Ho atteso il 17 novembre come quando da bambini si attende l’arrivo di Babbo Natale la notte della vigilia, ma mi rammarica dire che forse le aspettative per questa Season Premiere erano decisamente troppo alte e il risultato non è stato altrettanto alto. Non fraintendetemi, sono felice che la famiglia dei Chicago si sia ulteriormente allargata ma davvero mi aspettavo qualcosa di più (sono troppo esigente, lo so), è mancato quell’elemento che ti fa pensare al pilot come un episodio con le contropalle – come è effettivamente successo per il backdoor pilot – e di questo mi dispiace, è stato un episodio lento ma allo stesso tempo veloce.
È inevitabile che Chicago Med sentirà il peso di dover competere con un masterpiece della NBC degli anni ’90: E.R., strutturato nella stessa città, con un pronto soccorso molto simile. Chi spera di rivivere un po’ di quell’atmosfera rimarrà deluso, però sono sicura che Chicago Med riuscirà – spero abbastanza presto – a conquistarci con i suoi drama. Per ora il tutto risulta essere il solito medical drama dove i personaggi cercano in tutti i modi di salvare la situazione e i pazienti fino a quando qualcosa di buono non scende dal cielo come una manna. E in questo caso sto parlando di Jamie al quale vengono donati dei nuovi polmoni, just in time oserei dire.
Quello di cui ha bisogno Chicago Med è trovare un personaggio di punta e per certi versi il Dott. Connor Rhodes sarebbe un ottimo candidato, mi ricorda un altro personaggio sempre targato NBC, TC il bel dottorino tormentato di The Night Shift con il quale non tutti riescono a relazionarsi da subito, Will Halstead infatti è il primo con il quale ha un piccolo battibecco. Le infermiere sono già tutte innamorate di lui e non vedono l’ora di rivederlo a torso nudo che si ricuce da solo il taglio sul braccio, a me non ha fatto tutto questo grande effetto soprattutto perché l’ho trovato molto spocchioso, spero di sbagliarmi. Chi invece ho amato da subito è, ovviamente, Will: è la fotocopia del fratello, fatti della stessa sostanza che è la determinazione ma in fondo si sa che sono dei teneroni… e poi diciamolo, con quella divisa bordeaux ha smosso l’ormone!
Il resto dei personaggi non sono riuscita a inquadrarlo per bene: ad esempio la storyline della dottoressa Manning sembra già vista e rivista tante volte, per noi forse un cliché quella della vedova di un militare, situazione che in America è all’ordine del giorno e quindi più sentita. Dal primario di psichiatria mi aspettavo qualcosa in più, lo abbiamo visto tante volte in Fire e PD e aveva già fatto breccia nel mio cuore ma stavolta un po’ mi ha delusa.
Quello che più mi affascina di Chicago Med è il concetto dei tre show che prendono luogo nella stessa città, con personaggi che interagiscono tra di loro, con le loro storie che molte volte si intrecciano e questo porta in primo luogo a dei crossover ma anche a dei camei come ad esempio Herrmann in questo episodio. Quello che era iniziato come un trucco per alimentare i crossover è diventato nel tempo qualcosa di unico nel panorama televisivo: le tre serie tv sono un unico, grande universo coeso. Ma tornando al pilot in sé, anche se questa tanto attesa season premiere non mi ha conquistata come speravo, a tutti si dà una seconda possibilità e quindi continuerò a guardarla sperando che Dick Wolf mi sorprenda come ha fatto per le altre due serie targate Chicago. E voi cosa ne pensate, vi ha conquistati o lascerete perdere?
I medical sono sempre difficili perché devono fare di tutto per non cadere nell’ovvio e nel “già visto”. Anche a me non ha entusiasmato tanto questo pilot, ma ormai i “Chicago” sono una droga, quindi spero che si riprenderà coi prossimi episodi.