Poldark, Episode Eight. Ross, furioso, raggiunge Elizabeth e, dopo una passionale litigata, fanno sesso.
Non c’è bisogno di descrivere ulteriormente la scena, ce la ricordiamo tutti molto bene, così come ricordiamo molto bene la reazione iniziale di Elizabeth, che si oppone a Ross con finta fermezza.
Perché dico “finta fermezza“? Perché ce ne siamo accorti tutti che i “no” di Elizabeth non erano reali, ma bensì una pallida e falsa dimostrazione di una coscienza che in realtà non possiede, quasi una sfida verso Ross ma soprattutto un tentativo di scagionarsi e alleggerirsi la coscienza, perché è così evidente quale sia il suo reale desiderio che mi sorprende che qualcuno abbia potuto definirlo uno stupro. Elizabeth lo apostrofa con un “non oserai farlo qui”, il letto che ha condiviso con Francis, dimostrandosi poi la prima a cedere proprio in quel letto che un attimo prima le sembrava così sacro perché culla del suo amore con il defunto marito. Elizabeth è un personaggio ipocrita che rispecchia in pieno l’idea di donna debole di morale ed incapace di farcela senza un uomo al proprio fianco, è un’ipocrita e un’incantatrice disposta a tutto pur di non essere sola e la stessa ragione che spinge Ross nella sua stanza ne è una lampante dimostrazione: Elizabeth ha quasi studiato nel minuzioso dettaglio le mosse che avrebbero spinto Ross da lei, e lo aspetta, come è facilissimo vedere proprio negli attimi antecedenti all’incontro. E badate bene, con queste mie parole non intendo giustificare lo stupro, proprio perché non c’è stupro. Per capirlo è necessario non fermarsi di fronte alle singole immagini ma andare oltre, capire il personaggio di Elizabeth.
Ross, dal canto suo, è un uomo passionale ed irruento, che prima agisce e poi ragiona, ma uno stupratore? No, uno stupratore no. Si sarebbe fermato, se le parole di Elizabeth fossero state sincere e se quell’unione non fosse stata desiderata da entrambi.
Questoè un argomento estremamente delicato, lo so, e so che le mie parole possono essere ampiamente travisate e percepite come una giustificazione verso i comportamenti di Ross e verso i “no” di Elizabeth, ma non si tratta di questo. Se avessi davvero pensato che Elizabeth non volesse stare insieme a Ross e non stesse cercando ogni metodo possibile per mantenerlo al proprio fianco, sarei stata la prima a scagliarmi contro il comportamento di un personaggio che si forzava su un altro (contenendo, comunque, il mio sdegno ad una finzione televisiva); ma giacché sono fermamente convinta che in quella scena non ci sia stata nessuna violenza ne presunta tale, mi ritrovo ad essere quasi scioccata di fronte alla cecità della gente, che accusa e punta il dito contro senza nemmeno compiere un minimo di analisi di ciò che vede.
Così come Andrew Graham, figlio dell’autore della saga dei Poldark, dichiara che la scena del presunto stupro (nel libro) deve essere vista nell’insieme dell’opera e non estraniata dal suo contesto, ritengo che lo stesso vada fatto anche con la sua trasposizione televisiva. Sebbene quella scena, tolta dal suo contesto, possa apparire come una forzatura, basta subito inserirla nel suo contesto e collegarla alle scene immediatamente precedenti e successive per capire che non ci troviamo assolutamente di fronte a nulla del genere.
Inoltre anche a voler annullare tutte queste considerazioni, bisogna sempre tenere presente una cosa che dovrebbe essere scontata ma che a quanto pare non lo è: Poldark è una serie tv, una finzione. Ciò che avviene in una scena è il frutto del lavoro e della recitazione degli attori. Non vi è un atto propagandistico alla violenza sulle donne (e anzi, il personaggio di Demelza è portabandiera di una forza femminile schiacciante ed innegabile). Anche nel caso in cui (e, ci tengo a precisarlo, non è questo) quella vista fosse una scena di stupro, secondo quale logica meriterebbe delle denunce? Anche in quel caso, ciò che avviene non sarebbe il pensiero del team creativo che sta alla mente dello show, sarebbe soltanto la finzione narrativa, una scelta di trama condivisibile o meno ma di certo non condannabile.
Dalla messa in onda di Episode Eight, a decine si sono lamentati per la scena in questione. Addirittura la End Violence Against Women lo ha definito come il “peggior modo per gestire la scena“, aggiungendo che in questo modo “hanno fatto più danno che se avessero mostrato una scena pienamente non consensuale“.
Infine anche la Ofcom si è espressa in materia dichiarando che non aveva intenzione di investigare sulla vicenda chiudendo definitivamente questo capitolo della storia di Poldark, ma nonostante ciò la mia perplessità circa l’intera vicenda rimane: tenendo conto che ognuno filtra le cose che vede secondo la propria sensibilità ed il proprio vissuto, è davvero giusto scagliarsi contro delle serie tv (in questo caso specifico, ma più in generale film, libri, opere teatrali ecc) nel momento in cui propongono qualcosa di più controverso rispetto al solito? È davvero giusto limitare la libertà di espressione nel caso in cui mostri qualcosa di ambiguo?
La mia opinione è facilmente deducibile dalle mie parole, ma adesso sono curiosa di conoscere la vostra.
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