Suits – Recensione 6×05 – Trust

Suits Episodes 13 agosto 2016 Leave a comment 375 Views

Signore e signori, sono tornata. Dopo un paio di settimane in cui ero off, e per cui devo ringraziare la mia collega Eli che mi ha sostituito, Giò la scassaballe torna a recensire per Suits Episodes e Serial Crush. Tra l’altro devo ammettere che mi sento anche molto fortunata perché dopo una 6×04 che era sì bella, ma che non mi ha convinto poi troppo, mi tocca parlare di questa 6×05 che… ehi, con questa puntata la quinta stagione sembra roba vecchissima!
La puntata è iniziata come un continuo di quella precedente, così da permettermi di ricollegarmi a ciò che aveva già detto Eli la settimana scorsa: ma quanto cavolo è assurda la storia della prigione di Mike? Non solo per tutto quello che si è già detto sul fatto che Mike è in prigione praticamente da una settimana e già parlano di ridurgli la pena, ma anche, se ci pensate bene, a quanto siano “casuali” certe cose: Mike finisce nella stessa prigione con un tipo che Harvey si è inimicato secoli prima e, caso dei casi, finisce anche in cella con il tizio che è il genero della mummia che è ora il nuovo cliente di Harvey. E poi vorrei anche aggiungere che non ho ben chiara una cosa: abbiamo visto in questa 6×05 Sean Cahill che tira parecchi fili (che manco i suonatori di pizzica salentina) ma almeno Sean Cahill ha un tornaconto in questa storia; il direttore della prigione, invece, esattamente cosa ci guadagna nell’avvelenare Mike e poi nel fare il messaggero notturno/spaventatore personale di Mike? Sono costretta a ripetere le parole di Eli, ma… troppo irreali queste cose.
Giusto per restare in tema prigione, così da non far ballonzolare troppe volte la mia e la vostra attenzione, una cosa che a me incuriosisce davvero di questa storyline galeotta è la verità di Kevin. Che cosa ci fa veramente in carcere? Devo ammettere che è stato toccante il momento in cui si è aperto con Mike raccontandogli del litigio con la moglie e del quasi incidente, ma era chiaro come il sole che ciò che conta davvero non è questo, ma ciò che voleva sapere Mike, ovvero la causa del litigio con sua moglie. Probabilmente Mummia Sutter ha svaligiato un’intera piramide egizia con il suo insider trading, coperto dalla figlioletta e Kevin si era stancato di coprirli? Avanti, si aprono le scommesse.

Ma lasciamo la prigione di Dunbury per tornare nello studio dei nostri tre supereroi, Pearson Specter Litt, anche se Jessica continua a scordarsi che tra i soci titolari ce n’è anche un terzo:

Louis è un povero cucciolo dimenticato e ne abbiamo le prove.
Ed è proprio di Louis che volevo parlare… quanto è dolce ma allo stesso tempo sempre il solito Louis con questa storia dell’architetto? Dolcissima la scena iniziale tra lui e Donna, in cui lui le chiede di trovargli una casa al mare solo per farla ristrutturare dall’architetto e la nostra segretaria preferita dopo una pokerface gli spiega che forse, per corteggiarla, sarebbe meglio chiederle di uscire. Non biasimo del tutto Louis che spiega le sue ragioni per non farlo, perché in effetti a vedersi non è certo il tipo d’uomo che tutte sognano, ma ciò che conta è che lui sa bene che per piacere deve farsi prima conoscere da un’altra persona, altrimenti viene scartato a priori. E diciamocelo, persino Harvey che lo conosce lo usa come ruota di scorta il più delle volte in cui gli serve un aiuto o una spalla, figuriamoci come può mai comportarsi una donna (tra l’altro bellissima) single a New York.
In altri uffici della Pearson Specter Litt invece c’è lei, la nostra lagna preferita ~~ma anche no~~ che coglie occasione per piangere prendendo spunto da un’altra storiella: chiaramente il suo caso è stato scartato dal progetto Innocenti e lei, come una brava bambina abituata ad ottenere quello che vuole, punta i piedi e lo ottiene come al solito. Ma dico io, passi pure che tu abbia preso a cuore la storia di questo Lionel (si chiama così?) – e devo dire che io ho preso a cuore il personaggio perché ha avuto il coraggio di dirle quello che pensano tutti, e cioè che è arrendevole e piagnona -, ma cosa vai a fare la viziata dal professore e a dirgli che tu vuoi e pretendi quel caso lì?

Mia nipote di quattro anni fa meno capricci di lei, just saying. E non ditemi che sono cattiva perché dopo aver pianto dal prof poi è corsa a piagnucolare da Jessica, e ditemi voi se non sono capricci questi!
Dulcis in fundo, direi di parlare di Harvey. A parte il fatto che mi piace il connubio tra Tom e Jerry, ehm, volevo dire tra lui e Cahill, ma poi quanto è figo lui che va da tutti i detenuti di Dunbury e palesarsi come il nuovo avvocato salvatore? Ci manca solo il pizzetto e il caschetto, poi potrebbe anche chiamarsi Harvey Jesus Specter.
A parte gli scherzi, sembra tornato bene in carreggiata, con tutti i suoi complotti e le sue trovate geniali che solo da Harvey ci si può aspettare, ma soprattutto con le minacce che ci fanno rabbrividire e allo stesso tempo fare gli occhi a cuoricino per lui. Ci è rimasto di merda persino quel galletto di Gallo e l’ha detto a chiare lettere!
Sui broker dall’altro lato dello studio non me la sento di parlare troppo, semplicemente perché non ho ancora capito che utilità dovrebbero avere ai fini dello studio, se mai ce l’avranno. Finora li ho visti solo come una bella parentesi divertente per Louis o un fuoco di paglia con la questione delle azioni, ma vedremo fin dove vogliono arrivare con la questione dei locatari e avvocati insieme.
Per oggi è tutto, vi lascio con la nuova perla che, udite udite, finalmente è di nuovo di Harvey.