La seconda stagione di Poldark si è fatta attendere più di quanto sarebbe piaciuto a noi fan ma, solo dalla premiere, mi sembra evidente che la nostra attesa verrà premiata.
Se per noi sono passati sedici mesi dalla messa in onda del season finale, nel mondo di Poldark non sono passati che pochi giorni; torniamo nelle distese lande della Cornovaglia con Ross costretto ad affrontare le accuse mosse contro di lui nella prima stagione, Demelza ancora in lutto per la morte di Julia e George più intenzionato che mai a diffamare e rovinare il suo nemico.
A differenza della prima stagione, la seconda si apre in maniera più oscura ed incisiva perché si porta dietro le ferite aperte lo scorso anno. Poldark è sempre stata caratterizzata da componenti un po’ cupe; si può dire che la serie tv sia lo specchio dei luoghi dove è ambientata e questo è sicuramente un enorme punto a suo favore. Nulla stona, né nella narrazione, né in come la storia si adatta agli ambienti. Potrà sembrare superfluo, ma non lo è affatto: è sentore di armonia perché Poldark è drammatico così come lo è la Cornovaglia, con tutti i problemi che questo luogo si porta dietro. Nella prima stagione abbiamo potuto vedere come la Cornovaglia fosse protagonista silenziosa (molto spesso antagonista)… e adesso raccogliamo i frutti piantati su questo terreno così poco favorevole.
Ross rimane il più grande nemico di se stesso. Il suo onore e la sua moralità salda e integra gli impediscono di piegarsi, nemmeno per salvarsi la vita. L’onore di Ross e la sua impossibilità a piegare il capo di fronte ad un aiuto (che sì, avrebbe avuto delle conseguenze che si sarebbe portato dietro per tutta la vita perché avere un debito con George comporta di sicuro delle conseguenze) sono indice non solo di nobiltà d’animo, ma anche di egoismo. Ross non pensa alle persone che lo amano e che stanno cercando di aiutarlo, pensa alla sua dignità e a cosa non è disposto a fare pur di non sporcarla. Ross, del resto, è sempre stato un personaggio netto, che vede le cose senza le loro infinite sfumature.
Di fianco a Ross, troviamo una Demelza che sì, è distrutta dal lutto per la morte della piccola ed innocente Julia, ma che non si lascia inghiottire dalla disperazione e che, anche nel dolore, riesce a far emergere la sua grande forza. Eleanor Tomlinson, nell’interpretarla, fa sempre un lavoro eccellente, le dona delle sfumature dolci e affabili che, paradossalmente, la rendono ancora più forte. Demelza incarna alla perfezione il concetto di essere umano in grado di farsi da solo, che non solo non si lascia inglobare dalle disgrazie ma che trova lo spirito giusto per trarre il meglio da ogni situazione. La vediamo cercare di far ricongiungere le due famiglie e la vediamo cercare di salvare Ross facendo appello alla sua qualità più grande e al contempo pericolosa: la sua dolcezza.
In questo contesto, George è il personaggio che mi risulta più enigmatico. Il suo disprezzo verso Ross deriva da tutto ciò che i Poldark rappresentano e che lui non sarà mai: Ross incarna tutti i valori ed il rispetto che non potranno mai essere acquistati con il denaro ma solo con l’umiltà e con il duro lavoro. Il livore di George lo ha talmente tanto consumato da non fermarsi di fronte a niente, spingendosi incontrastato fino al raggiungimento del suo obiettivo. Eppure, alcune volte, George mi dà l’idea di riuscire a controllare la sua invidia e cattiveria, se solo Ross fosse disposto ad andargli incontro.
Intendiamoci, con questo non voglio lasciare intendere che nutro speranze nella redenzione di George, lui è il tipico personaggio che compie gesta buone e altruiste solo per ricavarne un tornaconto, che sia esso quello di far breccia nel cuore di Elizabeth o vedere i Poldark piegati sotto la mole del suo potere.
Anche Elizabeth, da parte sua, ha iniziato a compiere un gioco pericoloso, immischiandosi in una situazione che non potrà che causarle dei problemi. Cosa che, in ampissima scala, già le sta succedendo. Nel rapporto tra Elizabeth e Ross vi è ancora molto di irrisolto tant’è questa premiere risulta pregna di allusioni sul rapporto dei due. È inevitabile che nell’arco dei dieci episodi che compongono la seconda stagione, tra i due ci sarà qualcosa che darà a tutti un senso di chiusura agli spiragli che ogni tanto ancora si aprono sul loro rapporto.
Francis è l’effetto collaterale più evidente di ciò che la Elizabeth ha messo in moto.
Francis, sempre più divorato dall’alcol, dai sensi di colpa e dalle conseguenze dei suoi errori, dapprima riesce a redimersi (se così vogliamo dire) confrontandosi con George, poi placa definitivamente i suoi fallimenti come uomo, come capo famiglia e come marito attraverso lo sparo di una pallottola. Che cliffhanger! Le sorti dell’uomo non sono ancora certe, ma il colpo è stato sparato e questo è un dato di fatto. Avrà centrato il bersaglio? Sarà riuscito a sopravvivere? A mio parere è molto probabile che sia morto oltre che sarebbe l’unico modo per far avvicinare Elizabeth e George e, possibilmente, anche Elizabeth e Ross – perché immagino che quest’ultimo si sentirà responsabile verso di lei, proprio come Francis ci si sarebbe sentito nei confronti di Demelza.
Poldark è tornato in grandissimo stile, rimarcando la drammaticità che ci era stata introdotta nella prima stagione. Con la serie già rinnovata per una terza stagione, mi sento tranquilla di dire che ci aspettano altre nove puntate appaganti.
Considerazioni random:
– Mi ero ripromessa che non sarei stata venale ma sentite, anche l’occhio e l’ormone vuole la sua parte e quando ci hanno fatto vedere Ross in miniera non ho per niente sentito la mancanza delle volte in cui passava le giornate ad arare i campi. Insomma, so che ci capiamo in questo.
– Abbiamo conosciuto dei nuovi personaggi, sono stati introdotti nel mondo di Poldark e hanno iniziato a trovare il loro spazio nella storia. Per quanto, allo stadio attuale, ci sia ben poco da dire su di loro, sono davvero curiosa di vedere come si amalgameranno alla storia e al contesto.
– Verity è tornata!!!!!!!!
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