Speciale MIND The End – Serial Crush incontra il cast (parte 2)

mind the end 2.3

Eccoci di nuovo qui a parlare con i protagonisti di MIND The End. Per questo secondo appuntamento abbiamo “disturbato” due nuovi acquisti del cast, Ilaria Alice Tore (Giada) e Stefano Chiliberti (Andreas), più un veterano, Tiziano Mariani (Andy).


Presentateci i vostri personaggi.

mind the end 2.1Ilaria Alice Tore: Giada, il mio personaggio, è un Intruder, il braccio destro di Dimitri, il Capo della Rete Mind. È forte, coraggiosa, competitiva, senza scrupoli, ama il suo lavoro ed è particolarmente legata a Dimitri da un forte affetto. Rispetto alla serie Mind, qui per la prima volta, gli Intruders agiscono personalmente, senza aver paura di sporcarsi le mani.

Stefano Chiliberti: In Mind The End sono Andreas, un personaggio molto interessante da interpretare. Come questo personaggio ce ne sono molti e a mio parere la bellezza del personaggio è perfettamente paragonabile alla difficoltà nell’interpretarlo. È un personaggio con un grande background, pieno di sensi di colpa, di retroscena importanti e drammatici, ma allo stesso tempo il suo carattere lo porta a prendere tutto con leggerezza, anche se, questa leggerezza, la perderà spesso in quest’ultimo episodio. Grazie a Piergiorgio, ho avuto questa grande possibilità di testarmi in un personaggio così complesso e devo dire che ho riscontrato belle soddisfazioni e soprattutto un grande piacere nel costruire e calcolare attorialmente quello che può e non può fare Andreas, ragionare da personaggio. È stata una bella sfida.

Tiziano Mariani: Andy e un ragazzo come tutti all’apparenza, che però nasconde dei segreti che pesano sulla sua coscienza e sui suoi rapporti con gli altri soprattutto con alcuni amici che non vede da tempo. È un personaggio che non ha ancora raggiunto una maturazione completa e proprio le vicende che lo colpiranno lo aiuteranno a crescere e a confrontarsi con i fantasmi di un passato ormai rimosso.


Quanto vi rispecchiate nel vostro personaggio? Cosa vi ha trasmesso?

Stefano: Sicuramente mi rispecchio abbastanza nel modo di ragionare in certe situazioni, in quello che dice, in quello che fa. Nel lavoro e nella creazione di un qualunque personaggio, da attore, come nel caso di Andreas,  per me non è importante cosa mi trasmette personalmente, ma cosa (Stefano) riesce a trasmettere al pubblico, usando come filtro il personaggio di Andreas. Quindi aspetterò altri riscontri, per vedere e capire se avrò trasmesso tutto quello che volevo trasmettere, ovvero, il personaggio di Andreas.

Tiziano: Mi ci rispecchio molto ma non dico in cosa, perché sono una persona abbastanza riservata e non mi piace molto parlare di me. Preferisco parlare di me attraverso un linguaggio emozionale, attraverso appunto la recitazione che è una rappresentazione artistica.
Andy mi ha trasmesso molto, mi ha aiutato a conoscermi meglio e mi sono messo alla prova grazie a lui.

Ilaria: Mi rispecchio poco in Giada… Credo che l’unica cosa che ci unisca sia la forte determinazione e la passione per ciò in cui si crede. Mi ha trasmesso tanta forza, ho amato combattere e cimentarmi in queste scene d’azione. È stato bellissimo!


A tal proposito, Ilaria, come ci si sente ad interpretare un “cattivo”?

Ilaria: Non amo giudicare i personaggi. Vedi, Giada è una che fa il suo lavoro, esegue degli ordini. Nel suo mondo lavorativo deve confrontarsi con tanti uomini ed è per questo che ha sviluppato un carattere duro e schivo. Ma sotto questa maschera nasconde una profonda fragilità…


Stefano e Tiziano, in che modo sono maturati i vostri personaggi?

mind the end 2.2Stefano: Personalmente, sul set, durante le pause, in tutta questa esperienza lavorativa ho trovato una forte energia e spessore nel lavoro di tutti e in quello di Tiziano. Visto che Andreas e Andy fanno coppia fissa, ho cercato di trovare in Tiziano quelle corde che mi servissero per costruire l’energia giusta e quindi, amalgamarmi con tutti. Andreas già parte da una grande maturazione in quest’ultimo episodio, che svilupperà sempre più nel susseguirsi dell’intera puntata. Diciamo che la maturazione di Andreas è stata particolarmente dolorosa a mio parere.

