Riverdale ci rilascia due episodi quasi interamente Betty-centrici, dove la nostra eroina si trova costretta a prendere delle decisioni davvero molto difficili.
Durante il secondo episodio della stagione avevo mosso le mie incertezze sul ruolo di Betty all’interno delle nuove dinamiche, perché sembrava essere diventato un elemento senza nulla da dover fare. Invece sono stata smentita alla grande e non posso che esserne felice. Betty si sta rivelando un personaggio cruciale in questa stagione e, a differenza del sopracitato episodio in cui si percepiva lo sforzo di volerle dare per forza qualcosa da fare, in questa circostanza il suo ruolo di protagonista risulta molto spontaneo.
Il suo discorso ha ispirato il Boia e lo ha spinto a depurare Riverdale non solo dalla sua feccia ma anche da qualunque persona egli consideri un peccatore, elevandosi a Divinità, e adesso va alla ricerca del suo aiuto per compiere gli omicidi. Vuole spingere Betty a far uscire quella scintilla che, in primis, lo ha ispirato ad intraprendere quella strada. vuole spingerla a diventare come lui.
I ricatti del Boia portano Betty ad isolarsi dalle persone che ama, creando dei distacchi sia con la madre, che con Jughead che con Veronica. Archie è l’unico che riesce a rimanerle accanto ma questo, tutto sommato, non ci sorprende. Se in un primo momento vediamo Betty cedere alle minacce del Boia – anche invasa da un senso di giustizia suprema nel momento in cui può farla pagare a qualcuno che ha davvero ferito le sue amiche – immediamente si redime e prende la situazione in mano: capisce che sottostando ai ricatti di un assassino non fa altro che fare il suo gioco ed è decisa a combatterlo e smascherarlo. E nell’universo di Riverdale, in cui i giornalini della scuola hanno lo stesso impatto di testate nazionali, non fatichiamo a credere che tutto questo sia possibile.
A contornare questo, che è l’evento principale della stagione, abbiamo le questioni personali dei vari personaggi.
Archie si trova a fare da spalla a volte ad uno, a volte ad un altro personaggio e in questo frangente risulta molto meno fastidioso rispetto a quando crea dei movimenti e si eleva a vendicatore. La coppia Betty-Archie è sempre vincente e forse è molto più piacevole vederlo in questa veste che quando ha colpi di testa e cerca di fare vendetta privata.
Molto interessanti sono anche le vicende di Jughead e del South Side di Riverdale: il suo ingresso tra le Vipere comporta delle conseguenze, che lui è molto disposto ad accettare. Jughead è sempre stato il mio preferito e continua ad esserlo. Quella che inizialmente appariva come un’involuzione si dimostra un modo per scoprire nuove parti della sua personalità, che sono sempre state presenti e che aspettavano solo il modo di emergere. Il suo modo di concepire le Vipere – dei delinquenti – ha comunque qualcosa di poetico, che lo spinge a non volere che il gruppo che vedeva suo padre come un leader non infanghi il suo nome. Certo, stiamo pur sempre parlando di delinquenti non me lo sto dimenticando, ma con un codice d’onore ben preciso.
Un messaggio molto positivo che lancia Riverdale è quello che ci si può odiare e mettere i bastoni tra le ruote, ma quando c’è davvero bisogno l’uno dell’altro non ci si tira indietro. È quello che è successo con Cheryl e la sua aggressione da parte Nick St. Clair. Ciò che è accaduto a Cheryl risulta così attuale da farci venire il voltastomaco ed il modo in cui le ragazze si sono aiutate a vicende e le sono state accanto dimostra come in realtà tra di tutte loro ci sia un sentimento di affetto a legarle. Cheryl rimarrà pur sempre la stessa, ma anche lei ha bisogno di qualcuno che stia dalla sua parte. il suo rapporto con la madre fa dei microscopici passi in avanti, ma sappiano che questo comporterà che ne faranno di ben più grandi indietro. Ma comunque Cheryl non è sola e anche lei, alla fine, è stata disposta ad unire le sue forze con quelle di Betty. Un grande passo in avanti rispetto alla prima stagione, non credete?
Il personaggio che sta davvero compiendo un cabiamento radicare è Veronica – e non sono sicura che questo sia un male. Il buonismo regna sovrano in Riverdale e questo è ciò che mi ha fatto sempre storcere un po’ troppo il naso. Il fatto che qualcuno sia disposto a sporcarsi le mani e che sembri disposto a chiudere un occhio di fronte alle scelte moralmente dubbie di chi gli sta accanto, non è necessariamente un male, ma è solo un’altra faccia della stessa medaglia.
Ricordate che Riverdale si prende una settimana di pausa.
Vi lascio con l’invito a passare dalle pagine di Lili Reinhart Italia, Riverdale – Italia e KJ Apa & Cole Sprouse Online.