Poldark – Recensione 4×02 – Episode Two

Questo secondo episodio inizia col cielo sereno, Ross e Demelza mano nella mano che passeggiano coi figli, un bagnetto sexy con pettorali scolpiti in bella mostra, una gara di lotta dal sapore goliardico, pace e armonia… Ecco che quindi TU, fans di Poldark, sai già da questo che sei destinato a soffrire – e tanto – entro la fine della puntata. Matematico come uno più uno fa due (e per sofferenza non intendi vedere Ossie che ciucia l’ennesimo piede all’annoiata prostituta di turno).
Questo episodio è stato un crescendo di emozioni, è partito con un clima quasi sereno e pian piano ci ha portato, col crollo emotivo di Demelza e la partenza per Londra di un Ross col cuore spezzato, a vedere i titoli di coda con gli occhi lucidi.
Non sono bastati il lieto annuncio di una futura nascita, una festa, Ross che vuol scappare di Chiesa adducendo come scusa che nemmeno il figlio piccolo è presente, i giochi allegri dei bambini (due dei quali, se non avessero giocato insieme, non avrebbero fatto perdere alle rispettive madri vent’anni di vita) a salvare i personaggi dall’incontro con il loro destino e con i rimorsi della propria coscienza.
Mentre una piccola vita sta crescendo e si prepara a venire alla luce, un’altra giovane vita pian piano si spegne. Assistiamo infatti, su strade parallele, all’ascesa politica di Ross e al triste epilogo della vita del giovane che di Ross ha distrutto certezze e fede.
E’ un Ross spezzato, logorato dalla strana situazione creatasi fra Demelza e Hugh Armitage. Sa, percepisce, capisce e finalmente agisce col cuore, lasciando che Demelza, pian piano, faccia chiarezza dentro di se. La aspetta, come lei ha aspettato per anni lui e conoscendo il carattere fumantino di Ross, sappiamo quanto deve essere stato complicato per lui.

Niente è facile in questa puntata, per Ross (quando per caso trova la poesia dimostra molta maturità nel non dare di matto e nel rassicurarla, nonostante tutto, sulla sorte di Hugh). E’ dura vedere con i propri occhi il legame fra Demelza e Hugh, la dolcezza con cui lei si siede al suo capezzale, il modo in cui gli stringe la mano. Eppure incassa, tace e rispetta quel momento, un po’ perché non può fare altro, un po’ perché Hugh sta effettivamente molto male.
Armitage ci tenta fino alla fine, con Demelza. Con l’ennesima poesia, con l’ennesima supplica, tentando di addurre la motivazione che solo lei e il suo amore potrebbero guarirlo, cerca di rivivere con lei l’esperienza amorosa fra le dune. Demelza però stavolta non cede, sa a chi appartiene e dove vuole stare. C’è affetto per Hugh, molto più profondo di quanto noi fans dei Romelza vorremmo credere, ma il suo cuore appartiene a un altro e con dolcezza ma fermezza glielo fa capire.
Di contro Ross, visto che Armitage è ormai fuori dai giochi politici, questa volta cede al richiamo e all’offerta di Lord Falmouth e, mano nella mano con Demelza (scena meravigliosa quelle loro dita che si stringono in cerca di calore e coraggio l’uno nell’altra), dopo averne parlato con lei accetta l’incarico che gli viene offerto. E contro ogni pronostico, anche grazie all’opera di convincimento che Demelza e Caroline hanno fatto con Lord Bassett, Ross vince contro George Warleggan e diventa il rappresentante della Cornovaglia in Parlamento. George adduce con fare isterico e stizzito le solite scuse alla sua sconfitta, non ammetterà mai che Ross è migliore di lui e si prepara alle prossime mosse per attaccarlo nuovamente. E Ross? Ross è incredulo ma in fondo triste. E’ solo, Demelza non è con lui… Perché, mentre Ross vive il suo trionfo, Demelza per scelta rimane lontana, assistendo agli ultimi istanti di vita di Hugh Armitage che muore nel sonno mentre lei gli tiene la mano.
Ho provato pena per Ross, tanta. Si vedeva la sua sofferenza e la sua lotta interiore davanti alla notizia della morte di Armitage, il suo rivale giovane e bello che è morto risolvendogli di fatto molti problemi ma che, teme, possa diventare un fantasma nella vita di sua moglie. Sa che è giusto avere pietà di una morte tanto prematura, eppure non ci riesce, non del tutto. I pensieri di Ross sono cupi, mentre con Dwight guarda quei cigni bianchi che nuotano nello stagno davanti a lui (bellissima immagine che rievoca lo spirito del libro da cui è tratta questa parte della serie) e chiede se i cigni restino fedeli al proprio compagno tutta la vita o solo fino a che non arriva un cigno più bello.

