Preacher – Recensione 1×02 – See

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See, secondo episodio di Preacher, è ancora estremamente connotato da un carattere introduttivo. Si percepisce difatti con chiarezza l’intento degli autori di sviluppare la trama gradualmente, cercando di caratterizzare quanto più possibile i personaggi a livello psicologico senza bruciare le tappe – e d’altronde non è forse questo uno dei marchi di fabbrica della AMC?
L’episodio ruota essenzialmente attorno al tentativo di Jesse Custer di essere un buon prete: lo vediamo impegnarsi per conquistare più accoliti per la sua parrocchia, dedicarsi a battesimi e confessioni, tutto in pieno stile clericale e caritatevole, come si addice alla brava persona che aveva promesso a suo padre di essere. Dai suoi sforzi emerge sempre di più una cittadina connotata da peccatucci e squallori vari, il che, se da un lato può apparire come stereotipato, dall’altro è pressoché inevitabile, visto che rappresenta la realtà. Mentre il nostro pastore è alla ricerca di un miglioramento personale, per il momento ancora ignaro della forza che si annida dentro di lui, la minaccia rappresentata dai due misteriosi cowboy comincia a profilarsi con sempre maggiore chiarezza; questi, sopravvissuti misteriosamente allo scontro con Cassidy, sono ancora vivi e affermano di essere “mandati dal governo”, chiaramente interessati al potere di Jesse. Quanto in là vorranno spingersi per ottenerlo sarà probabilmente il tema dei prossimi episodi – nei quali sicuramente ci spiegheranno anche dove vogliano andare a parare con le scene iniziali, compresa quella della carneficina.
preacher-see_article_story_largeProprio in virtù del fatto che si tratta di un episodio ancora introduttivo, è difficile e forse ingiusto esprimere giudizi, in negativo o positivo che siano, e tuttavia mi sento di dire che Preacher non riesce pienamente a convincermi, nonostante la storia di base sia interessante. Un punto di forza è sicuramente il personaggio di Cassidy, interpretato alla perfezione da Joseph Gilgun, che con il suo accento e le battutacce irriverenti mi ha conquistata dalla prima scena: ogni singolo frame che lo vede protagonista è ben reso, dalle inquadrature (chi non ha apprezzato il momento in cui era seduto sull’uscio, un’ombra intrappolata dal sole?) allo sviluppo della storia. Se in questo episodio abbiamo capito qualcosa di più di Jesse e del suo modo di vivere la vita – o di non viverla, se vogliamo essere cattivi – , è stato proprio grazie alla bella scena nella chiesa e all’intervento del giovane Eugene, aka Arseface. Quest’ultimo rappresenta, a mio parere, un altro aspetto positivo dello show; ben recitato, sicuramente nasconde di più di quello che è stato fatto intendere, riesce a sbloccare qualcosa in Jesse, qualcosa che Cassidy aveva cercato di fargli capire nella sopracitata scena senza riuscirci: e se Dio ti volesse esattamente così come sei, non noioso ed irreprensibile? Se il Suo piano per te fosse proprio quello di averti in questo specifico modo, perché sforzarsi così tanto di essere quello che non sei? È l’illuminazione di un momento e Jesse torna (forse) quello che era. Sì, ma chi o cosa era? Sarò impaziente, ma, da non lettrice dei fumetti, qualche flashback in più che mi aiuti a familiarizzare col protagonista sarebbe gradito.

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I grandi difetti dello show, al momento, sono due: Jesse stesso non riesce a prendermi, manca di carisma e mi sembra spento anche quando, a detta di chi lo circonda, mostra sprazzi dell’ “uomo cattivo” che era. Non vedo convinzione nei suoi gesti nemmeno quando afferma di averla, ma percepisco, invece, solo uno scazzo generalizzato – passatemi il termine, ve ne prego – nei confronti dell’esistenza. Mi auspico davvero una metamorfosi da parte sua, altrimenti sarò costretta a vivere in funzione delle scene con Cassidy fino a fine stagione! Su Tulip, che mi lascia a sua volta perplessa, preferisco attendere di vederla di più per pronunciarmi in maniera definitiva. Secondo grande difetto sono gli effetti speciali: i colori, le inquadrature, il trash voluto e lo splatter certe volte ostentato mi fanno pensare ad un’ispirazione tarantiniana decisamente mal riuscita. Se in Tarantino capisci sempre quando il tutto è voluto, in questo caso rimango col dubbio che potrebbe essere anche semplice imperizia  o incapacità di fermarsi prima che il tutto degeneri.
Insomma, per quanto ci sia stato un indubbio miglioramento rispetto al pilot, Preacher avrebbe sì delle buone basi su cui lavorare ed un canale che di solito non si è mai tirato indietro davanti a prodotti “difficili”, ma è come se qualcosa lo stesso bloccando su di un livello qualitativo medio-basso che non fa appassionare, ma solo continuare a guardarlo per riempire la pausa estiva di altri show più meritevoli.
È forse un giudizio impietoso il mio? Ditemi la vostra nei commenti, lettori del fumetto o no, mentre io vi lascio con l’invito a passare da Preacher – AMC Italia!

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About Allegra Germinario

Allegra Germinario
Studentessa di Giurisprudenza, per descrivermi basta dire che il mio modello di donna è da sempre stata Buffy. Top 5 telefilmica: Buffy l'Ammazzavampiri, Dexter, Justified, Banshee e Sherlock, ma una menzione d'onore va anche a Jessica Jones.

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