Discovery

Star Trek Discovery – Recensione 2×02-“New Eden”

Discovery torna alle origini di Star Trek. Episodio che possiamo definire classico nello sviluppo e nella conclusione, ma che lascia aperta sempre una porta legata alla trama verticale.

Esplorazione, e Prima Direttiva.

Diretta dall’ex comandante Riker (Jonathan Frakes), la puntata di Star Trek Discovery, ancor più del primo episodio, ci tuffa nel passato ripescando una situazione classica del repertorio: La scoperta di una comunità umana ignara dei progressi tecnologici a cui va applicata la Prima direttiva, che ricordo ai neofiti di Star Trek, impedisce alla Federazione di interferire con la normale crescita di una popolazione chiaramente meno progredita.

Pike sugli scudi anche questa volta.

Riassunto a parte, vediamo quello che in prospettiva potrebbero essere gli aspetti positivi e negativi di questa scelta ormai abbastanza consolidata, di tornare un po’ alle origini. Sicuramente questa tecnica narrativa avvicina i fan di vecchia data, i vetusti appassionati della prima ora, gli incrollabili fedeli alle serie originali e ai loro fortunati seguiti cinematografici e televisivi.

Discovery
Sonequa Martin Green/Michael Burnham un po’ in ombra in questo episodio.

Di contro però, c’è il pericolo di non rinnovare e perdere quella componente di rottura con il passato che la prima stagione di Discovery ha effettivamente portato, una ventata di novità che ha tolto dalle ragnatele un franchise che stava funzionando bene solo al cinema e solo grazie ad una profonda modifica portata avanti da JJ Abrams e soci.

L’episodio di Discovery ha provato a strizzare l’occhio alla tradizione, ma non senza dare le giuste indicazioni legate alla Storyline principale legata ai misteriosi segnali e alla figura angelica. La sostanza però resta la stessa: la 2×02 è un episodio molto classico, una puntata che avremmo potuto vedere tranquillamente in una stagione qualsiasi di Next Generation o Star Trek originale.

Discovery
L’equipaggio al centro del tutto.

Personalmente la cosa non è dispiaciuta, ma spero vivamente che si tratti di un qualcosa che resti nell’ambito dell’eccezionalità, e questo non perché non ami l’andamento classico di Star Trek, ma perché alla lunga tutto questo rischia di rendere la serie anacronistica e non al passo con la moderna narrativa televisiva, che attrae più per le storie con un arco temporale più ampio che occupi gran parte della stagione o comunque più episodi.

Come tutte le star che si rispettino, il signor Spock se la tira un pochino e anche in questo secondo episodio aleggia nell’aria senza però mostrarsi. Discovery presto o tardi sarebbe arrivato a Spock se non altro per la vicinanza familiare con Burnham.

Tilly e Stamets a confronto.

Sarà molto interessante capire come Kurtzman e soci metteranno a confronto i due fratellastri, come faranno sì che di Burnham non ci sia il minimo accenno nella serie classica. Nel frattempo diteci nei commenti le vostre ipotesi circa il complesso rapporto fra Spock e Burnham.

Ma se da un lato è evidente la volontà di dare un tocco di classicità, dall’altro lato c’è sempre e comunque uno spazio per le vicende minime dell’equipaggio. Dalla geniale ma pasticciona Tilly al cupo ottimismo di Stamets.

Burnham osserva Tilly…sei ingrassata???

Discovery dunque non chiude le porte a nessun filo narrativo e anzi di puntata in puntata ci tiene a far sì che le persone simpatizzino con i vari membri dell’equipaggio, ognuno dei quali è importante per creare quell’atmosfera di profonda coesione e partecipazione tipica di una vera nave stellare che si rispetti.

Dunque meno importanza alla storyline principale? No ma più coinvolgimento di personaggi fissi ma minori. La soluzione di un problema non è più solo ed esclusivamente del capitano o del secondo. A volte può essere anche un intuizione di una semplice guardiamarina o di un ufficiale scientifico (promozioni varie a parte).

L’ormai mitico Saru.

Concludendo posso dire che Discovery continua a sfornare ottimi episodi anche quando strizza l’occhio al classico. Questo perché è riuscita con la prima stagione, a caratterizzare bene i personaggi a dargli forza e personalità tali da potersi già misurare con giganti come Spock e chissà forse in futuro avremo anche un giovane Kirk, opzione assolutamente da non scartare.

Il misterioso angelo dietro cui si sviluppa la trama principale, sembra qualcosa di molto ben definito e interessante. Attraverso i suoi spostamenti, la Discovery va dietro a qualcosa che coinvolge Spock, Burnham e tutti gli altri protagonisti, un modo geniale di spostarsi nei quadranti a fare quello per cui Star Trek è nato: esplorare nuovi mondi là dove nessuno era giunto prima.

Passo e chiudo.

Michele Li Noce

Nato nell'universo alternativo di Fringe diversi secoli fa.
Mio padre alternativo mi ha iniziato alla visione delle serie tv fin dal 1975 con Kojak.
Da quel momento le serie TV sono entrate nella mia vita.
Top 5: Castle, Fringe, X files, Game of Thrones, Once upon a time.
Hobby: Archeologia, misteri, cinema, anime e manga, lettura e scrittura.

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