Serial Reads #1 – L’incubo di Hill House

L'incubo di Hill House

Serial Reads è la nuova rubrica di Serial Crush dedicata ai libri. Ma come ai libri? direte voi, qui si parla di serie tv. Sì, è dedicata ai libri. I libri che hanno ispirato le serie tv. In questa rubrica, tuttavia, non ci concentreremo sulle differenze tra libro e serie tv, perché non intendo fare una polemica sterile su quanto le serie tv si discostino dai libri o su come, alcune volte, gli eventi vengono trasposti diversamente da come ci aspettavamo. Voglio solo parlare di libri, di cosa mi è piaciuto di essi.
E, giacché siamo ad ottobre, il mese di Halloween, il mese in cui ci piace abbandonarci alla paura, ho deciso di parlarvi di L’incubo di hill House, di Shirley Jackson, il libro che ha ispirato The Haunting of Hill House.

Shirley Jackson (1916-1965) è una tra le più importanti scrittrici dell’horror del secolo scorso, fonte di ispirazione per penne come quella di Stephen King e Ray Brandbury. L’incubo di Hill House, a sua volta, è considerato uno dei libri più importanti nel panorama delle storie di fantasmi: tuttavia la storia si dimostra essere molto di più di un racconto di paura. Hill House, il maniero che svetta solitario sulle colline, non è solo dimora di fantasmi, ma diventa la culla delle psicosi della protagonista.

Di cosa parla il libro

Abbandonate il ricordo di ciò che avete visto su Netflix, il libro e la serie hanno davvero pochissimo in comune. Qualche nome ricorrente, qualche fatto sporadico, ma niente di più. Non ci sono famiglie protagoniste della storia. sì, abbiamo una Eleonor, una Theodora e un Luke, ma hanno davvero poco a che fare con i personaggi della serie.
Il professor Montague, studioso e appassionato di fenomeni paranormali, raduna intorno a sé alcuni ragazzi particolarmente sensibili alle attività ultraterrene e li invita a trascorrere l’estate nel maniero di Hill House per documentare ogni tipo di attività soprannaturale. Così, dopo varie defezioni da parte di alcuni soggetti presi in considerazione, in tre accettano l’invito: Eleonor, che da piccola ha assistito ad una violenta pioggia di sassi (vi ricorda qualcosa?), Theodora, che ha manifestato percezioni extrasensoriali e Luke, futuro erede della casa.

Hill House, luogo di disperazione

A farla da padrona per tutto il libro è la casa, questo edificio imponente e tetro che sembra essere costruito senza una logica, con un labirinto di scale e corridoi che vuole farti perdere, sia fisicamente che nella ragione. Sin da subito Hill House si presenta come presenza viva: dalle porte che si aprono e si chiudono da sole, alle botte alle pareti che si odono la notte, alle scritte che compaiono sui muri, Hill House si impone sui suoi abitanti, così come fa ormai da ottanta anni. Lo fa a livello fisico, ma, soprattutto, lo fa a livello psicologico: arriva a trasmettere malessere a chi la vive, ne accentua le fobie.

Lo stesso nome ne nasconde il suo segreto: Hill House non è una casa infestata, è una casa malata.

Il legame tra Eleonor e Hill House

Tutti i fenomeni che avvengono nella casa li viviamo attraverso Eleonor, una giovane donna che sembra affacciarsi alla vita solo adesso. Eleonor ha trascorso gran parte della sua esistenza ad accudire la madre malata, fatto che le ha precluso la possibilità di godersi le normali esperienze da ragazza. Infatti, più che una donna fatta e finita, Eleonor sembra ancora una bambina, con i sogni e le fantasie infantili che caratterizzano le giovani menti.

Con la morte della madre, avvenuta qualche mese prima, Eleanor si sente finalmente libera dalla sua presenza ingombrante, ed è pronta ad avere un nuovo inizio. È questo ciò che Hill House rappresenta per lei ed è, forse, anche per questo che la presa della casa si fa molto forte sulla ragazza.

Eleonor, d’altronde, si presenta come una ragazza fragile ed insicura, ancora bloccata nel limbo della fanciullezza, e il fatto che abbia riposto così tanta fiducia in questa esperienza, la rende particolarmente suscettibile agli eventi della casa. Ma non credo sia solo questa la ragione. Tra Eleonor e la casa si instaura un rapporto profondo, un legame uno ad uno che esclude gli altri ospiti. Hill House arriva a parlare a chi è più propenso ad ascoltarla e chi ha la giusta sensibilità per farlo. E quindi, là dove una sedicente medium trascorre una notte piatta e priva di fenomeni, Eleonor viene assediata e tormentata.

I punti di forza

Un incredibile punto di forza della storia è il rapporto che si crea tra Eleonor e Theodora, l’una la nemesi dell’altra. All’inizio le due instaurano immediatamente uno stretto legame di amicizia, molto simile al tipo di amicizia assoluta che riescono ad instaurare i bambini. Man a mano che i giorni di soggiorno vanno avanti – e che la casa inizia ad esercitare il suo effetto malefico – le due ragazze iniziano ad allontanarsi. Quello che inizialmente sembrava assumere le velate forme di rapporto saffico, lentamente ma inesorabilmente si deteriora. Arrivano le gelosie e le risposte al vetriolo, le differenze che prima sembravano fonte attrazione reciproca, diventano una distanza incolmabile.

Il libro ti penetra dentro come un sussurro all’orecchio, ti rimane addosso come il ricordo di un sogno. L’incubo di Hill House non ha bisogno di gridare o di scadere nella violenza splatter per farti avere paura. Anzi, si affida ad uno dei più spaventosi mezzi per incutere timore: la psiche umana. Tutto il libro è attraversato dall’atroce dubbio che gli eventi che si manifestano siano l’effetto della suggestione, della paura collettiva, della psicosi. Il confine è molto sottile e la Shirley non lo oltrepassa mai, né da una parte, né dall’altra. Lascia che sia il lettore a trarre le proprie conclusioni.

Altre trasposizioni

Oltre alla nota The haunting of Hill house, L’incubo di Hill House ha avuto altre due trasposizioni cinematografiche: una nel 1963 chiamata Gli Invasati (che non ho mai visto e vorrei vedere), mentre una più recente, nel 1999 dal titolo Haunting – Presenze.

Hill House è infestata dai fantasmi? Eleonor è l’unica in grado di percepire alcuni eventi perché si è abbandonata alla pazzia o per un legame profondo che la lega alla casa? Ognuno è libero di farsi la propria idea, il finale aperto permette a ognuno di noi di crearsi la propria conclusione per questa bellissima storia.

Voi avete letto L’incubo di Hill House o avete intenzione di farlo? Fateci sapere con un commento cosa ne pensate e, se lo avete letto, fateci sapere che interpretazione date al finale.

Jeda

Top 5 : Banshee, Twin Peaks, Son of Anarchy, Homeland, Downton Abbey.

Nata e cresciuta in mezzo al verde e alla campagna nel lontano 1990, Jeda sviluppa sin da piccola l’innata capacità di stare ore ed ore seduta di fronte un qualsiasi schermo a guardare serie tv - che, in età infantile, erano cartoni animati. È una dote che le tornò utilissima con l’avvento dello streaming, riuscendo a vedere telefilm senza stancarsi mai, ignorando completamente lo studio e i risultati si vedono: fuoricorso da circa mille anni, la sua preoccupazione principale è quella di riuscire ad essere in paro con i recuperi, almeno una volta nella vita. Le piace leggere, scrivere ed ha una passione quasi ingestibile per le cose oscene.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *