Prison Break – L’Odissea di Michael Scofield

Prison Break è l’amico d’infanzia che non vedi da una vita, venuto in vacanza per due mesi e con il quale non vedi l’ora di trascorrere del tempo, che quando finisce ti lascia un grande vuoto, l’ennesimo che colmerai con il tempo. Michael Scofield fece la sua ultima apparizione nel 2009 e tutti, o quasi, ci siamo mettemmo l’anima in pace per la sua dipartita, sapendo che il suo sacrificio non era stato vano. A distanza di otto anni veniamo a conoscenza della non-morte di Michael e della sua nuova vita in giro per le prigioni di tutto il mondo perché, se c’è una cosa che Michael è bravo a fare, è quella di porre se stesso in prima linea per difendere i suoi cari. È sempre stato così, questa era la trama originale del format e questa, ancora una volta, è quella del revival. È arrivata come una tempesta – adatto una della innumerevoli frasi riferite a Scofield – e come una tempesta, passa via senza che ce ne accorgessimo. Perché 9 settimane son volate via.

La libertà ha un prezzo. Sono morto sette anni fa. Ho lasciato un fratello, una moglie, un figlio, ma i morti parlano. Se ascolti, sono lì con te. Provano a contattarti cercando di dirti qualcosa perché non tutte le morti sono uguali. Alcune sono vere, alcune sono una storia. La domanda è: credi alla storia? L’uomo che è morto era chi credevi che fosse? I morti parlano. Se ascolti. 

Michael non è morto, Michael ha sempre messo i suoi cari sempre dinnanzi a sé per proteggerli dai pericoli e dalle minacce, ma con la sua ultima avventura, alla fine, è andato incontro a un destino più crudele: essere cancellato e rimpiazzato, non avere un’identità ed essere un ricercato in tutto il mondo, e per di più Jacob – aka Poseidon – ha preso il suo posto a casa sua, con sua moglie e suo figlio. Partiamo dal presupposto che Jacob non mi è mai andato a genio, fin dall’inizio questo personaggio mi ha fatto storcere il naso e non poco. I miei sospetti si son rivelati ben fondati appena la sua identità è stata rivelata; niente da dire sul fatto che fosse un genio del male, ma niente in confronto al genio che è sempre stato Scofield, come dice lui stesso: dal momento in cui lo ha messo contro Sarah e Mike è iniziato il suo piano per farlo cadere. Ci è voluto più del previsto ma alla fine Jacob è stato sconfitto con il suo stesso gioco. Il genio dell’inganno rimarrà sempre e comunque Michael, anche se sembra essere stato messo con le spalle al muro, ci sarà sempre qualcosa che gli farà avere il vantaggio. Un tira e molla ben costruito quello tra i due uomini che hanno giocato al gatto e al topo per tutta la stagione, ma Poseidon sbaglia nella sua arroganza, nel credere di avere tutti in pugno, nel credere di essere meglio del suo avversario… mai sottovalutare Scofield.

Questa stagione mi ha però lasciato con l’amaro in bocca. Per quanto possa essere una delle mie serie TV preferite e alla quale devo dare il merito per avermi fatto diventare una addicted, non ha dato quella ventata di nuovo che forse mi aspettavo, quel qualcosa in più che poteva farmi dire “Ah, è stata una stagione da urlo”. Ma i revival, si sa, sono un’arma a doppio taglio. Mi ha fatto piacere rivedere i vecchi amici? Certo che sì. Mi aspettavo qualcosa di diverso? Ovviamente. Mi ha soddisfatta? Nì. In primis mi è dispiaciuto vedere come Lincoln, invece di fare passi in avanti, abbia fatto le capriole tornando indietro. Senza Michael non è riuscito a tenersi fuori dai guai e le vecchie abitudini sono tornate in auge. Mi ha deluso la storyline di Sucre, ho sentito poche volte il suo Papi che tanto lo ha contraddistinto nelle prime stagioni, il suo ruolo è stato confinato per ovvi (?) motivi ma questo è stato un colpo al cuore. C.Note mi ha sorpresa per come è riuscito a dare una svolta positiva alla sua vita. T-Bag è sempre il solito T-Bag, il fatto che abbia scoperto la paternità non mi ha dato le emozioni che forse speravano gli sceneggiatori. I momenti con Whip li ho trovati in alcuni punti anche forzati e l’asso nella manica non mi ha sorpresa con la sua ultima mossa. Gli rende giustizia la scena finale che lo vede compagno di cella di Jacob. A differenza di quest’ultimo che aveva i suoi due fedeli cani da guardia, Michael ha avuto dalla sua questi fedelissimi i quali si sono immolati per farlo evadere dallo Yemen e poi aiutato a portare a termine il piano per riscattarsi, come uomo, marito e padre. Lo scontro finale con Jacob, comunque, vale la visione dell’intera stagione. Alla fine di tutto, però, Michael è davvero libero? Io penso di no. Non sarà mai veramente libero, ha perso così tanto nella sua vita, ha vissuto fin troppe cose sulla sua pelle, ha tanti demoni con cui farà ancora dei conti e si guarderà comunque sempre le spalle. Glielo si legge negli occhi nell’ultima scena e, come dici il titolo stesso dell’ultimo episodio Behind the Eyes, conta quello che c’è dietro gli occhi e nei suoi c’è sia felicità che tristezza, malinconia.

About ManuMa

Amante di libri, musica, cinema e serie tv (altrimenti non sarei qua!). Ho perso il conto di quante serie tv guardi, ho iniziato ad appassionarmi grazie a Prison break e successivamente Chuck, e da quando guardo le serie in contemporanea con gli States ho trascorso tanto di quel tempo al pc che potrei essere diventata un tutt'uno con esso. Prediligo le serie comedy, drama e fantasy che dire? La mia età non la rivelo ahah

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