Preacher – Recensione 1×06 – Sundowner

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A soli quattro episodi dalla fine e con la notizia del rinnovo per una seconda stagione, Preacher finalmente rivela qualche dettaglio in più sulla sua storia e su quello che sta accadendo a Jesse. Sundowner, infatti, comincia proprio con il faccia a faccia fra il predicatore e i due angeli Deblanc e Fiore, i quali sono praticamente costretti a raccontargli di Genesis: quello che è dentro di lui è un “bambino”, frutto dell’unione fra un membro della fazione angelica e uno di quella infernale, ergo la creatura più potente fra tutte e capace di sovvertire l’intero equilibrio del creato. Questa rivelazione, che a mio parere è arrivata un po’ troppo tardi se si considera il numero totale di episodi previsti, non sconvolge Jesse più di tanto: la sua reazione, dal momento in cui prende consapevolezza che dentro di lui non c’è Dio fino allo scontro con il Serafino, è di accettazione passiva nei confronti della situazione e ben poca meraviglia.
Posto che l’andamento non lineare della trama sembra essere una costante voluta della narrazione – e quindi o la si accetta o ne si interrompe la visione –, la caratterizzazione del protagonista continua ad essere la maggiore problematica dello show. Adesso che sappiamo finalmente cosa c’è sotto, è davvero un peccato che le numerose scene dedicate agli altri personaggi siano più avvincenti di quelle in cui ci si concentra su Jesse: difatti, laddove mi sembra che con Tulip e Cassidy quasi si ecceda nel senso contrario, rendendoli talvolta delle vere e proprie macchiette (ma godibilissime), non comprendo come mai nel caso di Jesse Custer non sia stato fatto uno sforzo analogo. La scena finale in parrocchia, però, è degna di plauso tanto a livello di regia quanto di contenuti: ci penserà infatti Eugene, a mo’ di grillo parlante di Pinocchio, a sottolineargli che non può imporre l’illuminazione e la fede nei suoi parrocchiani, in quanto ciò ammazza il libero arbitrio e costituisce perciò un peccato. Questo ragazzino, il cui passato è ancora da chiarire, ha il coraggio di parlare chiaramente e fungere da coscienza al prete, la cui reazione ci mostra finalmente un personaggio che ha delle reazioni di sorta, moti di rabbia o frustrazione, uno che, in sostanza, non è solo un colletto bianco col sorriso inebetito. Le conseguenze delle sue parole, “vai all’Inferno”, potrebbero essere proprio quello che ci serve per vedere quest’uomo più spesso e lasciarci alle spalle il manichino inamidato di questi primi episodi.
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Tuttavia, tanto lo show riesce a brillare mediante scena di lotta assolutamente pulp, inframezzate da battute che ricordano più che mai Tarantino, e mediante personaggi surreali, tanto invece perde quando cerca di darsi una patina di serietà.
La prospettiva di una seconda stagione ci rassicura che, prima o poi, le numerose questioni in sospeso troveranno una risposta, ma non sono certa che questa sia la migliore maniera di procedere. La sensazione per il telespettatore è di trovarsi dinanzi ad una storyline maggiore e, connesse a questa, tante altri piccoline che poi, in un modo o nell’altro, dovranno convergere verso un medesimo punto cardinale: si tratta di un intrico complesso, bello da vedere quando è gestito sapientemente e nella misura in cui riesce a non far mai calare l’attenzione. Con Preacher, purtroppo, non sempre è così e i tempi morti sono parecchi, così come l’esasperazione nel vedere tanti tasselli del puzzle che ancora giacciono abbandonati e privi di connessione con gli altri. Tuttavia, lo ritengo un difetto su cui si potrebbe sorvolare, qualora finalmente dovessimo vedere un Jesse Custer all’altezza dei due compari che gli hanno messo al fianco: che un bello sganassone da parte di Tulip possa servire da sveglia? Chissà, magari la consapevolezza di aver appena mandato qualcuno letteralmente all’Inferno gli darà la sferzata di energia che ci vuole per andare a cercare Dio e fargli qualche bella domanda (se seguiranno i comics).
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About Allegra Germinario

Allegra Germinario
Studentessa di Giurisprudenza, per descrivermi basta dire che il mio modello di donna è da sempre stata Buffy. Top 5 telefilmica: Buffy l'Ammazzavampiri, Dexter, Justified, Banshee e Sherlock, ma una menzione d'onore va anche a Jessica Jones.

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