“I watched my best friend get his head caved in to protect what we have here.
We’ve all watched brothers die in the service of this club. There’s two things you can do when that happens:
you can run from the pain, bail, or you can allow it to burn into your heart. To leave it’s mark. A constant reminder
of the love that brought us all here.”
Siamo più o meno a metà stagione e non è un caso che a questo punto vada in onda una puntata così significativa e, fatemelo dire, bellissima, di quelle che non si vedevano dalla quinta stagione e che gridano a gran voce: “Da qui in avanti si fa sul serio”. Ed effettivamente Sons of Anarchy da questa puntata entra nel vivo di tutte le vicende.
Per cinque episodi, Sutter ce ne ha fatte vedere di tutti i colori , da ciò che è successo a Otto alla violenza di Toric, e ancora alla recentissima esplosione della Clubhouse, ma questa volta l’autore decide di regalarci una puntata leggera e frizzante, piacevole da guardare ma anche carica di significato.
Tutto ha inizio con l’esplosione della Clubhouse, tragico evento dal quale Abel si salva per un pelo, e che segna profondamente i membri del Club. Fino ad ora, il fatto che i Sons of Anarchy si stessero man mano autodistruggendo era una cosa implicita, con Jax che aveva sempre più problemi da risolvere da non accorgersi la gravità della situazione e promettendo ogni volta di riportare tutto alla normalità. Ma adesso il tutto si è concretizzato e materializzato nella distruzione del centro e fulcro del Club, evento che sembra funzionare da fattore scatenante a quello che verrà. In questo senso, le prime scene sono alquanto simboliche e infatti vediamo le condizioni disastrose dello stabile con la moto di John Teller distrutta e il “tavolo delle decisioni” altrettanto. Jax è fortemente scosso ma bastano le parole del best VP ever a mettere in chiaro le cose: “Sistemeremo tutto, fratello”.
E infatti sistemano tutto, o almeno iniziano a farlo. L’evento centrale di tutto l’episodio è destinato a Jackson e al suo bellissimo discorso che tiene a Eden, dove ha riunito tutti i charter dei Sons of Anarchy. È tramite questo espediente che Teller Jr dimostra di essere un leader con controcazzi (non che prima non lo fosse) e si pone alla guida di un percorso che porterà il Club sulla strada della legalità, seguendo i tanto osannati ideali del padre, John Teller. Scena epica e discorso epico, diciamoci la verità, Charlie Hunnam se lo meriterebbe un bel premio.
Altrettanto epico è il ritorno di Bobby, e qui Sutter ci ha preso proprio per i fondelli e quando credevamo che avrebbe fondato un charter tutto suo, eccolo che rientra nel Club con tanto di nuove reclute. Esatto, Bobby non ce la faceva più nell’ambiente che si era creato, non sapeva come aiutare, ed è fuggito ( “…there’s two things you can do when that happens: you can run from the pain…”) a cercare aiuto. Caloroso il benvenuto dei compagni e alla fine anche quello di Jax, che prima di essere a conoscenza delle intenzioni dell’ex VP, lo aveva accolto glacialmente. “It’s good to be back, and it’s good to have you back. Fat bastard.”
Finalmente, Bobby ne ha combinata una giusta. Non c’era momento più opportuno di questo per portare uomini validi e capaci nelle braccia del Club, proprio adesso che ha bisogno di rimettersi in piedi e di fortificarsi. A proposito di riguadagnare le forze, c’è da dire che i SAMCRO, adesso più che mai, sembrano aver ritrovato quello spirito di coesione e squadra che li ha sempre caratterizzati, complici gli scherzi vari, soprattutto ai danni dei ladri della moto di Juice. Sì, mi sono fatta un sacco di risate!
Un’altra novità è il comportamento di Juice, che si comporta da cowboy per tutti i 60 minuti dell’episodio, come se dovesse dimostrare qualcosa. Questa versione di Juice badass sì, sembra più interessante e mette un po’ di pepe, anche se non saprei come potrebbe funzionare.
A parte questi due eventi chiave, per il resto siamo sempre allo stesso punto o quasi.
Per quanto riguarda Tara, in questa puntata esploriamo il suo essere combattuta sul tradire o non tradire, consapevole del fatto di amare ancora Jax e guai a te Lowen, se ti permetti di esprimere giudizi avventati. Tara, è evidentemente messa in difficoltà dalla procuratrice Claudette, che le propone l’immunità a patto di consegnarle Club e marito, e che la affronta a muso duro, della serie che da qui in avanti giochiamo duro. Nonostante questo, la Dottoressa è sempre più convinta di portare via i figli al marito (dopo quello che è successo alla Clubhouse…) e di volere il divorzio. Il saggio Unser, a conoscenza dei fatti, la avverte che le uova nel paniere sono tante e che in un attimo potrebbero anche rompersi. Anzi, si romperanno sicuramente.
Risulta difficile in questo momento non prevedere che Jax o la stessa Tara si troveranno a dover compiere una scelta. È evidente, già da qualche stagione, che Club e famiglia non si sposano affatto bene, specialmente se hai dei figli e considerando l’amore che il Pres ha espresso nei confronti del suo Club, proprio con il suo discorso, si preannuncia un bel conflitto d’interessi.
Ma se parliamo di decisioni salta all’occhio anche la situazione di Gemma con Nero in prigione per colpa del Club e dal quale giustamente vorrebbe allontanarsi. La Old Lady è determinata a voler conciliare Club/famiglia e Nero in tutti i modi, ma sarà molto difficile e anche lei alla fine si troverà a dover prendere una decisione. Grazie a lei, e all’aiuto di Clay, Claudette scopre che i metodi di Toric erano alquanto ortodossi e violenti (le violenze su Otto, promesse poi a Clay) e si trova con le spalle al muro, dato che le teorie di Eli sul fatto che Nero sia stato incastrato sembrano ancora più fondate. Determinata a prendere i colpevoli e a fare giustizia, la procuratrice continua per la sua strada e continuare a puntare su Nero.
Bellissima la scena in cui affronta Tara, togliendosi la parrucca, della serie “scendo in campo e ora sono c***i tuoi!”
Le cose si fanno sempre più interessanti e una puntata del genere ci voleva proprio. Siamo al giro di boa, non c’è dubbio e da qui il Club ripartirà per andare in una direzione del tutto diversa e che non ha mai intrapreso. Che sia la calma prima della tempesta? Quasi sicuramente, perché di m***a ne pioverà, contando che è ancora in ballo la questione di Tig, non ci resta che conservare un bel ricordo di questa bellissima puntata, forse la più bella finora.
Degna di nota la canzone all’inizio e alla fine dell’episodio. Vi ricorda qualcosa?
Nell’attesa del prossimo episodio, passate dai nostri amici di Sons of Anarchy Italia.
Sto recuperando la serie solo ora e vedendo gli episodi tutti insieme ci sono delle cose che mi saltano evidentemente all’occhio: prima tra tutte, 60 minuti scorrono lenti, tanto lenti! sono arrivata appunto al sesto episodio e questo è il primo di questa sesta stagione che non mi è pesato, come hai giustamente detto sono successe tantissime cose che purtroppo risultano un po’ un “malloppone” se distribuite in 60 minuti. ad esempio nella seconda puntata (complice la stanchezza, va detto) ho rischiato di appisolarmi.. questo chiaramente non toglie niente alla magnificenza della serie, era solo una cosa che mi andava di dire!
recensione stupenda <3
Davvero, se penso che la prossima stagione sarà l’ultima mi viene da piangere 🙁
una serie che non dovrebbe mai finire e che dovrebbe avere il doppio delle puntate !!!!!