Suburra, è una serie italiana uscita il 6 Ottobre su Netflix. Consta di 10 episodi, ed è stata diretta da Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi. La serie è il prequel dell’ommonimo film uscito nel 2015 diretto da Stefano Sollima e tratto dal romanzo scritto da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini.
Personaggi, regia e set sono perfetti per attrarre lo spettatore in quella che è una raltà che fa male. Proveniendo da zone appena fuori Roma, ed avendo studiato vicino a dove i tre protagonisti si incontravano costantemente, fa male vedere una città vittima di tale malavita. Non ti aspetti che cose del genere possano accadere a due passi da casa tua, o forse, più semplicemente, non vorresti saperne. Suburra, per quanto romanzato e adattato ai canoni televisivi, è tratto da una storia vera, portando allo scoperto drammi ai quali la capitale è soggetta ormai da anni. Ma di cosa tratta?
Non voglio rivelare molto, perché preferisco lasciarvi scoprire tutte le bellezze della serie, vi dico solo che la vicenda gira intorno a tre famiglie: quella di Aureliano Adami, figlio del “padrone” di Ostia (zona sul litorale romano), Spadino alias Alberto Anacleti, figlio del boss di una famiglia di ricchi sinti, e Gabriele “Lele” Marchilli, figlio di un agente di polizia. I tre cercano di distaccarsi quanto più possono dalle famiglie di appartenenza. Si alleano, ed entrano in affari molto più gandi di loro.
Ma parliamo del cast. Seguo Alessandro Borghi dal video dei Negramaro ft Elisa. Partecipa già nel 2015 al film e più avanti a diverse produzioni cinematografiche e televisive. Quegli occhi ghiaccio mi hanno colpito da subito. Nei primi episodi esce un’interpretazione forzata e quasi finta, più avanti invece, vediamo come Alessandro abbia fatto suo il personaggio e ci doni un Aureliano freddo e sensibile allo stesso tempo. Giacomo Ferrara, interprete di Spadino, volto apparentemente sconosciuto, ma che ha un passato già al cinema e in tv. Ferrara è, secondo me, uno degli attori che meglio riescono, speriamo di vederlo in più produzioni. Eduardo Valdarnini alias Lele, ha perloppiù esperienza al cinema, ma la sua è una discreta riuscita anche nella serie. Claudia Gerini, che interpreta Sara Monaschi, ricca colaboratrice del Vaticano, è come sempre fantastica, con classe e stile da vendere. Filippo Cinaglia è il politico incensurato e amato dal popolo e la sua esperienza nelle serie si vede. Quello che personalmente più ha deluso le mie aspettative è stato Samurai, il “cattivo” interpretato da Francesco Acquaroli. Un cattivo che non sembra poi cattivo a tal punto. Un accento che spesso sembra forzato ad essere usato oppure forzato a non essere usato. Ora, la colpa è sicuramente da far risalire a qualcuno sopra di lui, ma la delusione, per un personaggio importante a tal punto, resta. Chi ho adorato e comparato a Cersei di Got, dal carattere duro, ma che farebbe di tutto per i suoi cari, è Livia Adami, interpretata da Barbara Chichiarelli, attrice per lo più di teatro, che ci dona un’interpretazione fantastica.
La serie è stata troppo spesso comparata a Gomorra, serie pluripremiata e ormai alla sua terza stagione. Non metto in dubbio che è quasi impossibile non trovare delle convergenze, ma è davvero necessario compararle? Non si potrebbe semplicemente apprezzare il lavoro di artisti nostrani che provano a far valere il talento italiano?
Suburra è una serie che, come Gomorra, presenta artisti di grande livello, è stata amata all’estero e secondo me merita tutte le riconoscenze possibili. Ha una velocità, energia e azione unica e prende sempre di più episodio dopo episodio. Quanto a me, non attendo altro che la seconda stagione.
Voi l’avete guardata? Cosa ne avete pensato? Fatecelo sapere nei commenti. Per chi non l’avesse fatto, vi lascio qui sotto il trailer, per invogliarvi a farlo!