Glossario Quantico: Mhorder=Criptonimo per indicare una cattiva pubblicità riguardante la CIA.
Safran mio che mi combini? Lo so non è il massimo come inizio articolo, ma con Quantico ho un rapporto di amore/odio abbastanza istintuale e diretto. L’esclamazione ci sta tutta almeno a mio avviso, perché qualcosa si sta inceppando nel buon meccanismo narrativo della serie.
Io ho come la sensazione che, come al solito, gli autori della serie e il suo creatore abbiano voluto strafare senza avere il tempo e lo spazio sufficiente per sviluppare a pieno la tematica. A tre episodi dalla fine non puoi buttare nel calderone 8 e dico 8 potenziali piste da seguire per portare a conclusione la missione del team di Clay. Logica conclusione per questa scelta scellerata è chiaramente il solito minestrone che pensavamo appartenesse al vecchio Quantico, e invece eccoci qui a cercare il mestolo adatto per rimestare il tutto e renderlo appena godibile.
Infatti alla fine della fiera, in questo episodio si apprezzano di più le parti in cui sono evidenziati i rapporti umani fra i componenti del team che la storyline principale. Infatti come non apprezzare il gesto di Shelby Wyatt davanti alla richiesta di Clay di far di tutto per farsi odiare?
Clay lo sappiamo bene, è un po’ il ragionatore della famiglia Haas, colui che sa stare in equilibrio in un mare di problemi, ma proprio per questo conosce prima di tutto le sue debolezze e quando si rende conto che la vicinanza di Shelby lo potrebbe buttare giù dalla sua torre di certezze, non si butta, non cede alla tentazione di cadere fra le morbide braccia di Wyatt, ma affronta la sua debolezza e lo fa come penso pochi uomini nella vita reale saprebbero fare.
Gli dice papale papale che deve diventare odiosa, deve smettere perfino di fare l’amica, deve finirla di essere sempre lì a consolarlo a rispondere al telefono, essere comprensiva, la spalla sicura dove piangere. Shelby lo sappiamo è una donna molto intelligente, un personaggio forte e delicato allo stesso tempo, e non vuole cadere di nuovo nel trappolone in cui la famiglia Haas rischia ogni volta di farla cadere, e forse questa volta, senza nemmeno che lei abbia fatto nulla perché ciò accadesse. Allora fa un passo indietro, fa credere a Clay di stare con Caleb e questo gli permette di levare ogni dubbio o fantasma nella mente del nostro rampollo Haas.
Ryan Booth invece è un frescone. Un agente FBI con la sua esperienza cade in una trappola da bambinetti pur sapendo con chi ha a che fare, cioè gente che ha già ucciso in mezzo alla folla, organizzato finti suicidi e incastrato Raina, lui che fa? Si presenta ad un appuntamento in un luogo buio e logicamente o finisci ammazzato o finisci per essere l’involontario strumento di distruzione del tuo team.
Cosa combina invece la bellissima Alex? Assodato che ormai lei e Owen devono solo finire a letto per consolidare questo sodalizio (e mo ci devono finire perché se no mi arrabbio), cambia la sua strategia e inizia ad attaccare i nemici della presidente Haas dall’interno. Almeno lei, nella sua cieca volontà di perseguire il bene, fa tesoro delle esperienze passate e prova a star dentro la congiura piuttosto che essere tagliata fuori come invece saranno tutti quelli del team Haas.
In sostanza, un episodio confusionario ma del quale non si può buttare via tutto come abbiamo visto. Credo che 8 Villain siano un po’ troppi anche per una mente acuta, per uno spettatore medio abituato a serie su intrighi politici e spionaggio, risulta complicato mettere insieme i pezzi, ma come si dice: “Never Say Never” per restare in tema.
Infine permettetemi uno sfogo personale: Aridatece Dayana!!!!
Passo e chiudo.