Stranger Things – La sfida di lavorare con dei bambini

Matt e Ross Duffer, creatori di Stranger Things, serie nominata agli Emmy e serie più chiacchierata del 2016, ci hanno riferito quali per loro sono state le scene più difficili e di quali dialoghi vanno più fieri.

Prima che Netflix mandasse in onda Stranger Things, nel Luglio del 2016, la serie era vista un po’ come “il solito nuovo drama con Winona Ryder.” La prospettiva è cambiata all’istante, quando il drama sci-fi ambientato negli anni ’80 è diventato un fenomeno mondiale. I critici tessevano le lodi dei due nostalgici creatori, Matt e Ross Duffer, ma la serie non sembrava destinata alla premiazione. La situazione non ha dimostrato questa tesi, però, con la vittoria del premio annuale della gilda di attori e produttori, scaldando il territorio per la vittoria agli Emmy. I Duffer, che hanno scritto e diretto la serie con tanta sincronia da non ricordare chi ha fatto cosa, riflettono sulla travolgente stagione.

La scena più impegnativa che avete dovuto scrivere è stata…
MATT: Tutte le scene nell’Hawkins Lab. Ci risulta facile scrivere scene con ragazzi nerd, ma con dei brillanti scienziati… non tanto. Anche se in fase di scrittura c’erano dei veri scienziati che ci aiutavano con le cose teoriche. Anche riguardare Cosmos: Odissea Nello Spazio ci è stato utile.

Non riesco a credere che ce la siamo cavata con…
ROSS: Con il fatto che Eleven abbia ucciso molti adulti, durante la stagione. In pratica è una serial killer. Ma quelle persone lo meritavano.

La più grande idea sbagliata su Stranger Things è…
MATT: Che la storia sia guidata da nostalgici richiami agli anni ’80. Certo, volevamo catturare le sensazioni dei nostri film preferiti e portare quel tipo di narrazione nel nostro decennio, ma allo stesso tempo, non abbiamo voluto rendere la storia ironica, pacchiana o beffarda. Volevamo che fosse sincera. La narrazione è sempre stata guidata dai nostri personaggi e dal loro viaggio.

La persona che in Stranger Things ha il ruolo più difficile è…
ROSS: Il nostro aiuto regista, che doveva programmare i limitati orari disponibili dei bambini, per via della scuola. Avevamo solo 9 ore e mezza a disposizione con i bambini, di cui 3 ore erano dedicate all’istruzione. In più, ci servivano delle liberatorie per farli lavorare fino a tarda sera, ma, con nostra grande sorpresa, la loro energia era molto maggiore alle 3 del mattino rispetto alle 8 del mattino. Chi se lo aspettava?!

La battuta per cui vado più fiero in questa stagione è…
MATT: “Perché stai tenendo chiusa la porta della curiosità?”

L’attore con cui non ho mai lavorato, ma con cui mi piacerebbe lavorare è…
MATT: Ce ne sarebbero così tanti. Ma diciamo Tom Hanks. È disponibile?

Se potessi passare del tempo con un altro nominato agli Emmy, sarebbe…
ROSS: Mike Judge — ci siamo divertiti troppo sul set di Silicon Valley!

•••

È probabile che…

Il dilemma è che Stranger Things ha le stesse probabilità di vincita di quante ne avesse di diventare un grande successo: poche, ma sufficienti. Il grande tesoro sci-fi di Netflix, un po’ più insolito rispetto alla serie in nomination dello stesso genere, Westworld, ha dalla sua l’affetto genuino di tutta la comunità di Hollywood. Ha già goduto di una serie di improbabili vittorie nelle gilde, rendendo i riconoscimenti della TV Academy non totalmente inaspettati. Ma, nella classe delle matricole, a questa serie manca un forte campo di supporto — tra la favorita Westworld, i tradizionalisti che voteranno per The Crown, i sostenitori della rete che tifano per This Is Us, e quelli che danno un grande peso al significato, che voteranno per The Handmaid’s Tale. Ma strane cose succedono al mondo.

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