Supernatural – Recensione 12×03 – The Foundry

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Dopo un tempo che sinceramente a me è sembrato infinito o comunque con due puntate di troppo, i fratelli Winchester sono di nuovo insieme. Pronti a prendere a calci nel sedere qualunque demone o entità maligna gli capiti sotto, e, alla fine del lavoro, a tornarsene belli contenti a casa dove li aspetta la madre con un’atmosfera da Mulino Bianco. Sì lo so, suona troppo bello solo a leggerlo, figurati a immaginarlo. Infatti in un attimo va tutto in malora. Ma procediamo per gradi.

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Mary (Samantha Smith) riesce a convincere i ragazzi ad andare a caccia. Così, per distrarsi e riconnettersi con questo mondo a lei nuovo, non riesce a pensare a una miglior cura di rispedire i mostri nel buco da cui sono usciti. Si taglia i capelli perché “è molto più pratico durante la caccia”, peccato che con le forbici non si possano tagliar via anche i pensieri tristi. L’attività sul campo le sembra l’unico modo per superare lo shock della resurrezione in un mondo in cui lei è un pesce fuor d’acqua, dove non c’è John, troppo impegnato a spaccare teste con Lucille (scusate ma non potevo non scriverlo), e le è stato portato via l’unico desiderio di una madre, cioè vedere crescere i propri figli sani e felici. E questa cosa le pesa così tanto che non riesce a riconoscere Sam e Dean come i bambini che ha partorito, ora sono degli uomini fatti di cui lei non sa nulla, degli estranei. Come ho già dette nella recensione della prima puntata, è normale che prima o poi queste sue sensazioni prendessero il sopravvento, essere morti per 30 anni non è una cosa che si dimentica dall’oggi al domani. Ha fatto l’unica cosa giusta razionalmente da fare, andarsene.

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Ma prima di andarsene ha dimostrato le sue abilità di cacciatrice. E’ stata l’unica ad avere capito, senza utilizzare nessuna moderna tecnologia ma solo il suo istinto, che qualcosa non quadrava. Nonostante tutti gli indizi indicavano che avevano a che fare con i Mylings (appartenenti al folklore scandinavo, sono fantasmi vendicativi di bambini che piangono per attrarre gli adulti e ucciderli), Mary è sicura che il bambino, che poi si scoprirà essere Lucas Kellinger (Christian Convery), che le ha afferrato il braccio più che volerle fare del male, era spaventato. Questa certezza la porterà a sbrogliare la matassa del mistero, scoprendo che ad uccidere le persone, congelandogli il cuore, era lo spirito vendicativo di Hugo Moriarty (Cameron Grierson), che aveva anche ucciso i sei bambini legando, in qualche modo, le loro anime a lui.

The Foundry, episodio diretto da Robert Singer e scritto da Robert Berens, inaugura l’effettivo ritorno alle origini della serie. Ovviamente il tema principale della puntata era il disagio di Mary e la sua partenza, ma anche se un po’ sottotono e in modo frettoloso, è stato comunque bello assistere a una vecchia e buona storia di fantasmi, senza che vengano tirate in ballo questioni divine. Probabilmente ora che la madre se ne è andata, che Lucifer è debole e che i Men of Letters britannici sembrano aver mollato la presa, i fratelli Winchester possono tornare ad occuparsi di quello che sanno fare meglio, cacciare i mostri e salvare la gente. Credo che la trama verticale di ogni episodio, per un po’ di tempo, verterà su storie simili a quelle che abbiamo visto in The Foundry, lasciando poco sviluppo alla trama orizzontale, cosa che nelle ultime stagioni tendeva ad essere il contrario. Che piaccia o meno è solo questione di gusti, io lo preferisco. Prima di giudicare male, bisogna però considerare il coraggio da parte degli autori di aver preso questa decisione. Dopo aver tirato in ballo Dio e parenti, è difficile creare altre storie che possano mantenere vivo l’interesse degli spettatori, quindi bisogna dargli un po’ di fiducia.

A controbilanciare la superficialità della questione fantasmi, ci sono loro, Crowley (Mark Sheppard) e Castiel (Misha Collins), la coppia improbabile più divertente del tubo catodico. Agent Beyoncè e Agent Z sono alla ricerca del nuovo ospitante di Lucifer, la rockstar Vince Vincente (Rick Springfield). Purtroppo per loro Rowena (Ruth Connell), che è sempre un passo avanti a tutti, se ne sbarazza prima del loro arrivo, lasciandoli di fatto con un pugno di mosche. Dovranno ricominciare tutto da capo, e la cosa sinceramente non mi dispiace questo duo è davvero fantastico.

Dean ha preso davvero male la partenza della madre, è un po’ come perderla di nuovo. Sicuramente la rivedremo nel corso della stagione, ma per lui questo rimane un duro colpo. Prevedo tanto astio e discussioni.

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Stay tuned

Serendipity

Per descrivermi basterebbe dire che sono un'accozzaglia di immaginazione, sogni e passioni. Archeologa con mille interessi come la lettura, il cinema, il basket, la danza e la fotografia. Sono cresciuta a pane e serie tv. In tempi non sospetti ero già un'addicted di telefilm come Stargate SG1, Streghe, Buffy-l'ammazzavampiri, Xena:la principessa guerriera, Hercules, Sex and the city... fino ad arrivare ad oggi dove riconosco i giorni della settimana solo in base alla puntate che devo vedere.

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