Suits – Recensione 6×12 – The Painting

Ma ciao, Suitsiani del mio cuore, qui è Giò che vi parla per recensire la 6×12 a nome di Suits Episodes e Serial Crush. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando ho scritto la mia ultima recensione, quindi non vogliatemene se sembra che dica cose a caso.
Per lo meno questa puntata, almeno per una volta in questa sesta stagione, non era fatta di cose a caso, quindi un filo logico posso pure seguirlo. Ho letto infatti parecchi pareri positivi a riguardo, e devo dire che il mio non è da meno. È stata più una puntata flashback che altro, e soprattutto di legale si è visto ben poco, persino il caso di Mike è stato fondato più su tentativi astratti che su cavilli legali, ma ci è piaciuta lo stesso.
O meglio, mi è piaciuto quasi tutto. Sicuramente non ho apprezzato molto il fatto che Mike abbia trovato lavoro in uno schiocco di dita, o peggio ancora, con un tipo che gli piomba nell’appartamento e lo fa supervisore di un ufficio legale. Dio Santo, a me sembra che cominci tutto all over again. Questo viene accusato di frode e sbattuto in galera per questo, e poi lo riassumono in un ufficio legale come una sottospecie di avvocato. Ok che non fa i processi, ok che non segue casi personalmente, ma gli hanno dato di nuovo il ruolo di maestrino. E sì, Mike se lo può permettere perché ne capisce ma, ehi, avrebbe dovuto abbassare la cresta dopo il carcere, e invece sta ancora lì più tronfio di prima. Insomma, questo ragazzo non imparerà mai la lezione d’umiltà che cercano di dargli tutti da anni. Tutti tranne Harvey, che ovviamente gli ha fatto prendere proprio il dito con tutta la mano… ragazzi, sul serio, l’atteggiamento di Mike nei confronti del suo mentore è davvero inaccettabile. E soprattutto è inaccettabile il fatto che per un’intera puntata quei due non si siano proprio considerati.
Tornando al nuovo lavoro di Mike in sé, tralasciando questo particolare per cui fa di nuovo l’avvocato pur non essendolo e non accenna neanche al fatto di voler frequentare una qualsiasi università, mi sembra molto carina l’idea di una collaborazione con un ufficio legale in cui ci sono molti più inesperti di lui. Mi sembra che sia diventato un po’ il “Louis dei poveri”, per intenderci: come se i ragazzi apprendisti che lui supervisiona fossero gli associati della Pearson Specter Litt. Credo proprio che non sia solo una mia impressione ma che, anzi, sia proprio intenzionale dare quest’idea agli spettatori. Vediamo come andrà, però, nel senso che spero non diventi noiosa e ripetitiva l’idea di questo “ritorno alle origini”. Posso già dire la mia su quella Marissa però: mi sembra la nuova Rachel, ma invece di fare l’assistente legale fa la studentessa. Korsh, io lo dico che perdi colpi!

Ma comunque il fulcro della puntata è stato la famiglia Specter, per non dire mamma Specter. A pensarci bene, si sono visti solo Harvey e Mike in questa puntata, e qualche sprazzo di Louis che prima voleva fare dispettucci a caso e poi si rende utile per aiutare Harvey con qualcosa che non si è capito cosa fosse. Ma se voi l’avete capito spiegatemelo pure, sono proprio curiosa. Tuttavia per ora mi limiterò a parlare solo della storia di Harvey e sua madre, visto che appunto la presenza di Louis e Rachel era proprio un di più.
Tutto inizia con un ritorno al giorno del funerale di papà Specter: Harvey col suo bel capello gelatinato e Donna che lo esorta (tanto per non cambiare) a fare una cosa che lui non vuole fare (è vero che repetita iuvant ma qui si ripete un po’ troppo). Si torna a Boston, si rivede il bel fratellino di Harvey e anche la mammina, che sembra più vecchia nel flashback che nel presente.

Beh, che dire? Grazie alla famiglia Specter, soprattutto a Harvey, la puntata è stata un crescendo di emozioni. Saranno state anche sensazioni e cose ripetute spesso nelle ultime stagioni, ma vedere solo Harvey col musone mentre racconta di sua madre alla Agard non è esattamente come vedere Harvey che affronta finalmente la situazione di petto. Devo ammettere, tra l’altro, che nel sottotitolare la puntata non me la sono neanche sentita di commentare alcunché in quanto, sin dalla prima scena in cui compare mamma Specter, non me la sono sentita di giudicarla. Fermo restando che io personalmente odi i tradimenti, devo anche ammettere che prima di vedere la 6×12 né io né voi conoscevamo il personaggio vero e proprio. E così come nella vita vera, non si può conoscere una persona in base a quello che si sente dire di lei, ma bisogna conoscerla davvero per capirla. Con ciò non voglio certo dire che quella donna sia una santa, ma neanche Harvey si è comportato come un santone, e di ciò devo dargliene atto. Per quanto lei possa aver sbagliato e per quanto lui possa aver serbato rancore nei confronti di sua madre, è pur vero che aveva un fratello e dei nipoti a Boston che non ha mai considerato come la sua famiglia. Aveva ragione pure Donna quando, alla fine della 6×11, gli ha detto che lui si comporta come se la Pearson Specter Litt fosse l’unica famiglia che lui abbia.
Harvey, Harvey… perché devi negare poi ai tuoi nipoti la possibilità di passare del tempo con uno zio così figo, dico io?
Per tornare di nuovo alle cose serie, non mi aspettavo che alla fine Harvey facesse pace davvero con sua madre. Quando ho visto la scena in cui lui si inalbera perché addirittura doveva essere lui a chiedere scusa, ho pensato che avessimo cantato vittoria troppo presto. E invece, grazie a Marcus, il fratellone è rinsavito e ha realizzato che effettivamente il grande assente della famiglia Specter era stato lui e non mammina. Lei, almeno, pur avendo commesso determinati errori, aveva cercato di ottemperare con il suo aiuto e la sua presenza, mentre tu, Harvey, dove diavolo eri?
Eh, sì, sono così fusa che parlo pure coi personaggi del nostro show, ormai!
Che dire ancora di questa 6×12? Non approvo la decisione di Harvey di fare il socio dirigente ad interim assieme a Louis, perché io personalmente ritengo che le decisioni (in un gruppo, in un’azienda, in qualsiasi agglomerato di persone) debba prenderle solo una persona: almeno a Napoli c’è un detto che dice “arò stanno troppi galli a canta’, nun fa maje juorno”, e cioè “troppe persone a comandare non si mettono mai d’accordo”. Ragazzi, più chiaro di così, si muore. Vedremo cosa ci riserverà il futuro della serie, ma io sono convinta che il napoletano abbia sempre ragione!
Chiudo con la perla di questa settimana, che finalmente viene dagli Specter, sebbene il LA lo abbia dato il fratellino.

Alla prossima,
Giò

Passate anche da Suits Italia.

About Suits Episodes

Suits Episodes nasce come gruppo di traduzione indipendente delle puntate di Suits e di tutto ciò che riguarda questo show. E' amministrato con amore e passione da Elisa e Giò.

Check Also

HTGAWM – Recensione 3×12 – Go cry somewhere else

Inizio subito dicendo che ho atteso che il sangue si freddasse prima di fare un …

Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.
This work by Serial Crush Staff is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.5 Italia.