche al punto di vista dei genitori e che, nonostante il tema non proprio facile o leggero, la narrazione generale scorra con fluidità, senza annoiare o appesantire l’animo.
Vi saprò dare un mio parere a 360° solo a stagione terminata, ma per il momento vi invito a commentare insieme il pilot e, soprattutto, a dare una chance a “13 Reasons Why”.
Vi assicuro che non ve ne pentirete!
Qui di seguito vi lascio il trailer, giusto per invogliarvi un altro po’! 😉