Tiziano: Il mio personaggio matura in modo non voluto. Sono proprio gli eventi che faranno sì che in Andy si scateni un meccanismo senza dove di presa di coscienza e di decisioni difficili. Sicuramente matura in maniera positiva e solo chi vedrà MIND lo capirà.

Secondo voi il pubblico può preferire una web serie ad una fiction italiana?

Ilaria: Sinceramente? Il pubblico italiano non è ancora pronto. Io sono cresciuta con “I Soprano” e con altre serie americane, ma non ho mai amato le fiction italiane e non mi interessa guardarle. Le trovo inguardabili, recitate male, scritte male e dirette male. Invece le web serie, anche italiane, sono la nostra speranza. Devi essere davvero bravo per emergere dall’enorme quantità di serie che escono ogni giorno. Ciò che fa la differenza è la qualità, cosa che manca nelle televisione italana.

Stefano: Assolutamente sì, se fatta bene. Fatta bene si intende con gente che sappia lavorare bene, come tanti attori che si vedono nelle fiction. Io non vedo differenza, l’unica differenza è che una te la vedi sul computer e l’altra in televisione.

Tiziano: Sì, alcune fiction in Italia non vengono fatte al meglio se le paragoniamo alle più famose fiction inglesi ed americane. Alcune web series mettono in luce delle nuove forze e nuove idee che la televisione italiana non può più dare, la ritengo una cosa normale e un segno dei nostri tempi, dell’intrattenimento odierno: veloce, intuitivo e giovane.


Seguite qualche serie in particolare? Se poteste scegliere di interpretare un personaggio di una serie italiana o americana, chi scegliereste?

Ilaria: Seguo solo serie americane: Breaking Bad, Dexter, American Horror Story, Orange is the New Black. Insomma quasi tutte quelle prodotte dall’HBO. Se fossi stato un ragazzo avrei amato interpretare il ruolo di Jesse Pinkman in Breaking Bad. Nessun personaggio femminile mi ha colpito in particolare… Forse Debra Morgan di Dexter, o Suor Jude di American Horror Story…

Stefano: Per quanto riguarda le serie TV, io non posso fare a meno delle serie americane. Non le elenco perché scriverei una lista infinita. Un personaggio che mi piacerebbe veramente interpretare è Chuck, oppure Sherlock Holmes, perché sono personaggi complessi, i quali richiedono una certa capacità attoriale per reggerli e mantenerli fino alla fine di un’intera stagione.

Tiziano: Guardo molte serie inglesi ed americane tra cui: Penny Dreadful , Game of Thrones, Breaking Bad, The Knick… Di personaggi ce ne sono tanti, uno in particolare e Jon Snow in Game of Thrones…


Secondo voi perché il pubblico più giovane continua a preferire la serialità americana?

mind the end 2.4Ilaria: Per la qualità. In Italia c’è troppa politica e pochi soldi per la cultura. Ci sono tanti bravi attori ma lavorano sempre gli stessi, come mai? Perché lavorano i “figli di”, le veline e i tronisti di turno. Se non iniziamo a puntare sulla qualità e non investiamo nella cultura, non possiamo pensare ad un futuro per le serie.

Stefano: Questa domanda me la faccio spesso e devo dire che secondo me i giovani italiani seguono le serie americane, molto più di quelle italiane, perché il lavoro attoriale è diverso. Anche se in una serie americana ci sono ben pochi effetti speciali, viene comunque seguita di più, perché li il lavoro credo sia diverso. Anche il film più demenziale è ben lavorato attorialmente. Per esempio, un livello molto simile, sempre a mio parere, sta per essere raggiunto dalle Web Series italiane.


Che progetti avete per il vostro futuro?

Ilaria: Sono tanti… Il più importante è quello di costruirmi una carriera.

