Spock si palesa in carne e ossa nel mondo Discovery, ma l’episodio non mi ha entusiasmato confermando in parte il suo titolo.
Spock meritava di più?
Se nel corso di questi episodi, c’era la volontà di far salire l’attesa per l’arrivo di Spock nell’universo Discovery, l’operazione è riuscita benissimo. Aspettavo infatti con grande curiosità l’ingresso di uno dei personaggi più rappresentativi del mondo creato da Roddenberry.
Personalmente, ma aspetto anche le vostre opinioni, sono rimasto leggermente deluso da come è stata gestita la vicenda. Un così alta tensione per l’attesa meritava una cornice più spettacolare e qualcosa di meno scontato e banale legato al suo ritrovamento.
La banalità che sorprende.
Proprio perché sto amando Discovery, la sua architettura narrativa, i suoi personaggi e le intuizioni degli autori, sempre perfettamente in linea sia con la parte di innovazione che di tradizione, vedere il ritrovamento di Spock trattato così mi ha decisamente sorpreso.
Ora: Spock ha tutta la Federazione e la ormai mitica Sezione 31 che lo cerca in tutti i quadranti, una sorellastra preoccupata, un padre che solo per amore di logica non si dispera e dove lo ritrovano? Su Vulcano.
Se io fossi stato un brillante e intuitivo capitano della Federazione, mi sarei chiesto in primis perché Sarek non riesca a contattarlo malgrado le sue capacità. Le ragioni potevano essere 2: era morto o era nascosto in un posto dove la connessione mentale non era possibile.
Invece per amore di sceneggiatura si è caduti nella più bassa banalità rendendo possibile l’impossibile e cioè far passare tutta la Federazione e la Sezione 31 per dei deficienti che non avevano pensato che Spock non potesse essere altro che a casa sua sotto la protezione di una mamma molto umana e poco logica.
Si potrebbe perdonare questa chiamiamola mancanza di fantasia narrativa se non fosse che per renderla tale, la storyline è stata alquanto adattata per farci stare dentro questa enorme banalità. Torneremo su Spock e il suo ritrovamento fra poco perché voglio parlare del viaggetto di Tyler e Pike nella frattura temporale.
Come creare spazio e tempo alternativi in meno di 30 minuti.
L’onda emozionale dell’arrivo di Spock non mi ha fatto perdere di vista l’altra parte di episodio legata ad una sorta di guazzabuglio temporale con tanto di minaccia dal futuro (o dal passato?).
Più che sullo sviluppo che avete potuto vedere, mi soffermo sulle conseguenze temporali. Pike in pochi minuti potrebbe aver viaggiato avanti o indietro nel tempo, esserci restato per anni per poi ricadere nella navetta, stesso dicasi per Tyler.
La cosa più interessante è capire come svilupperanno questa loro divagazione nello spazio/tempo gli sceneggiatori e come tutto si potrà ricondurre alla vicenda di Spock e dell’angelo.
Ipotesi in libertà.
Proviamo ad ipotizzare che l’Angelo rosso sia un membro della Federazione andato avanti nel futuro e che ha acquisito poteri e conoscenze ancora impensabili e decide di sistemare le anomalie del passato per renderlo più conforme ad un futuro magari tetro o oscuro.
Sarà dunque lui a equilibrare passato, presente e futuro e fare in modo che la serie classica possa incastrarsi con le vicende della Discovery? Presto per dirlo, ma siamo abbastanza sicuri che ogni tematica legata allo spazio, al tempo e alle dimensioni parallele con incursioni nel micelio, saranno utilizzate per rendere plausibile tutta la vicenda della Discovery con Star Trek classico.
Scelte dolorose fra logica e umanità.
Discovery ci porta alla fine ad un bivio: Spock che sembra un autistico che ripete ossessivamente numeri e brani di Alice nel paese delle Meraviglie, un libro che è la negazione stessa della logica?
Il rapporto teso in famiglia porta ad una sola soluzione: Sezione 31 e tutto quello che ne consegue. Lo so: ha meravigliato anche me il comportamento di Georgiou/imperatrice che decide di aiutare Burnham nel portare via Spock dalla stessa Sezione.
Il pepe nella vicenda lo mette sempre la nostra cara Georgiou che accusa Leland di aver ucciso la famiglia di Burnham, tenendolo praticamente per le parti basse.
Adesso la lotta fra passione e razionalità, logica e cuore, sembrano essere i motori alla base del mistero dell’Angelo. Chiunque esso sia, opera con una certa passionalità: salva una comunità rinchiusa in chiesa portandola su un pianeta simile alla terra, salva di fatto Burnham e infine porta alla conclusione la diatriba fra Ba’ul e Kelpien, tutte opere nella quale la logica non sembra riconoscibile.
Il viaggio a Talos IV, pianeta ben noto agli appassionati di Star Trek, ci dovrebbe dare delle risposte, ma la soluzione del dilemma principale resta abbastanza oscuro ed appassionante.
Passo e chiudo.