Inizio col dire che non ho letto i libri e mi baserò semplicemente sul mio gusto.
Questa terza puntata mi è piaciuta, come anche le due precedenti. Una cosa sola voglio dire: mia cara Katherine, un po’ più di espressività nella recitazione, no? Per il resto, togliendo il signor Sherwood, che pure lui è mono facciale, il cast mi piace molto.
Eravamo rimasti che Simon, il nerd che poi tanto nerd non è, è stato catturato dai vampiri e portato all’hotel Dumort. (Una curiosità: dalla regia mi dicono che, in principio, questo hotel si chiamava Dumont, ma poi i nostri allegri non morti lo hanno ribattezzato Dumort. Simpatici, no?) Insomma, cosa faranno adesso i nostri fantastici quattro? Correranno subito per tentare di salvare Simon. Dopo essere andati al quartier generale (un posto super figo pieno di computer super evoluti e schermi ovunque), decidono che non è il caso di prendere le armi “d’ordinanza” in dotazione all’interno dell’Istituto, ma di recarsi in un cimitero super spettrale (ovvio che è spettrale! Avete mai visto un cimitero accogliente?), dove all’interno di una tomba troveranno un arsenale da vero Shadowhunter. Una cosa un po’ da contrabbando, ecco.
In questa scena avremo i primi momenti “Clace” e “Jalec”. Nel primo caso, tra uno “swish” di spade e sguardi provocanti; nel secondo verrà introdotto il concetto “parabatai”, a mio parere una cosa bimbomichiesca, del tipo “amici forever”. Nel frattempo, all’hotel, i vampiri stanno amabilmente giocando con il povero Simon. In queste scene vengono presentati questi nuovi personaggi: Camille, “il capoccia” dei vampiri e Raphael, quello che nella serie sembra essere il suo tirapiedi. Giocando e giocando, ci fanno capire che Simon è stato morso, o meglio questo è quello che ho capito io.
In questa puntata non verranno introdotti solo i vampiri, ma anche altre razze presenti nei libri, come le Seelie. Tra questi c’è Meliorn, e come viene presentato? Come una specie di gigolò per tutte le razze. In una scena da “cinquanta sfumature di grigio”, Isabelle cercherà e riuscirà ad estrapolargli delle informazioni su come entrare nella tana dei vampiri senza essere visti, o meglio, magari non subito. Nel frattempo, Jace porterà Clary in una specie di bar di ritrovo per vampiri motociclisti. In questa scena, Clary subirà il fascino di un vampiro, tutto questo per permettere a Jace di rubare le chiavi della moto del suddetto vampiro, per poi sfrecciare sulla strada, e non solo (è un po’ come la moto di Hagrid, una sgasata e prende il volo, ma questa vola grazie all’energia demoniaca), in direzione dell’Hotel Dumort.
Nei sotterranei, i fratelli Lightwood cercano di attirare l’attenzione dei non morti, per lasciare il tempo ai due piccioncini di entrare senza essere visti. I fratelli iniziano una lotta contro questi vampiri; Alec con il suo arco (fa molto katniss Everdeen) e Isabelle con la sua frusta serpente (Cinquanta sfumature di grigio docet). Nella stanza dei giochi di Camille, invece, Simon, la stessa Camille, e Raphael aspettano l’arrivo dei mezzi angeli. Prima però che questo avvenga, la vampira scappa lasciando nelle mani dell’altro vampiro l’occhialuto Simon, che alla fine lascerà andare il ragazzo. La motivazione? Essendo uno dei nascosti, e quindi di quelli considerati inferiori, ha paura che se Valentine torni al potere e che possa distruggere lui e quelli della sua specie.
La puntata volge al termine, ma non possiamo di certo tralasciare la scena clou dell’intero episodio: la famigerata friendzone. E chi sarà il fortunato ad entrarci? Ma chi, se non Simon. Dopo un monologo di Clary sul fatto che non può vivere senza di lui, e che se lui morisse per lei non avrebbe più senso nulla, ecco la frase ammazza relazione: “Sei il mio migliore amico” Baaam, povero Simon. Poi ci credo che guarda il suo collo con fare famelico! Lo avrei fatto anche io, dopo un due di picche del genere. La puntata si conclude con una vera e propria scena di gelosia da parte di Alec, che si comporta come una ragazza mestruata.
Devo fare una piccola annotazione: effetti speciali pari al peggior film di fantascienza trash degli anni ‘80, e non solo quello; vogliamo parlare della sigla di apertura? Datemi un paio d’ore con After effects e la rifaccio cento volte meglio!
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