In questo quinto episodio di Poldark si combattono molte guerre. Guerre interiori e guerre effettive, guerre che si vincono e guerre che vengono perse. Tutti i personaggi si trovano a dover combattere qualcosa di più o meno reale e, arrivati al quinto episodio, sembra proprio che il tema della lotta sia quello centrale in questa stagione. Lotta intesa in senso lato, una lotta che consuma sia dentro che fuori e che, in alcuni casi, ha la meglio sul resto.
Ross si fa sempre protagonista di questi avvenimenti e, questa volta, lo fa a tutto tondo. Ross è sempre stato un uomo molto pragmatico, che prima compie un’azione e poi, eventualmente, se ne pente. È un atteggiamento che lo porta sempre ad allontanarsi con la testa e con il corpo dai problemi che lo affliggono, ma che in questo caso lo conducono proprio dove tutti i suoi problemi risiedono: la coscienza e le paure di Ross si rigettano su di lui e lo colpiscono in pieno. Dopo aver salvato Dwight ma aver perso il Capitano Henshaw, in un viaggio di ritorno verso la Cornovaglia che rischia di fargli perdere anche Drake, Ross viene assalito da sensi di colpa e dalle paure che si manifestano sotto forma di “allucinazioni”. In queste scene riscontriamo le parti più interessanti di tutto l’episodio, perché finalmente riusciamo ad avere uno scorcio intenso e deciso su ciò che risiede nell’animo del Capitano Poldark. Ross è sempre stato di facile comprensione (anche grazie alla bravura di Aidan nel rendere i suoi stati d’animo attraverso le espressioni del personaggio), ma è interessante avere la certezza di cosa lo spaventa: perdere le persone che ama e deludere quelle che rimangono in vita, questo è ciò che si evince in maniera lampante. Ciò che, invece, è più aperto all’interpretazione dello spettatore riguarda il pianto di bambino che si sente in sottofondo. Riguarda Julia, la bambina che ha perso, oppure riguarda Valentine, quello che presumibilmente è il figlio illegittimo avuto con Elizabeth? Il dibattito è aperto. A differenza di Demelza, nella serie tv non traspare un forte attaccamento di Ross verso i suoi figli (cosa che, invece, per assurdo succede con George) e per questo risulta un po’ difficile credere che il senso di colpa sia rivolto alla figlia morta. Invece risulta molto più facile pensare che sia rivolto al figlio nato dal tradimento, che ha dovuto lasciare con il suo nemico per antonomasia e che ha dovuto abbandonare completamente per salvaguardare ciò che ne resta della sua quiete domestica.
Molte guerre, dicevamo, si combattono in questo episodio e una è quella che viene portata avanti da George. Screditare Ross è sempre il suo obiettivo principale, ma gli risulta difficile ora che l’avventura del Capitano lo ha portato a salvare Hugh Armitage. George continua ad essere sempre incapace ad accontentarsi di ciò che ha e di ciò che ha ottenuto e vuole sempre di più, in continuazione, senza mai darsi pace. Questo atteggiamento sarà la sua rovina perché ogni volta che cerca di ottenere qualcosa con questi mezzucci, scava ancora più in profondità la sua fossa.
Il ritorno di Hugh in Cornovaglia sarà uno degli elementi di maggiore disturbo che ci accompagnerà al finale di stagione. Si insinuerà tra Ross e Demelza e lo farà fino al profondo. Ad ora si è dimostrato di essere un personaggio positivo e dal buon cuore, doti che sembrano scarseggiare nell’alta società inglese e che lui sembra contenere in pieno.
Il ritorno di Hugh è subordinato a quello di Dwight. La missione messa in piedi per salvare il dottore è andata a buon fine e lui è tornato tra le braccia di sua moglie, ma fino a che punto lo ha cambiato questa esperienza? Dwight ha vissuto in prima persona la scelleratezza della guerra, ha visto con i suoi occhi quante ingiustizie si porta dietro, ed il fatto che si sia salvato mentre altre persone sono morte avrà delle ripercussioni su di lui. È impossibile che un uomo con una spiccata sensibilità come lui non ne risenta. Chi vive la guerra non ne esce così facilmente e si porta dietro gli strascichi molto a lungo. Per adesso, però, possiamo tirare un sospiro di sollievo nel sapere che è di nuovo a casa. Inoltre, quanti feels ha evocato la scena del suo incontro con Caroline, con lui affetto dalla stessa malattia che li ha avvicinati? Si tratta di un tocco di classe che non passa inosservato alle shipper sfegatate come me.
E in quanto a ship, a braccetto con le gioie vanno i dolori. Dopo una piccola parentesi idilliaca, Drake e Morwenna sono costretti a lasciarsi – di nuovo. Tutti si impegnano a mettere un po’ di buon senso nella testa di Morwenna, tutti che si impegnano a farle capire quanto sia sbagliata la sua relazione con Drake, che oltre ad essere imparentato con un Poldark è anche di estrazione sociale molto inferiore a lei. Purtroppo riescono nel loro intento e la giovane tronca la relazione con il suo amato, spingendolo a partire per una missione che rischia di fargli perdere la vita. Gli amori giovanili sono i più belli ed i più difficili da gestire e, per l’ennesima volta, mi trovo ad apprezzare moltissimo l’aggiunta di questa love story fresca e giovane, in grado di alleggerire il contesto pesante assunto nel corso delle tre stagioni, con i personaggi principali ormai cresciuti di molti anni e con molte sofferenze alle spalle.
Così si conclude un episodio bellicoso, pregno di emozioni fortissime, che ci ha mantenuto con il fiato sospeso nonostante sapessimo che Dwight sarebbe tornato a casa. Si chiude un capitolo di Poldark, ma solo per aprirsene uno nuovo, strettamente legato al precedente.
Nel salutarvi e nel darvi appuntamento alla prossima settimana, vi invito a passare dalle splendide pagine di Poldark Italia, Gabriella Wilde Italia, Eleanor Tomlinson Daily e Ross e Demelza Poldark Italia