La parte finale della puntata è di impatto emotivo fortissimo. Demelza forse per la prima volta in vita sua crolla, come è giusto che sia. E’ struggente il suo pianto, qualcosa che non può non impietosire e far stringere il cuore. Sorretta da Caroline che sa e capisce cosa si agiti in lei, piange lacrime disperate che forse hanno iniziato a sgorgare per la morte di Hugh ma che poi si uniscono a tutte quelle che non è riuscita a versare per tutti i dolori che ha sopportato negli anni. E’ una donna giovane che piange l’ennesima perdita, l’ennesimo strappo che la vita ha compiuto davanti ai suoi occhi. A una prima visione la sua disperazione mi era apparsa inappropriata, ma poi ho capito che non era per Hugh. Non solo per lui, almeno… Hugh, il suo affetto, il suo farla sentire amata e importante, è stato la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo. Piange lui, Julia, piange tutte le ingiuste morti a cui ha assistito, piange tutto il dolore che ha dovuto reprimere in quegli anni, forse troppo per una ragazza della sua età.
Torna a casa stravolta e Ross, di nuovo, è pronto a mettersi da parte per ascoltarla. Soffre, ma lascia che sia il dolore di Demelza a essere il protagonista, anche se sa che quello che lei dirà potrebbe fare male. L’ha aspettata in piedi tutta notte, ha consolato il suo pianto, l’ha abbracciata e l’ha rassicurata. E in fondo Demelza ha rassicurato lui, fra le lacrime, forse fugando un po’ quella paura di Ross di essere diventato una seconda scelta (paura che fu di Demelza, per anni, e che ora lui vive sulla sua pelle). Ross è preoccupato per lei, credo che vederla tanto fragile e vulnerabile dopo che l’ha sempre giudicata forte, sia qualcosa a cui non è preparato e che lo destabilizza. Chiede solo, per se stesso, se ami Hugh. E la risposta è no ed è la risposta che in fondo volevamo sentire tutti noi. Affetto, tenerezza, attrazione… Ma l’amore è altro, l’amore è l’uomo che ha davanti e a cui, nonostante gli errori ormai da parte di entrambi, appartiene. La scena è bellissima, di impatto emotivo enorme con quel loro abbraccio disperato e quelle carezze delicate e gentili che Ross fa sul viso di Demelza mentre le asciuga le lacrime.
Il finale è difficile per entrambi. Ross ha saputo mettere da parte il suo orgoglio e la sua rabbia ma è una bomba ad orologeria. Parte per Londra con la morte nel cuore, senza più nessuna certezza e con una rabbia di fondo che prima o poi esploderà e farà danni. Nemmeno Demelza è serena, resta sola in un momento difficilissimo sia per lei che per il suo matrimonio. Sa che Ross è a Londra che deve andare, che è quello il suo posto. Ma sa anche che lui sta partendo senza fiducia in lei e in loro (lo sa anche se lui non glielo ha detto perché lo conosce come le sue tasche) e sa anche che lo sta lasciando andare senza essere riuscita ad aprirgli totalmente il suo cuore come Ross ha fatto con lei.
E’ stata una puntata difficilissima questa, una di quelle che mi ha lasciato gli occhi lucidi. Ho apprezzato i ritorni di Pascoe, Rowella (mio personale mito) i momenti famigliari dei Romelza dove finalmente i loro bimbi son diventati parte più attiva, la presenza preziosa di Prudie che ha saputo dire le parole giuste a Ross e ho sofferto vedendo l’agonia di Hugh Armitage che pareva tanto piccolo ed indifeso in quel suo letto di morte (anche se la faccia terrorizzata che aveva davanti alle spiegazioni del Dottor Choake sui suoi metodi di tortur… ehm cura, meriterebbe un capitolo a se). Hugh se n’è andato lasciando una voragine attorno a Demelza che lei pagherà a lungo. Se n’è andato e forse sì, è diventato un fantasma per qualcuno. Ma non per Demelza, su questo Ross si sbaglia perché lei ha saputo dirgli addio. Quel fantasma tormenterà a lungo qualcun altro, quel fantasma sarà lo strisciante incubo proprio dello stesso Ross. E prima o poi dovrà farci i conti.

Jeda

Top 5 : Banshee, Twin Peaks, Son of Anarchy, Homeland, Downton Abbey.

Nata e cresciuta in mezzo al verde e alla campagna nel lontano 1990, Jeda sviluppa sin da piccola l’innata capacità di stare ore ed ore seduta di fronte un qualsiasi schermo a guardare serie tv - che, in età infantile, erano cartoni animati. È una dote che le tornò utilissima con l’avvento dello streaming, riuscendo a vedere telefilm senza stancarsi mai, ignorando completamente lo studio e i risultati si vedono: fuoricorso da circa mille anni, la sua preoccupazione principale è quella di riuscire ad essere in paro con i recuperi, almeno una volta nella vita. Le piace leggere, scrivere ed ha una passione quasi ingestibile per le cose oscene.

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