Poldark – Recensione 4×04 – Episode Four

Ci sono eventi, nel corso dell’esistenza dell’uomo e dalla notte dei tempi, capaci di unire tutti nello stesso immenso dolore. Amici, nemici, buoni e cattivi, fazioni identiche o avversarie, compagni di battaglie o antagonisti, davanti a certe prove della vita hanno tutti la stessa espressione sgomenta e sono mossi dallo stesso tipo di dolore e pietà dietro alla processione funebre di una bambina.
La cosa che più salta all’occhio è proprio questa, vedere lo stesso doloroso sgomento sia su Ross che su George che non vanno d’accordo su nulla ma che davanti a questo non possono che chinare il capo allo stesso modo. E questo ce li rende umani, imperfetti e diversi ma allo stesso tempo simili e vicini, entrambi, ad ognuno di noi.
E’ stata una puntata dolorosa per chi segue perché guardare l’amore di due neo-genitori per la propria bambina che ancora non ha che assaporato la vita e poi pian piano osservare la spietatezza della natura umana stessa che prima regala e poi toglie senza avvisarti, senza perché, senza regole o consolazione qualcuno che doveva ancora assaporare la propria esistenza, è qualcosa di atroce. Per chi guarda e magari ha provato la stessa dolorosa esperienza, per chi non l’ha provata ma riesce quasi a sentire quel dolore che mai andrà via a pelle, cercando di immaginarlo e rendendosi conto che anche l’immaginazione più fervida non potrebbe rendere l’idea.
Il dolore dei due genitori, pur così diverso nella sua espressione, è un pugno nello stomaco. Dwight piange il dolore della perdita di una figlia e la sua impossibilità come medico di salvarla, Caroline si chiude in un cinismo forzato, sfuggendo a quel dolore con cui dovrà fare i conti prima o poi.
Ho apprezzato la scelta di regia di non soffermarsi, negli ultimi istanti di vita di Sarah, nel suo volto. Quella candela che si spegne in una notte buia e senza calore, rende benissimo l’idea di quella vita volata via, spenta con la stessa facilità di una candela appunto, che si arrende a un alito di vento.
Caroline fugge a Londra, forse sperando di ritrovare in quella mondanità e frenesia la Caroline di un tempo, quella non sposata, quella che non aveva ancora conosciuto Sarah, quella che non aveva pensieri. E’ un modo sbagliato di affrontare il lutto e si spera che Ross (che pare un po’ più maturo soprattutto nel campo dell’amicizia), riesca a portarla a quelle lacrime, a quel punto in fondo al baratro dove incontrare, accettare ed elaborare la morte di una figlia per poi risalire e tornare dall’uomo che ama.
La morte di un figlio è spesso quanto di più deleterio esista per una coppia e Caroline ha scelto la strada più egoista (e più in carattere con lei) per sopportare il lutto, ma se non vuole perdere anche l’amore di quell’uomo per cui ha tanto lottato, dovrà trovare una via di ritorno da lui, dalla sua casa, dal suo matrimonio.

A Nampara invece la vita sembra più serena. SEMBRA…
Perché in fondo Demelza lo sa che non tutto è risolto e che tante ombre sono presenti ancora, fra lei e Ross. Si sono ritrovati intimamente (ma d’altronde quello è un aspetto del loro matrimonio dove non hanno mai avuto problemi) ma è pienamente consapevole che il suo rapporto con Ross è stato irrimediabilmente compromesso dalla storia con Hugh e non sa bene cosa fare o dire.
Ha bisogno di essere rassicurata e credo che Ross non sia ancora capace di farlo del tutto e in maniera definitiva.
Ama suo marito, sa di appartenere a lui anima e corpo e i sensi di colpa per avergli fatto del male sono suoi compagni giornalieri di vita.
Demelza non è Ross, Demelza soffre per aver compromesso il suo matrimonio e sa che ciò che è spezzato difficilmente torna liscio come prima. Per lei Hugh è un ricordo (dolce e doloroso al tempo stesso) ma sa che per Ross non è così.
Suo marito è presente e affettuoso nella maggior parte del tempo ma Demelza lo conosce bene e sente a pelle che dentro di lui covano rabbia e risentimento. Che scoppiano nel momento meno opportuno, dopo il funerale della piccola Sarah, dove Ross la attacca duramente asserendo che non piange solo per la bimba degli Enys e per Julia ma forse pure per Hugh. Soprattutto per Hugh…
Il Ross di questa scena è stato piuttosto insensibile (avesse per sua moglie la sensibilità che ha per gli amici, sarebbe un marito da premiare) ma nelle sue parole si percepisce anche tanta insicurezza e quella paura di essere solo il ripiego per la donna che ama, visto che Hugh non c’è più.
Ross ama Demelza ma in lui c’è voglia di tenerla ancora lontana. Londra resterà ancora per un po’ il suo rifugio, il suo angolo di fuga, il luogo dove estraniarsi e pensare. Demelza lo sa, sa che non le chiede di seguirla per questo e che la miniera da salvare non è la sola causa della sua permanenza in Cornovaglia perché Ross, se volesse, avrebbe persone più che valide a cui affidare la gestione della Wheal Grace.
Ross fugge ancora, come Caroline. Sono simili in questo e forse proprio per questo saranno fondamentali, l’uno per l’altra, per curare le rispettive ferite. E in Cornovaglia restano Dwight e Demelza, anche loro simili fra loro nella loro dolcezza e sensibilità, come lo sono nel loro egocentrismo e orgoglio i due fuggitivi nella capitale…

Morwenna continua la sua ascesa all’inferno, con Ossie non poteva che essere così. Pian piano vede il suo bambino sempre più lontano, corre il rischio di finire in un manicomio e la sua posizione è sempre più in bilico. Il suo amore (che forse si arrende a vivere una storia con una donna che rispetta ma che certo non ama) è lontano e nulla può fare per lei. Come Elizabeth dopo tutto, che l’ha messa in questo enorme guaio, ammicca, vede ma sta zitta…
Elizabeth, sempre più calcolatrice e subdola, che spinge George ad inasprire la sua battaglia personale non solo contro Ross ma anche contro Demelza insinuando che sia lei la causa della sua esclusione dal Parlamento e che già assapora la vita ricca e agiata nella capitale, il posto dove crede di essere destinata.
Che Elizabeth sia una serpe lo si è ormai capito bene e il suo vero carattere sta venendo pian piano fuori. Ce ne siamo accorti tutti di chi è davvero eccetto Ross, che nella prossima puntata le girerà ancora attorno (e non solo a lei ma anche al piccolo Valentine), probabilmente convinto che le regole che valgono per Demelza e il suo affetto per Hugh non valgano per lui e il suo attaccamento ad Elizabeth.
Ross ne ha ancora di strada da fare, credo… Quando sembra maturato e finalmente uomo e marito migliore sinceramente innamorato della moglie a parole e soprattutto gesti, ci ricasca e ti fa pensare che forse non c’è davvero speranza per lui e Demelza. Saprà farci ricredere? Lo si aspetta al varco domenica, in una puntata che si preannuncia densa di avvenimenti importanti. Siamo arrivati al giro di boa della quarta stagione e molti nodi verranno al pettine. Soprattutto quelli dolorosi.
E noi siamo qui ad aspettare…

Nel salutarvi e nel darvi appuntamento alla prossima puntata, vi invito a passare dalle splendide pagine di Poldark ItaliaGabriella Wilde ItaliaEleanor Tomlinson Daily e Ross e Demelza Poldark Italia

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