Ci troviamo di fronte ad un episodio di Poldark che quasi sembra catapultarci alle origini di questa meravigliosa serie tv, con Ross che rinsavisce dalle sbandate che hanno caratterizzato la scorsa stagione e si impegna nelle cose che gli riescono meglio: cavarsi fuori dai guai e prodigarsi per un amico. Finalmente Ross ha modo di riscattarsi verso il pubblico e di mostrare le qualità che in un primo momento ci avevano fatto perdere la testa per lui. È un uomo innovativo e sagace, che sa usare il proprio intelletto in maniera pragmatica e questo lo aiuta a cavarsi fuori dalle situazioni di estremo pericolo. Ma è anche uno spericolato e, alcune volte, seppur mosso da buone intenzioni (buonissime, in questo caso, quando in gioco c’è la vita di Enys), sembra perdere di vista il quadro generale della situazione e si butta a capofitto nel rischio, senza badare a nient’altro. A casa a una moglie con un figlio ed un altro in arrivo, non dovrebbe rischiare la vita in questo modo. La sua proverbiale fortuna lo assiste e fa il suo ritorno a casa sano e salvo, ma sembra sempre che il suo amore per l’avventura e la sua determinazione a sopravvivere sempre e comunque valgano molto di più delle cosa concrete della sua vita.
In questo episodio credo di aver capito di non shippare più Ross e Demelza. Li amo molto singolarmente, ma continuo a non apprezzare la scontatezza che Ross rivolge alla moglie. La sottopone ad ogni tipo di decisione che lui prende senza nemmeno consultarla, ma come vuole e, solo alla fine, quando lei gli fa notare quanto lui faccia esattamente come vuole, capisce di essere nel torto e si scusa. Questo è un ciclo che si ripete da tre stagioni ormai e mi porta a credere che non cambierà mai. Mi porta a credere che una parte di Ross continuerà sempre a vedere Demelza come la sua sguattera e non come sua moglie. Ne è un esempio anche come parla di lei in questo episodio, per spiegare come mai l’ha sposata: vedere che a distanza di moltissimi anni ancora parla di Demelza in questi termini, mi porta a pensare con tristezza che non capirà mai fino alla fine il valore della donna che ha di fianco, o meglio lo capisce solo nel momento in cui lei glielo sbatte in faccia.
Dal canto suo, Demelza è diventata bravissima a gestire Nampara in assenza del marito e prende anche delle decisioni che possano giovare a tutti. Capendo di non poter assolutamente contare sui Warlaggan nelle questioni che la vedono coinvolta, capisce che l’unica su cui può contare è se stessa e sulle proprietà di Nampara: dona ai suoi fratelli un magazzino per poter pregare.
I fratelli Carne sono un’aggiunta estremamente positiva a Poldark, perché portano con loro le spensieratezze tipiche delle età più giovani. Perfino Sam che, in un primo momento, può apparire più serio, porta con se la forza d’animo di qualcuno che crede con tutto se stesso in qualcosa.
Drake e Morwena, invece, sono l’incarnazione vera e propria dell’amore puro, di quell’amore che ti fa battere il cuore anche solo a pensare all’amato e ti fa sembrare le ore di distanza lunghe come mesate intere. I due attori sono freschi e giovanili e riescono a trasmettere alla perfezione le sensazioni del primo amore. Il trio Drake/Morwenna/Geoffrey è stupendo e Geoffrey, crescendo, continua a mostrare la sua componente Poldark.
Nel ruolo di magistrato, George sta tirando fuori il peggio di sé: in un primo momento sembra voler guadagnare i favori del volgo, sempre in risposta alla guerra contro i Poldark (e difatti matura questa decisione dopo che, insieme ad Elizabeth, incontrano dei loro affittuari), ma tale proposito non dura a lungo: alla prima occasione utile non solo giudica con severità e con la massima pena un furto, ma usa la sua posizione per accaparrarsi favori dalla nobiltà. Da lui non potevamo aspettarci altro. Anche Elizabeth assiste a questa pietosa decisione del marito e, in queste occasioni, sembra rendersi conto dell’essere con il quale si è sposata. Quindi, se da una parte nel marito trova un feroce alleato nella sua battaglia contro i Poldark, dall’altra si accorge della mancanza di morale dell’uomo ed in questo si sente combattuta. Tuttavia, da una donna debole come lei, non possiamo aspettarci grandi rinsavite: ho la sensazione che con il passare del tempo non potrà fare altro che schierarsi sempre di più con George.
In conclusione dell’episodio scopriamo che Enys è ancora vivo, maltrattato, ma vivo. Lo vediamo soccorrere un personaggio che, nell’immediato futuro, avremo modo di conoscere molto meglio e che sarà il punto nevralgico della stagione, ma per non rischiare di fate spoiler troppo grossi non rivelerò altro. Sappiate solo che questa non sarà l’ultima volta che vedremo Hugh Armitage e che non si tratta solo di un semplice ferito soccorso dal dottore.
In conclusione, sono l’unica che nel vedere Ross in questo episodio, ha avuto un deja-vu ripensando ad un altro ruolo del nostro caro Aidan, quello di Mitchel in Being Human UK?
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