Suits – Recensione 7×03 – Mudmare

Bentornati all’asilo… ops, volevo dire, in una nuova puntata di Suits. Sono di nuovo Ellie e tocca a me recensire questa 7×03 per Suits Episodes e Serial Crush. Vi dirò che queste prime tre puntate non le ho trovate chissà che, non sono così pessime, ma nemmeno belle. Potremmo definirle insipide: qualcosa si salva, qualcuno si promuove (ma giusto due o tre personaggi minori), ma sul resto stenderei un velo pietoso. E più si va avanti più a me quello non sembra più uno studio legale, ma un vero e proprio parco giochi. Tra Harvey che fa le preferenze nella cerchia dei suoi amici, Louis sempre più immaturo e imbarazzante, Rachel che non sa fare niente se non correre a chiedere aiuto agli altri, Donna… va beh, lasciamo stare. Alla fine della giornata, l’unico che sta facendo veramente l’avvocato è, ironia della sorte, proprio Mike. Non so se gli autori vogliono giocarsela così per il resto della stagione, ma per l’amore del cielo, meno drammi personali e più serietà in un posto di lavoro di questo livello. Dovrebbe essere uno degli studi legali più importanti di New York, non il mercato del pesce.

Detto ciò, la prima scena si apre con un Louis dal petto depilato immerso nella vasca dei fanghi, e per me è già no. Ma non contenti di quest’inizio in schifezza bellezza, la scena si prolunga mostrandoci Harvey rimboccato fino al collo nel fango (giusto perché le cose belle non ce le vogliono mostrare), che fa appello a episodi passati che era meglio non ricordare e mette in dubbio la sessualità di Louis. E per completare la scena più gay che si sia mai vista in Suits, compare anche Alex in accappatoio e reclama la vasca di Louis sostenendo di essere il migliore amico di Harvey. E fu così che lo show cambiò nome in Kindergarten. Alla fine, per fortuna, si rivela essere solo un incubo sul fango di Louis e già questo doveva essere un campanello d’allarme sulla sua sanità mentale sempre in questo episodio. L’espediente del ménage à trois è anche divertente, però autori una volta sola, perché non credo di poter reggere un’altra scena simile.

Il significato di tutto ciò è appunto da attribuire alle pippe mentali che Louis si fa su Harvey e sul suo nuovo amico, e la domanda mi sorge spontanea: PERCHÉ? Fatemi capire, Tara ha mollato Louis, quest’ultimo doveva concentrare le sedute di terapia su questo aspetto e poi neanche mezza puntata dopo si parla solo della cotta dei suoi complessi per Harvey? Solo a me torna in mente la storyline mal scritta di Harvey in terapia nella quinta stagione oppure gli sceneggiatori si fumano le canne? Io dico la seconda. A me Louis piace moltissimo come personaggio nelle giornate buone, e ormai lo sappiamo che ci tiene all’amicizia con Harvey, ma perché questo Alex deve rappresentare una tale minaccia? Mike è amico di Harvey e Louis non ha mai battuto ciglio, quindi perché deve essere geloso dell’ultimo arrivato? Ma poi veramente vogliono far passare un uomo adulto e avvocato con i controbip per un cretino che non ci dorme la notte se Harvey ha un altro amico? Per non parlare del fatto che ormai lo sketch di Louis che si inimica i nuovi soci e fa i suoi soliti giochetti è una roba già vista e rivista: l’ha fatto con Scottie, con Jeff, con Jack Soloff, e ‘mo pure con Alex? Mabbasta e fate crescere il povero Louis. Ormai non fa più nemmeno l’avvocato, ma solo il giullare dello studio e se io fossi Rick Hoffman mi lamenterei per come il suo personaggio viene ridicolizzato ogni volta. Che poi a me dispiace pure vedere Louis in crisi, ma veramente sta diventando monotono e pesante questo continuo ribadire l’immaturità del personaggio.

