Santa Clarita Diet, horror comedy creata da Victor Fresco (Better Off Ted, Andy Richter Controls The Universe) è l’ultima novità del catalogo Netflix ed è perciò circondata da enormi aspettative, visto che la piattaforma streaming è ormai diventata garanzia di qualità. Alla luce della visione del solo pilot, possiamo dire che queste aspettative siano state soddisfatte? Vediamolo assieme con una recensione senza spoiler della 1×01, So Then a Bat or a Monkey.
La partenza è buona, a cominciare dalla storia: Joel (Timothy Olyphant) e Sheila (Drew Barrymore) sono una coppia storica, sposata da anni e con una figlia adolescente, che vive nel classico sobborgo americano formato da villette a schiera e vicini di casa tanto pittoreschi quanto stereotipati. Entrambi incarnano a loro volta un noto cliché, lui troppo mollaccione e lei frustrata dalla monotonia della vita assieme, dal momento che condividono perfino il lavoro da agenti immobiliari – emblematica è la scena iniziale in cui la giovane donna rifiuta senza troppi convenevoli di avere un rapporto sessuale col marito.
Tutto cambia quando inspiegabilmente, a seguito di un malessere, Sheila muore e rinasce come zombie, il che la obbligherà a nutrirsi solo ed esclusivamente di carne cruda, umana e non. Non tutto il male vien per nuocere, in quanto la morte ha portato con sé un’inaspettata vitalità, che la porta a riscoprire tante passioni e desideri sopiti da troppo tempo, dal sesso al divertimento con le amiche.
Nei trenta minuti del pilot lo show riesce perfettamente a caratterizzare i suoi personaggi, facendo capire quali siano le dinamiche che li legano e le problematiche che li affliggono. Con una sapiente ironia, Santa Clarita Diet dipinge la vita tipica delle periferie americane, sottilmente criticandone le ipocrisie e prendendosi gioco di quell’apparente perfezione fatta di belle macchine e famiglie unite. Il vero punto di non ritorno è proprio il cambiamento nella condizione di Sheila, che, come già si capisce dalle poche scene del primo episodio, la porterà ad uscire dalla righe, trascinando con sé la sua famiglia, e chissà che questa apparente deragliamento dai binari non la porti a riscoprire la vera essenza dietro la facciata, ad esempio nel rapporto col marito.
Il clima che si respira è a metà fra l’assurdo ed il grottesco, il che può spiazzare lo spettatore, condito con molto, molto splatter – quasi come una pubblicità di un quadretto familiare semi-idilliaco sconvolta da qualcosa di macabro, ma in cui i personaggi continuano a recitare la rispettiva parte senza scomporsi più di tanto.
Il risultato è estremamente particolare, quindi è normale avere una reazione altrettanto confusa al pilot: se l’idea di base è buona ed il cast sicuramente notevole (Drew Barrymore non ha certo bisogno di presentazione, Timothy Olyphant è stato il meraviglioso protagonista di Justified per sei lunghi anni e le guest star famose aggiungono un tocco di classe allo show), qualcosa non funziona pienamente, almeno nel primo episodio. Infatti i dialoghi non hanno quella brillante ironia che caratterizza le miglior comedy e possono addirittura annoiare un po’, non suscitando risate né sorrisi.
Con la consapevolezza che ingranare la marcia non è sempre facile, soprattutto quando volutamente si gioca sul paradosso, e che un pilot ha anche e soprattutto funzioni introduttive, Santa Clarita Diet merita comunque di vedersi dare fiducia non tanto per le premesse poste in questo primo episodio, quanto per l’idea che sta alla base dello show e per i grandi nomi che ci hanno lavorato.
Voi avete già visto il pilot? Continuerete nella visione dello show? Diteci la vostra nei commenti!