Sharp Objects è arrivato alla sua terza puntata. A malincuore sono parecchie le critiche che mi trovo a rivolgere a questa serie. Primo fra tutti il fatto che non accada assolutamente nulla, zero, niente di interessante ai fini della trama, il vuoto cosmico!. Ora, mi sta anche bene la scelta di un ambientazione dai toni cupi e di un grigiore generale che tutto avvolge, così per farci capire che qui la gioia non sanno nemmeno cosa sia. Mi sta bene perfino la scelta di un proseguire a rilento, perché in questa serie si parla, e tanto. Se non vi sta bene passate oltre. Però siamo alla terza puntata di otto e dopo un primo episodio partito alla grande con tutti i presupposti per essere una perfetta serie thriller introspettiva è come se la “nave” Sharp Objects si sia incagliata.
In questa puntata dal titolo “Fix” troviamo Camille sempre alle prese con il problema di non riuscire ad ambientarsi e le sue turbe mentali. Unico momento di sfogo sembra venirle dal lavoro di indagine che sta svolgendo, peccato che a metterle i bastoni tra le ruote ci pensa quella cara donna della madre Adora, che le piomba davanti nel bel mezzo di un’intervista al padre della ragazza uccisa, cacciandola e impedendole di fatto di svolgere il suo lavoro. Ti credo che poi si fa venire un attacco isterico mentre è in macchina!
Non contenta, Adora le dice anche che lei non può capire cosa significa perdere una figlia. Fermi tutti! Signora, dolcissima Adora, ha davvero detto una cosa del genere ad una persona che quando era poco più che adolescente ha visto morire la sorellina ed è quasi impazzita dal dolore per la perdita? Madre dell’anno proprio!
Anche le indagini sul presunto assassino delle due ragazze sono praticamente ad un punto morto. Tante ipotesi, prove quasi nulle. Per me che mi appassiono facilmente alle serie che trattano di indagini delle polizia su casi di omicidi, il fatto che questo punto continui ad essere messo in secondo piano per dare spazio alle problematiche personali di Camille è un’ulteriore nota negativa.
Forse l’unico punto degno di nota di questa puntata è dato da Amma e dal suo essere sempre più ribelle e sempre più insofferente alla vita da figlia perfetta che la madre Adora si ostina a volerle imporre. La madre è arrivata perfino a volerla rimproverare perché la figlia è stata vista bere fuori di sera con gli amici. Oddio arrestiamola!
Amma, almeno per il momento, è probabilmente il personaggio più interessante e il suo continuo cambiare puntata dopo puntata è uno dei punti su cui Sharp Objects secondo me si dovrebbe maggiormente soffermare e analizzare.
Nonostante le tante critiche rivolte a questa puntata, resto fiduciosa del fatto che Sharp Objects possa ancora risollevarsi e mostrarsi per quella serie interessante e ricca di colpi di scena che ci avevano promesso.
Attendo con ansia il prossimo episodio e tornerò la prossima settimana con un’altra recensione.
Purtroppo mi trovo in disaccordo con te.
Non ho letto il libro, ma in questi giorni ho visto diverse interviste fatte alla Flynn e dalle sue parole mi è parso di capire che il delitto non è al centro della vicenda, ed è anche la sensazione che mi ha dato la serie sin dal primo minuto. Semmai l’indagine è una scusa per conoscere Camille. Lei è la protagonista, con tutti i suoi problemi, quindi è d’obbligo sapere cosa ha subito in passato, e questo terzo episodio è fondamentale perché ci fa vedere come Camille si rapporta ad Amma anche in base al rapporto che aveva avuto con quella ragazza conosciuta in ospedale. Il rapporto tra Camille e Amma è interessante: il fatto che Camille conoscesse appena la sorella la dice lunga, è come una sorta di rifiuto nei suoi confronti perché in un certo senso ha preso il posto di Marian, e credo non l’abbia mai accettato. Com’è anche interessante il modo in cui Adora tratta Camille. C’è da capire come mai la tratta così…
Inoltre, in questo episodio capiamo anche il suo rapporto con la musica, da dove è nato, perché è così fondamentale per lei. Camille si era legata tanto alla ragazza che si è uccisa… Credo che anche qui c’entri la morte della sorella. Se ci pensiamo, Marian era l’unica che le voleva bene, quindi, non appena una persona le mostra un po’ di affetto, si lascia coinvolgere. In più Alice si trovava nella sua stessa condizione, perciò forse voleva proteggerla ed evitare che diventasse come lei.
In definitiva, penso che la serie stia andando per il verso giusto.