#AbortionRules conferma di che pasta è fatto Shameless, sempre irriverente, scottante, scabroso ma al tempo stesso tremendamente divertente.
La Famiglia Gallagher è tornata alla grandissima, e come ci hanno abituati, in casa loro nulla è semplice e nulla si può risolvere facilmente.
Il binomio Fiona-Debbie in questo episodio è protagonista assoluto, le due sorelle si trovano ad affrontare – con sguardi totalmente diversi – una tematica difficile come l’aborto.
Debbie, incinta di Derek, abbandonata dal ragazzo fuggito in Florida, è solo una tenera adolescente innamorata che vuole avere un pargoletto… solo l’incoscienza e la poca lungimiranza di una quindicenne possono difendere una scelta così estrema.
Fiona, per contro, fa di tutto per convincere la sorella ad abortire… ma pare non bastino i buoni consigli e i messaggi minatori pro-aborto, Debbie si aggrappa ad una speranza che non esiste e – in maniera un po’ ridicola – per dimostrare di essere all’altezza di essere madre se ne va in giro con un pacco di farina vestito da neonato. Tutto bene, non fosse che proprio all’ultimo momento lo dimentica sulla metro.
Tra Debbie e Fiona si crea una tensione dovuta all’abisso esperienziale che le divide. Debbie è piuttosto testarda ed incline a rinfacciare alla sorella maggiore le sue mancanze. Fiona, invece, vive nei suoi sensi di colpa e tende ad esagerare ed agitarsi quando si tratta di “famiglia”.
Neppure tutto il fascino di Lip riesce a distogliere Debbie da quel bambino che le rovinerà la vita… ma credo che dovremo solo aspettare che Debbie ritrovi la sanità mentale, si riprenda dal cuore irrimediabilmente spezzato per almeno la seconda volta e torni ad essere quella ragazzina dai capelli rossi timida e impacciata.
In tutto questo piccolo delirio femminile, dobbiamo aggiungere la (s)gradita scoperta della gravidanza di Fiona… la ragazza non ha ancora metabolizzato e risolto il pensiero di Debs che ne arriva subito un altro. Dal poco entusiasmo credo che le due sorelle riusciranno a rappacificarsi solo quando andranno a braccetto alla clinica abortistica, scegliendo il meglio per entrambe.
#AbortionRules dà più di uno spunto di riflessione sulle gravidanze indesiderate, tra adolescenti e non solo. L’aborto, soprattutto in un paese cattolico come il nostro, è una parola da non dire, quasi come fosse un peccato solo parlarne. Invece, trovo molto bello e istruttivo vedere finalmente un telefilm che ne parla con il giusto peso, senza cadere nel drammatico o patetico, rendendolo reale e dimostrandoci che l’arrivo un bambino è potenzialmente un terremoto devastante in famiglie disadattate come quella dei Gallagher, o tra adolescenti storditi dagli ormoni come Debbie.
È quasi assurdo, ma ho trovato Shameless educativo nella sua sfrontataggine.
E Fiona, oltre a tutto quello che le è caduto addosso, deve prendersi cura anche del suo compagno, Sean, che candidamente le confessa di essersi fatto di eroina, che è un tossicodipendente e che deve prenderlo così com’è perché i tossici non cambieranno.
Beh, Sean, a parte la sua personalissima cura contro lo stress a base di sesso, non ha proprio brillato in questo episodio: a parte l’onestà nel confessarsi, sembra quasi rassegnato al suo malessere e alle sue ricadute, come se la ragazza dovesse, più che sostenerlo, accettare l’eroina come compagna di vita. La coppia è legata dal lavoro, dal sesso ma poi non c’è molto altro, se non la spiccata attitudine di Fiona a circondarsi di uomini problematici e l’egoismo, celato fino a questo episodio, di Sean.
Ora come ora, dovessi scommettere su chi, tra Fiona e Debbie, porterà a termine il sogno di una famiglia punterei sulla minorenne: la prima ha rinunciato a troppa vita per crescere i fratelli che sa fin troppo bene come un bambino incasini ogni cosa e spenga ogni sogno, come ha urlato a Debs in un momento di convincimento pro-aborto.
Più defilati, in questo episodio, gli uomini Gallagher.
Ian, quasi inesistente. Nella faccenda Debbie si schiera dalla sua parte, inneggiando alla libertà del proprio corpo. Poi si spegne al lavoro, si spegne quando prende le medicine, si spegne persino quando va a trovare Mikey in prigione. Cupo, duro, amareggiato e deluso da Fiona, che lo controlla come fosse un pazzo (cosa che di fatto è).
Lip continua la sua storia con l’insegnante, sotto il benestare del marito e pure del figlio.
L’ho trovato fin troppo brillante, secondo me si sente onnipotente. Successo all’università, affrancato dal ghetto, fa da amante alla sua professoressa e gli hanno praticamente offerto una futura cattedra: speriamo che non faccia qualche cazzate stile Gallagher, dato che è nel suo DNA cercare modi per complicarsi la vita.
Carl, entrato in carcere teppista ed uscito delinquente, è un divo della sua gang, fratello bianco in mezzo ad un mucchio di neri. E da buon criminale in erba, si mette subito in affari spacciando armi a scuola, cavandosela piuttosto bene.
E infine, il mio preferito, Frank. Dopo le immagini super trash dello scorso episodio davanti alla bara di Bianca, cerca un significato alla morte della donna, parlandone con chiunque, e sparando “ti voglio bene” a profusione. Alla fine di questo suo percorso di accettazione, trova che la via più giusta per superare questo lutto sia trovare un’altra malata di cancro terminale con la quale rivivere quello successo con Bianca. Frank riesce sempre a distiguersi dalla massa per le sue trovate geniali.
Solo uno come lui, infatti, poteva trovare un’anima perduta tra i malati, convincerla a fare sesso sui binari, farle fumare crack e lasciarla svenuta (?) non appena la situazione si complica.
Non si smentisce mai, fantastico come tutto il resto.