Dopo il Christmas Special, gentilmente concesso da Netflix, i sensate tornano facendo il botto, situazione che non era avvenuta con la prima stagione, con un secondo episodio che trattiene ed intrattiene fino alla fine. Il grande cambiamento rispetto alla prima stagione è che ormai i personaggi abbiamo imparato a conoscerli, non c’è più bisogno di fare introduzioni o quant’altro: il cambio lo si vede nell’interazione tra i sensate i quali adesso, dopo qualche mese (fate attenzione ai salti temporali!!), riescono a vivere in un connubio perfetto, le visite tra di loro sono diventate più frequenti e quotidiane e sono molto a loro agio nel condividere le loro capacità, situazione che prima risultava difficoltosa. Anche se i Sensate sanno molto di più sul loro legame, ci sono tante altre cose di cui sono ancora all’oscuro e questo episodio apre la strada per la risoluzione – o quasi – di questi misteri. La BPO è in prima fila ma soprattutto la figura di Whispers, che abbiamo imparato a odiare durante la prima stagione; questo episodio si apre proprio con una sua immagine e con Will che inconsciamente prende parte alla scena – ne vedremo tanti di questi momenti sempre più frequenti ed intricati. Whispers cerca in ogni modo di individuare Will ma quello che non ha previsto è che i Sensate sono un passo, se non due, avanti a lui ed è la prima volta che questo accade; Will si conferma un ottimo poliziotto, il leader del gruppo disposto a tutto pur di salvarlo, ma il bello di questa seconda stagione è che sono sempre più uniti come cerchia, ci sono situazioni in cui i sensate riescono a trovarsi insieme, o almeno tre di essi. L’apice di questo episodio arriva alla fine, quando Will sorprende Whispers durante un incontro con un membro della BPO, un piccolo scacco matto che ha fatto – scommetto – urlare noi fan attaccati allo schermo. I colpi affondati a Whispers hanno dato tempo a Nomi e Bug di scoprire di più sul suo conto, il cacciatore diventa il cacciato e alla fine tutti riescono a dare uno sguardo a lui e alla società per cui lavora.
“Who am I? Do you mean where I’m from? What I one day might become? What I do? What I’ve done? What I dream? Do you mean what you see? What I’ve seen? What I fear or what I dream? Do you mean who I love? What I’ve lost? I guess who I am is exactly the same as you are. Not better than. Not less than. Because there is no one who has been or will ever be exactly the same as either you or me.”
Sense8 riesce ad ogni episodio a colpire duramente con i sui messaggi tematici, sostenendo l’azione di ogni episodio con un’idea chiara o domanda filosofica specifica. “What are we?” e “Who are we?”(Cosa siamo e chi siamo?) sono le due più grandi domande nelle vite dei sensate e quelle domande echeggiano nella sequenza che vede protagonisti in particolare Lito e Capheus, intervistati entrambi in due diverse situazioni. Alternano le parole, spiegando come i film li hanno modellati, descrivendo entrambi i concetti di eroismo e coraggio; i pregiudizi, le etichette sono l’esatto opposto della comprensione. In un periodo storico come il nostro, dove le etichette sono alla base di tutto, questo discorso risulta un manifesto, un inno volto ad abbattere i tabù, e questa stagione ne sarà colma.
Questo episodio spalanca la porta sulla natura dei Sensate, più specificatamente sull’Homo Sensorium il quale sarebbe una specie separata dall’Homo Sapiens come già nella prima stagione avevamo intuito. Qui la teoria dilaga e grazie a Nomi e Amanita scopriamo molto di più, scopriamo tanto di più su Sara Petrell, parte centrale per quanto riguarda la BPO e Whispers; quest’ultimo in particolare, insieme al professor Kolovi, è impegnato in uno studio approfondito sulla telepatia e, ricollegandomi alla scena iniziale, è possibile che Whispers stia tramando di costruire un esercito di sensate e non? Dubbi che spero si sciolgano con l’andare avanti degli episodi…
La serie è tornata più in forma che mai, e continuando così la supera di gran lunga la prima stagione! Un piccolo appunto però lo devo fare, nello speciale natalizio hanno introdotto Toby Onwumere per Capheus, che mi era piaciuto, ma vedendolo di nuovo non mi ha convinta più di tanto e questo mi dispiace, perché la sua storyline è una di quelle a lieto fine che tanto ci piacciono. Sarà anche la stagione di Sun, finalmente un po’ più protagonista in prima fila, di Kala e del suo legame con quel ragazzaccio – in senso buono – di Wolfgang, anche lui alle prese con l’ennesima guerra insieme all’amico di sempre, tornato più in forma che mai, Felix.
Insomma, dopo mesi di attesa Sense8 torna col botto con una seconda stagione che non lascia niente al caso, una sorpresa dopo l’altra, nettamente superiore alla precedente! E voi cosa ci dite in merito? Lasciateci i vostri commenti 😀