Discovery saluta il ritorno alla regia di Jonathan Frakes in un episodio difficile da dimenticare per tutte le implicazioni che porta con sé.
Ricordi chiusi in una porzione di memoria.
Non so se gli showrunner di questo episodio hanno visto o fatto riferimento ad uno degli episodi mitici di Black Mirror e cioè “San Junipero”, ma in questa gestione dei ricordi, della memoria e di come sia possibile nel futuro poterla controllare, l’episodio di Discovery me l’ha immediatamente ricordato (sempre a proposito di memoria).
Discovery prova dunque a mettere all’interno delle tematiche prettamente fantascientifiche, l’incontro e l’interazione con nuove razze, nuovi mondi, nuove abitudini, anche una parte legata a come la tecnologia possa alla fine diventare quasi poetica, ma allo stesso tempo terribile.
Se in un futuro così avanzato un ibrido come Airiam è ancora fallace e soggetto a manipolazione, sembra quasi un monito alla nostra attuale società tecnologica che presto lascerà per esempio le banconote per i pagamenti elettronici e sta già sperimentando l’utilizzo di chip sottopelle per gestire la nostra vita.
Eppure Discovery inizia proprio con l’umanizzazione di Airiam, un passo necessario per farci entrare velocemente all’interno di un personaggio marginale e tentare di farci subito empatizzare con lui.
La possibilità di gestire la memoria, di conservare, cancellare e archiviare ricordi è un modo come un altro di creare immediatamente un legame fra la tecnologia che permette ai ricordi di essere sempre vivi e disponibili, mai sbiaditi dal tempo e la parte umana determinata dall’amicizia di Airiam con Tilly, Burnham e gli altri componenti dell’equipaggio.
Airiam sa che qualcuno controlla la sua parte meccanica e computerizzata. Cosciente che in ogni momento le sue braccia potrebbero uccidere un’amica e lei non avrebbe nemmeno lacrime da versare, ma solo una terrificante sensazione di dolore e impotenza che non può gridare al mondo.
L’intreccio con la trama principale di Discovery.
Così, se da un lato la vicenda di Airiam ci commuove e fa riflettere, dall’altra la storyline principale avanza. Controllo è in pratica l’HAL 9000 di 2001 Odissea nello spazio, una sorta di macchina dalle capacità quasi umane e che giustamente cerca di fare l’unica cosa possibile per lei: immagazzinare dati ed esperienza.
Chiaro dunque l’intento di portare all’interno dei suoi supporti di memoria, anche le conoscenze dell’asteroide ora in possesso della Federazione. Non mi è chiaro se Controllo arrivi alla determinazione di distruggere la vita senziente in seguito a quanto accaduto nella base della Sezione 31 o se vedendo le razze evolute dell’universo le ritenga fallaci e di conseguenza meritevoli di una bella ripulita.
L’introduzione di Controllo e le sue conseguenze, hanno avvicinato i fuggitivi della Discovery alla realtà di un futuro che va modificato per evitare una catastrofe galattica che, seppur molto potente, nemmeno l’angelo rosso è in grado di evitare senza l’aiuto di Spock e Burnham.
Sto leggendo, da molte parti, ipotesi su chi possa essere l’Angelo Rosso. Credo che molte risposte le avremo nel prossimo episodio della serie, che porta il suo nome nel titolo.
Al momento Burnham, Spock, Airiam stessa sono i nomi più gettonati. Credo che questa stagione darà un colpo di coda notevole verso la serie classica. Una modifica del presente può trasformare il futuro sganciandolo definitivamente dalla serie classica? Probabilmente sì perché le distanze fra i tempi della Discovery e quelli della Enterprise, sono sempre più stretti.
Spock e Burnham.
Spock, lo sappiamo bene, ha sempre vissuto male o perlomeno non in modo sereno, la sua diversità, il suo lato umano. Il confronto fra lui e Burnham è un confronto fra la logica permeata di umanità e l’umanità permeata di logica, Spock, contrariamente a Burnham, che mantiene sempre e comunque il suo lato umano e non potrebbe essere altrimenti, prova a far sempre prevalere ciò che è prerogativa di un Vulcaniano purosangue e cioè soffocare il suo lato passionale a favore di una capacità di analisi e di logica con cui analizzare e controllare tutto ciò che sta intorno.
Burnham dunque prova a far riemergere il lato logico e Vulcaniano di Spock, stimolandolo con il gioco degli scacchi, che impone come principio di gioco, il ragionamento e la logica. La reazione del tutto passionale e quasi violenta di Spock sembra però l’antitesi di ciò che è un Vulcaniano.
Credo che Burnham sia al momento un personaggio contrastato, che tenta un avvicinamento con il fratello, dopo anni di separazione, ma al tempo stesso sa che c’è da salvare la galassia e questo porterà inevitabilmente ad una scelta che potrebbe, ipotizzo, giustificare la totale scomparsa di Burnham dalla vita di Spock.
Riflessioni e conclusioni sull’episodio di Discovery.
Trovo difficile dare un giudizio sulla puntata di Discovery perché è stata come un fiume in piena che d’impovviso, rotti gli argini, ci ha letteralmente rovesciato addosso emozioni, fatti, personaggi e sviluppi della trama.
Airiam da quasi anonima componente della plancia, diventa parte essenziale dell’intreccio, ma il tutto, pur ben presentato e ben inserito nell’episodio, sembra quasi forzato, un modo per far sì che le successive conseguenze ci portino ad uno stato emozionale e di commozione per la sua scomparsa.
Probabilmente Airiam avrebbe dovuto costruire il suo lato umano fin dal primo episodio di questa seconda stagione. Un passo dopo l’altro, una piccola briciola del suo passato umano messa lì quasi per caso e che secondo me, avrebbe portato noi spettatori ad una migliore conoscenza del personaggio e una migliore empatia con lei e con il suo dramma.
Non a caso in soccorso di Airiam, quei geniacci degli sceneggiatori, portano Tilly, perché sanno bene che il Guardiamarina è probabilmente uno dei personaggi di Discovery più poliedrici ed emozionali dell’equipaggio e quindi perfetta per dirci che Airiam non è solo una macchina ma un essere che ha delle emozioni, dei ricordi piacevoli, delle battute spiritose.
Adesso la strada sembra abbastanza segnata. L’Angelo Rosso si rivelerà nella prossima puntata? Di certo il nemico sembra abbastanza delineato ma resta il dubbio su chi davvero manipoli il tutto e io non so perché vedo lo zampino della Georgiou in tutto questo.
Passo e chiudo