Il tredicesimo episodio della seconda stagione di Shadowhunters, Those of Demon Blood, segna un’accelerazione nella trama e prende parecchi spunti dalla saga letteraria, ovviamente rimescolando le carte in gioco come usa fare.
La grande storyline protagonista di questa puntata è la contrapposizione fra il Downworld dei Nascosti e l’elitario mondo degli Shadowhunters, contrasto che stavolta si palesa con più evidenza (e violenza) che mai. Sebbene allo show continui a mancare la profondità emotiva che ha caratterizzato i libri, sono lieta del fatto che sia stato preso il tempo per trattare a dovere questo tema, cui Cassandra Clare ha devoluto gran parte della sua saga; infatti, complici anche i dialoghi, stavolta decisamente azzeccati, si evince quanto il razzismo, il rifiuto di mescolarsi a quanto percepito come diverso ed il malcelato disprezzo mascherato da moralità non siano che il frutto della paura di quello che si ha difficoltà a comprendere. Sono le nuove generazioni ad essere portatrici del cambiamento, grazie al fatto di aver abbattuto questo barriere teoriche e all’aver stretto relazioni “interrazziali” di vario tipo.
La storyline che vede Jace protagonista è un altro omaggio alla saga letteraria. Per quanto trovo che sia stata sviluppata troppo velocemente (i contrasti con l’Inquisitrice sono stati appena accennati, la rivelazione della sua appartenenza agli Herondale è stata immediata e non gli ha dato il tempo di tormentarsi a dovere sulla sua identità), si evince con chiarezza la volontà di seguire lo stesso, coerente percorso pensato dall’autrice: la lotta con Maia richiama quella che il Jace del libro ebbe all’Hunter’s Moon con Freaky Pete, la loro liason a fine episodio rimanda a quella con Aline ad Alicante, sempre al fine di provare che i suoi sentimenti per Clary non sussistono.
Arrivando a Clary, la storia con Simon è davvero stucchevole all’inverosimile e non ho ben chiaro fino a che punto la vogliano spingere. La ragazza non sembra avere dei ripensamenti di sorta, salvo un lieve disagio nell’incrociare lo sguardo del novello Herondale, quindi mi auguro che sia stato pensato bene come farla allontanare dal suo attuale ragazzo per riavvicinarla all’ex fratello.
Infine, mi sembra giusto notare che l’episodio ha risentito notevolmente della mancanza di Will Tudor, il cui Sebastian, per quanto arrivato da pochissimo, si è già inserito ottimamente nello show ed è destinato, a mio modesto parere, a diventare uno di quei membri del cast le cui abilità recitative mandano avanti da sé tutta la baracca, come Harry Shum Jr. e Alberto Rosende.
In sostanza, Shadowhunters continua ad intrattenere chi non ha troppe pretese nei confronti del prodotto (e a deludere miseramente chi sperava in qualcosa di più) e sembra volersi concentrare su temi più maturi delle ship; per quanto le storie d’amore costituiscano una parte fondamentale della trama, è bene che esse rimangano il mezzo tramite il quale raccontare un qualcosa di più grande, una vera e propria guerra.
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