E visto che sono in vena di critiche, parliamo di Harvey. Visto che quest’anno Suits va alla pari con Game of Thrones, farò una similitudine che mi ronza in mente da un po’ (spoiler alert sulla settima stagione di GoT). Harvey sta alla PSL, come Jon Snow sta a Grande Inverno. Nessuno dei due ha chiesto di fare il capo, nessuno dei due sa niente di come si comanda, però alla fine si sono convinti perché qualcuno doveva pur mandare avanti la baracca. E proprio come Harvey, anche Jon ha quella rompiballe di Sansa le pulci nelle orecchie che gli dicono cosa fare, cosa non fare, cosa è giusto o sbagliato. Ma loro, da intrepidi Re (del Nord), zittiscono ognuno la sua rossa e il suo cipollaro come mosche moleste e fanno quel cavolo che vogliono per proteggere gli amici di famiglia e i loro interessi. Ora, senza divagare oltre, il ruolo di Harvey sarà pur quello di prendere le decisioni finali allo studio, ma non può fare tutto di testa sua e non ascoltare le opinioni dei suoi soci. Questo è fare il dittatore, non il socio dirigente. E sicuramente non può mettere Alex sopra a chiunque altro solo perché sono amici da tanto. Ma poi ‘sto Alex che vuole? È arrivato da mezza puntata e già l’hanno usato per rimpiazzare Mike e il duo principale, ma diamo i numeri? Io rivaluterei un po’ il ruolo dei personaggi all’interno dello show, perché veramente sembra un minestrone di relazioni a caso.

Dicevo prima che l’unico che sta davvero facendo l’avvocato è Mike, però anche ‘sto povero figliolo fa fatica perché Harvey ha gli sbalzi d’umore e continua a mettergli i bastoni tra le ruote e fare minacce a vuoto.

D’altra parte, anche il socio junior non è che rispetti del tutto l’accordo, infatti sembra che gli importi solo dei pro bono, che casualmente rimandano tutti in qualche modo a Mike-riguarda-tutto-me-stesso: prima la donna morta in un incidente stradale, ora il caso del detenuto che è morto in prigione, e poi? Le vecchiette con la demenza senile in casa di riposo, per non farci mancare niente? Non è che sia chissà quale problema, però potrebbero avere un po’ più di inventiva, o Mike passa sempre per quello che ottiene tutto quello che vuole facendo la vittima. E a proposito di vittime, l’inutilità di Rachel in queste puntate sta raggiungendo livelli cosmici. Ormai inseriscono scene senza senso solo per farla vedere, tipo affidarle gli associati per poi rifilarli a Donna tre minuti dopo. Intanto ci ha fatto la figura dell’incapace, ribadendo quello che io (ma anche molti altri) ho sempre pensato di lei: non sa imporsi come avvocato. Sei stagioni di Suits ci hanno insegnato che se non cacci le balls non andrai da nessuna parte come avvocato, e se Rachel ancora non l’ha fatto è perché non è proprio tagliata, e ci sta pure che in un legal non tutti siano avvocati badass. L’associata di questo episodio sarà stata anche cafonissima e Louis stesso l’avrebbe licenziata sul posto, ma intanto ha avuto più coraggio a rispondere per le rime di Rachel, che invece è corsa a chiedere aiuto a Donna per poi rinfacciarle di aver rubato quelli che dovevano essere i suoi cinque minuti di gloria, ma in realtà sono stati minuti abbastanza penosi.

Come volevasi dimostrare, Donna già fa la prepotente nel suo nuovo ruolo. Aveva senso che licenziasse l’associata irriverente che non fa il suo lavoro, ma poteva risparmiarsi la scenetta del “io sono qui, tu sei qui” quando due giorni prima era lei a stare ancora più in basso in gerarchia. Come si dice in milanese, stà schisc (=vola basso) e un minimo di umiltà, che ancora non ha dimostrato di meritarsi il suo nuovo posto. Due parole voglio spenderle anche per la Agard, che sembra essere stata contagiata dalla follia che aleggia tra i personaggi. Dopo essere caduta come una pera cotta di fronte ad Harvey in Ferrari, ora si rende conto che forse è un po’ immorale? Ma ci sei o ci fai? Per me nessuna delle due, e state a vedere che questa storiella si chiuderà in men che non si dica, con un po’ di fortuna. E a dirla tutta, no questa non è una storia migliore di Twilight.

Mi spiace di aver fatto una recensione così negativa, nemmeno mi diverto a criticare Suits (in realtà sì, ma shh), ma puntate così deludenti se ne sono viste poche. Io, da povera illusa, mi aspetto sempre qualcosa in più da questa serie, anche se è da tanto che non si raggiungono i livelli del Suits delle prime stagioni. Fortuna che c’è Lui a darci un po’ di speranza, il Dr Lipshish… Lipstick… Lipcomecacchiosiscrive, che si aggiudica anche la perla della puntata.

Pover’uomo! La recensione finisce qui.
Alla prossima,
Ellie.

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