Stefano: Personalmente, avendo finito l’Accademia da quasi due anni, non posso per niente lamentarmi. Sto lavorando a diversi progetti che a breve usciranno sia nel territorio italiano, sia in quello americano. Ma sinceramente non mi va di prevedere progetti o pensare a come sarà. Per adesso sono molto tranquillo senza prevedere nulla e credo che lascerò andare avanti le cose da sole, come sta accadendo adesso.

Tiziano: I progetti sono lavorare e dimostrare al pubblico quello che valgo. Spero di avere delle possibilità che mi valorizzino e mi facciano apprezzare dal pubblico in generale. Io mi impegno per riuscirci.


Ad un giovane  talento che vorrebbe iniziare la carriera di attore, cosa consigliereste?

Ilaria: Di studiare tanto. Di essere determinato. Di non farsi imbrogliare dai tanti maestri ciarlatani di teatro e di cinema. Di rispettarsi e di rispettare il proprio mestiere.

Stefano: Che il talento, da solo, serve davvero a poco. Ci sono milioni di Al pacino e Robert De Niro, nascosti e mai scoperti in tutto il mondo. Prima di tutto bisogna chiedersi se è davvero la strada che si vuole intraprendere, perché non è facile. L’errore di molti giovani è che confondono il mestiere dell’attore con la fama. Sono due cose che se combaceranno durante una vita, sarà perchè un individuo ha voluto vendere la sua anima a questa arte, senza chiedere nulla in cambio. Ma la fama non è la regola, ma l’eccezione, citando spudoratamente Eddie Murphy 😉

Tiziano: Di scegliere attraverso il cuore perché l’attore non è un mestiere come un altro, e una missione. E nelle missioni si può anche fallire, è una scelta per cuori forti.


La triste verità degli ultimi anni mostra come i giovani trovano come unica soluzione lasciare l’Italia per avere un futuro lavorativo, secondo voi perché succede questo? È la stessa cosa per quanto riguarda l’industria cinematografica e seriale?

Ilaria: Io sono una di loro. Riguarda tutti i campi, non solo quello cinematografico ed artistico. Beh, se pensi che il mestiere dell’attore in Italia non è neppure riconosciuto come tale… Io spero nel cambiamento, intendiamoci! E pensare che l’Italia è il più bel paese del mondo…!

Stefano: Tutti i giovani che lasciano l’Italia per cercare fortuna fuori, sta a significare che non l’hanno trovata qui, nel nostro paese. È una scelta molto coraggiosa e saggia se si hanno queste motivazioni nel farlo. Per quanto riguarda l’industria cinematografica, non credo ci siano grosse problematiche a riguardo, anzi, siamo tutt’ora un paese alla pari con l’America a livello di potenzialità “attoriale”, l’unica differenza è che noi non la sfruttiamo, la sfruttiamo ben poco, quasi per niente, ma le potenzialità le abbiamo tutte. Infatti, ogni qual volta esce un film con dei significati profondi, significati legati direttamente all’indole umana, alla natura umana in tutta la sua essenza, come il film di Sorrentino (La Grande Bellezza) che ha ricevuto un Oscar meritatissimo, stesso noi italiani tendiamo a tagliargli le gambe, perché non lo capiamo, e secondo me Sorrentino, quando ha visto le critiche sul suo film da parte degli italiani, si sarà fatto grosse risate, appunto perché parlava di questo, parlava di noi.

Tiziano: Sì, penso si ricolleghi al discorso ITALIA in generale, non biasimo chi va all’estero, anzi apprezzo chi lo fa perché mette in ballo la propria vita in un paese che non conosce ed in cui non ha agganci né lavorativi né familiari. All’inizio è più difficile, poi magari la strada si fa in discesa perché c’è più possibilità lavorativa, la vita è una giostra, si diverte solo chi ci monta sopra.

Ringraziamo di cuore Ilaria, Stefano e Tiziano per questa splendida intervista! Credo che ci troviamo molto d’accordo con loro… in tutto. Voi cosa ne pensate? Commentate in tanti e ci vediamo alla prossima intervista, in attesa dell’uscita di MIND The End!

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