Sleepy Hollow - Recensione 2x06/2x07 - And the Abyss Gazes Back/Deliverance

Sleepy Hollow continua a sfornare episodi ben riusciti e, da un po’ di tempo a questa parte, tendenti all’horror. Se in “And the Abyss Gazes Back” vediamo una variante del mito del Wendigo, in “Deliverance”, Katrina e Ichabod sono costretti a mettere alla prova il loro rapporto a causa di una gravidanza demoniaca. Tematiche forti, insomma, ma trattate con il consueto stile dello show: sempre in bilico tra azione, fantasy, commedia ed un pizzico di orrore.
Onestamente, su “And the Abyss Gazes Back” non c’è molto da dire, se non che potrebbe benissimo essere uscito da uno degli episodi meno riusciti di Buffy the Vampire Slayer e che ci permette di incontrare il figlio del compianto Sceriffo Corbin e di far riflettere sul rapporto padre-figlio/a sotto un duplice aspetto: Corbin trattava Abbie come una figlia tanto da causare l’allontanamento del proprio figlio, Joe, e il suo risentimento verso la ragazza. Insomma, nulla di particolarmente interessante, anzi: le solite dinamiche trite e ritrite di gelosie varie all’interno di un nucleo familiare che contribuiscono a rendere l’episodio non particolarmente degno di nota, ma che hanno altresì il pregio di farci scoprire qualcosina in più sul passato di Abbie.
È invece il caso di soffermarsi su “Deliverance” e di spendere due parole in più su questo riuscito e concitato episodio: finalmente Katrina è qualcosa di diverso da un’effimera figura sullo sfondo e diventa centrale nella vicenda. Il Male, come nei più classici film dell’orrore, inizia a crescere dentro di lei: gli autori hanno avuto un’idea molto buona a far sì che causa del male della donna sia proprio il figlio Henry e che sia proprio Moloch a dover venire al mondo attraverso di questa. Ciò pone ai nostri grossi interrogativi etici e morali: Ichabod (almeno inizialmente) si chiede se sua moglie gli sia stata fedele e Katrina si domanda se non sia il caso di uccidersi pur di non far nascere il Male.
Finalmente Crane mostra un po’ di astio per tutto il mare di falsità che la moglie gli ha raccontato e mette in dubbio pure la sua fedeltà coniugale, anche considerando che la donna ultimamente ha passato molto tempo con l’Horseman of Dead, il suo ex promesso sposo. Se Crane avesse indugiato ancora e non avesse fatto pesare tutte queste mancanze alla bella moglie, sarebbe stato quantomeno strano… Ma il loro amore vince ancora una volta e Katrina riesce a salvarsi dal maleficio di Henry e a tornare tra le braccia del suo amato: si apre una nuova “stagione” di Sleepy Hollow, in cui Ichabod ed Abbie vedranno – presumibilmente – la figura della signora Crane gravare sul loro compito di Testimoni.
Purtroppo, il lieto fine è sempre dietro l’angolo e, sebbene la morte di Katrina avrebbe portato novità allo show, tocca constatare ancora una volta come fondamentalmente Sleepy Hollow sia uno show per tutti, dove gli autori stanno bene attenti a non oltrepassare certi limiti.
Entrambi gli episodi di cui si discute ci forniscono qualche dettaglio in più sulla figura di Henry e sul rapporto che ha con i propri genitori: l’uomo, da qualche parte nel profondo, nasconde ancora dentro di sé quel bambino solo e spaurito che era e sia Katrina che Ichabod – seppur in maniera differente – sono ancora intenzionati a salvarlo, fiduciosi di poterlo in qualche modo redimere. Sebbene Parrish sia ancora un devoto adepto di Moloch, alla luce del lieve tentennamento avuto nel parlare col padre in “Deliverance”, viene da chiedersi se deciderà mai di allearsi con Ichabod ed Abbie per la salvezza della Terra e di riconciliarsi con i genitori. Considerando il buonismo imperante di questo show, è probabile.
Ad ogni modo questo serial FOX continua ad appassionare con episodi più o meno sempre ben riusciti, ricchi di ottimi effetti speciali e con un cast capace e ben scelto. Unico neo, la costante sensazione di stare andando sempre di corsa, senza un momento per fermarsi e riflettere e senza dedicare spazio all’approfondimento psicologico dei personaggi. Ma forse è cosa voluta: prendere o lasciare.