Dopo un episodio all’insegna dell’azione e dei passi avanti nella trama, con la scoperta del potere nascosto della Spada (novità anche per i lettori), How Are Thou Fallen, episodio 2×07 di Shadowhunters, segna una momentanea pausa per concentrarsi prevalentemente sui personaggi, sulle loro dinamiche e sulle storyline a ciascuno dedicate.
Così da un lato abbiamo Isabelle, alle prese con un problema di dipendenza dallo yin fen sempre più grave, e Alec, intento a portare ad un livello successivo la sua relazione con Magnus, dall’altro invece Jace, che cerca di dimenticare i problemi a modo suo, e Clary, la quale, nonostante sia in fondo la meno Shadowhunter di tutti, al momento pare anche l’unica interessata a capire come combattere Valentine. Un capitolo a parte merita invece Simon: il giovane Lewis, come nei libri, è un po’ un outsider rispetto agli altri protagonisti, tanto vero che la sua storyline segue un filo suo, separato da quelle degli altri.
A mio parere, questo episodio è stato la dimostrazione che gli autori hanno effettivamente consapevolezza del materiale cartaceo, visti gli indubbi rimandi a Città di Cenere: finalmente vediamo un Jace Wayland presente, strafottente, dotato di una personalità a metà fra il carismatico e l’irritante. Le scene fra lui e Simon hanno funzionato molto bene, anche perché sono riusciti a far trapelare la sua necessità di non pensare a Clary, il disagio esistenziale che questa nuova situazione gli sta arrecando e, al contempo, l’impossibilità di chiudere gli occhi quando sa che lei è in pericolo, per quanto male gli faccia vederla. Anche se sul suo personaggio c’è ancora molto da lavorare, soprattutto per rimediare ai danni fatti con la prima stagione, questo Shadowhunter biondo mi è meno estraneo di quell’automa senza personalità che siamo stati costretti a sorbirci finora. Quando finalmente riusciranno ad inserire un po’ più di chimica e tensione sessuale fra lui e la protagonista femminile, allora forse potrò dirmi pienamente soddisfatta.
Anche la storyline di Isabelle, per quanto nuova anche per i lettori, è in fondo una lettura del personaggio non troppo distante da quella cartacea: chi ama The Mortal Instruments sa che la giovane Lightwood è spericolata e che ama fare la dura per nascondere le insicurezze derivanti da una vita familiare non troppo serena, quindi questo suo tacere il problema e correre un rischio non indifferente, nonostante sia stata indirettamente avvisata da molti, non è affatto out of character. Può non piacere l’abuso di una sostanza che per molti è indissolubilmente legata al personaggio di Jem, ma volete forse dirmi che non vi è piaciuto sentirlo citare da Magnus? Io penso che questi piccoli particolari, queste piccole àncore – se così possiamo definirle – al mondo creato dalla Clare riescano ad arricchire un prodotto che altrimenti la televisione potrebbe rendere troppo superficiale.
Sempre sul piano dei personaggi, degno di nota è il climax che sta subendo la relazione fra Simon e Clary, col fastidio che quest’ultima ha vanamente tentato di dissimulare davanti all’entrata in scena di Maia. Non faccio spoiler, ma, se le mie supposizioni sono corrette, c’è un altro bel pezzo di Città di Cenere che sta per essere trasposto sullo schermo.
Insomma, a livello di caratterizzazione dei personaggi questo episodio ha saputo soddisfarmi e credo possa aiutare lo spettatore a sentirli più vicini, ad affezionarsi a loro come qualsiasi show che si rispetti dovrebbe puntare a fare.
Rimane da commentare lo sviluppo della storyline maggiore, quella della lotta contro Valentine. Sarò sincera, la questione della Spada dell’Anima che, se brandita in determinate circostanze, può fare una carneficina di tutto ciò che abbia sangue demoniaco, non mi è piaciuta. L’ho trovato in contrasto con la mitologia così come disegnata da Cassandra Clare, semplicemente perché dei tre strumenti mortali l’unico problematico è lo Specchio, che, fino al libro terzo, non si sa cosa sia né dove sia, mentre la Spada e la Coppa sono ben noti in tutte le loro potenzialità. Che questo sanguinoso potere fosse noto solo alle Sorelle di Ferro e non, tanto per citarne uno, ai Fratelli Silenti, o che nemmeno fosse menzionato nei libri, è davvero troppo strano per una dinastia come quella degli Shadowhunter, che hanno passato secoli a venerarli tutti e tre. Tuttavia, siamo in un fantasy e quindi non intendo ricercare più di tanto razionalità: alla fine si è trattato di un espediente per vedere Ithuriel, per cominciare a far capire il collegamento speciale che Clary ha con lui e, soprattutto, per avvicinarci sempre di più alla verità sulle loro origini. Gli effetti speciali sono stati come sempre ai limiti dell’imbarazzante, ma spero che comunque in futuro si faccia leva sempre di più sulla questione Inferno/Paradiso, in quanto strettamente connessa all’introduzione di Sebastian.
A voi è piaciuto questo episodio di Shadowhunters? Ditemi la vostra nei commenti e passate dalle nostre affiliate Shadowhunters Italia e Shadowhunters – Tu mi fai sentire come se ci fosse un posto per me.