Il tweet di Curt Wagner e il commento del nostro Brian J. Smith (Will Gorski) confermano quello che noi fan di Sense8 temevamo da qualche giorno, l’annuncio della prematura cancellazione della serie.
Suona comunque come una doccia d’acqua fredda per noi che abbiamo creduto fino all’ultimo nell’ambizioso progetto delle sorelle Wachowski, che hanno gloriosamente portato sugli schermi dei nostri laptop una grande finestra sul mondo, coinvolgendo ogni continente e facendo del mondo il proprio set.
Sense8 è stata una delle serie più innovative del web al momento, Scifi e Drama si sublimavano in una perfetta sinergia capace di attrarre anche i palati più raffinati, e non solo. Sense8 è la celebrazione del sentimento, della diversità, della modernità e del mondo 2.0 che stiamo vivendo.
Le sorelle Wachowski hanno trattato sinceramente e apertamente di temi dalla difficile digestione, senza mai risultare pesanti, ripetitive o fuori luogo, anche durante scene che potevano sembrare troppo forti, ma mai superflue.
Sembrerà del tutto incredibile, eppure hanno trasformato l’iconica scena della Sensate orgy in una gloriosa opera d’arte, diventato poi il trademark di questa serie.
E se ancora questo non ci è bastato, ha abbattuto i muri della razza, del gender, della religione e dello status, facendoci amare e immedesimare indistintamente in ognuno dei personaggi presentati.
Abbiamo sofferto, abbiamo pianto, ma abbiamo anche gioito, perché in fondo ognuno di noi ha fatto parte, durante la visione di questi 23 episodi, del cluster e ha sentito sulla propria pelle l’amore, l’unione, ma anche i soprusi e il dolore che ogni membro ha dovuto subire durante la sua vita.
Una serie così articolata però non poteva non essere perfetta: sicuramente la trama è stata strutturata in maniera così complessa, rendendo difficile la chiara comprensione della situazione.
Questo di certo non ha reso Sense8 un prodotto discutibile, anzi, il dubbio ha sempre messo gli spettatori nella posizione di divorare ogni stagione e agognare quella successiva, perché troppo avidi di spiegazioni.
E oggi non potevamo ricevere notizia peggiore. Purtroppo Netflix, in quanto servizio streaming, non è tenuto a rilasciare spiegazioni o a divulgare il rating della serie, ma con un finale così aperto non ci saremmo mai aspettati un esito così doloroso.
Che Sense8 sia una serie difficile da mantenere economicamente non è mai stato un dubbio, ma a posteriori credo che nonostante la fiducia in un progetto del genere, ci meritassimo un finale degno e non dubbi e congetture.
Da una parte la speranza in un film o in una serie di film che diano una degna conclusione a questa serie, che ha decisamente dato una svolta al palinsesto di Netflix, sembra doverosa, ma al contempo impossibile.
Sense8 ha riscritto le pagine delle serie tv, dando una voce a chi non ha mai avuto la possibilità di averla e questo è sicuramente un surplus, che va aldilà di un vero e proprio finale, perché come lei stessa si fa vece di strappare le etichette, non può essere bollata come una mero Sci Fi.
Non sarà una consolazione, ma sarà un modo per non lasciare nel dimenticatoio quella che è stata un’opera d’arte, un elogio all’emancipazione, non solo un telefilm.